giovedì 3 novembre 2016

Il portasigarette


Ogni Gentiluomo della mia generazione, della metà di quella prima o della metà di quella dopo, sa benissimo come comportarsi per stare al mondo in maniera saggia, perfino elegante nonostante i tremolii, mantenendo comunque vivi i propri valori. Aprire una portiera, mandare fiori, ricordare una ricorrenza non con un sms e non passando la giornata claudicando su un marciapiede con uno smartphone.

Testa alta, passo sicuro, occhi svegli, denaro, belle donne adoranti, alcool, vino, fumo, buonissima cucina, abiti adeguati, automobili non più ostentative e orologi di pregio custoditi in un luogo sicuro, da guardare di tanto in tanto in attesa dell'ora. Tutta roba legale ormai.  Vizi utili per non decadere nella depressione.
C'è chi preferisce i farmaci o le droghe. Sono opinioni.

Le ultime immagini -più che dissuasive ma degne di una festa horror di Halloween- apparse sui pacchetti da venti col filtro ma che rendono cento a tanti senza filtro e che se la ridono a denti larghi e macchiati caffè mi riportano istintivamente al tempo giusto, quando le cose andavano messe al loro posto senza ostentarle.

Un alcolico di pregio in un'elegante fiaschetta da taschino e un assortimento di sigari o di sigarette inserite nell'altro. Le giacche ne hanno almeno due. Distintamente distribuite. Ce le ho, le giacche eleganti, la fiaschetta curvata che si appoggia teneramente sul cuore; ah, et la boite à cigarettes. Il tempo di cercarle e di riempirle di Cognac e sigarette, e buttare i contenitori, cartone e vetro, tenendomi i contenuti.

gdf




2 commenti:

  1. Con stile Arma-dandy, of course
    Alba

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    1. Le compro da pacchetto morbido adesso, con un sorriso teso, le metto via, rompo l'involucro che butto dalla finestra del cesso, oppure lo spurgo nello sciacquone.

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