lunedì 12 dicembre 2016

Santa Caterina da Cervo

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Memoria storica e memoria contemporanea la sua. Memoria corta la mia,  certo di essere tornato sì dopo parecchio tempo, ma non da così tanto come la Caterina mi ha fatto notare e, facendomi giustamente sentire in difetto. Diciamo che aspettavo il momento giusto. E quello è arrivato, indipendentemente dagli aspetti strettamente gastronomici o enologici, perché si sa che qui la gestione dell'ospitalità è certa, garantita e certificata dal marchio del San Giorgio, così come -in maniera meno formale- dal gettonatissimo Sangiorgino.


Clima natalizio propenso e propositivo. Si, si può fare. Un evento con le tre Gran Dame della cucina classica di Ponente si può fare, Tutte d'accordo. Ora resta da stabilire una data certa, ma per il solo fatto di aver fatto breccia nella sensibilità e nel cuore di Caterina Lanteri, Anna Parisi e Giuseppina Beglia ... beh, già tanto mi basta per ora, in attesa di sistemare i dettagli con gli uomini che assistono le tre Signore storicamente stellate da lustri.

Beh, a chi la vuoi dedicare la Piazza?

Clima natalizio, dentro e fuori.


L'altra notizia o non notizia, è rappresentata dall'uomo di sala del San Giorgio di Cervo, Alessandro Barla, figlio di Caterina e cresciuto esponenzialmente di maturità e di conoscenza enologica. Capirsi al volo su temi di estrema nicchia alcolista non mi accadeva da parecchio. Forse un tempo Alessandro era troppo umile e sotto traccia (l'ho conosciuto una ventina d'anni fa), e forse la sapeva già lunga, ma in questo delicato ruolo è meglio -sempre- evitare di ostentare cultura da sperperare inutilmente. Fatto sta che oggi qui, oltre ad una cucina estremamente classica, stagionale e regionale, si può affrontare serenamente una carta dei vini dove non si fanno prigionieri, di nessuna nazionalità. Niente sciovinismo al contrario, proprio all'opposto, perché una collezione di vini francesi di questo livello è merce assai rara e, ancor più raro poterne fruire grazie alle spiegazioni sobrie ed essenziali fornite da un Sommelier con S maiuscola.

Non serve per forza stappare sempre grandi Champagne o Meursault (passione che ci accomuna), ma anche stupire piacevolmente il cliente con delle "trovate" spiazzanti e culturalmente più utili, piuttosto che battere sempre sugli stessi tasti, sugli stessi testi.

Panissette di ceci e cipolotto

Molto buono anche quest'olio da Diano San Pietro

Rossetti al naturale, crudi.

A richiesta anche al vapore con finissimi carciofi, oppure sotto forma di frittelle. E' la stagione che comanda, Caterina la asseconda sotto diverse forme.

Uno dei migliori pesto che potrete mai mangiare, e la pasta che c'è sotto non è da meno

La festa dello scampo, appena cotti e arricchiti da una salsa ricavata (anche) con la testa dei medisimi crostacei.

L'assoluto di clementini, con una goccia di Cointreau per non far mancare nulla neppure sul piano dell'aromaticità di un dessert (come il resto) apparentemente semplice

Ed infine qualche immagine dall'ultima visita.
Ha ragione Caterina, sono passati altri due anni, ma lei è sempre la stessa


Grazie Alessandro. Di quella giornata ho ritrovato proprio questo. Proprio un Meursault da terrazza vista mare.



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