gdf
Nel market a
due passi dalla frontiera francese il servizio di sicurezza è curato da un integerrimo
maghrebino sfuggito al barbonismo etico e dall'elemosina Est-Iva, a cui nulla sfugge, ma
che chiude un occhio sulla centro americana dal bacino facile e dalla
circonferenza ampia.
La morettina con i capelli tinti di biondo si prende i
pani e i pesci con i denti. I pani, prima li afferra, poi li infila nei
sacchetti al livello del self service, poi li moltiplica fuori dalla bilancia ed infine decide di
assaggiarli tutti -le gusta con queso- prima di passare dal peso, del pane; il
suo ormai è andato fuori controllo, come l'atteggiamento del giovane italiano
che la accompagna e che infine la minaccia, ché la smetta.
Lei lo manda idealmente a Panama ma poi patteggia, sa benissimo come trattare un giovane italiano una volta estratto dal market multi etnico che
batte bandiera tricolore tedesca.
Quell'altro con la boliviana di tinte forti si sta mettendo in tasca due arance
mentre il turno di guardia della security cambia, e al posto del rassicurante
maghrebino di taglia media sopraggiunge un gigante senegalese per nulla
debilitato dal Ramadan, ma i grandi tarocco non sono nelle tasche della boliviana ma
bensì dentro il banco dei salumi e dei formaggi.
C'è un
calabrese alla cassa che aspetta di sapere se il suo bancomat ha un pin; la mancata pin up
abruzzese lo rassicura in lingua congiunta. C'è un tedesco
stufo dell'attesa in coda che inganna il momento canticchiando in rumeno e
rompendo la confezione di wurstel da campeggio intingendo la carne nella
vaschetta da mezzo chilo di senape.
La vecchia
non ci sente, anche quando gli fanno notare che il sottovaso non passa al
rivelatore di codice a barre perché la confezione era da tre pezzi e lei
l'avrebbe aperta per prenderne solo una per la singola piantina di basilico sotratta altrove.
Si
offende a nome del suo badante Ucraino, quello che di brioche ne ha comprate
una di confezione ma sei di contenuto, ma che per comodità ne butta tutto
l'involucro sul rullo della cassa masticandone una in lingua madre. Non c'è pazienza al market.
Nessuno usa
il carrello, di cestelli non c'è traccia. La francese per una volta non si
sente sola, o almeno immagina di non esserlo stasera, e si prende 12 baguette belle dure e croccanti per domani,
ma si sbaglia a dichiararle di fronte alla bilancia automatica, e di fronte al senegalese, che si ricorda la storia,
e la punisce, ma non come lei vorrebbe.
Alla cassa
c'è di nuovo coda, torno indietro, in cerca di un'offerta speciale di vini
francesi scelti da quei due tedeschi con la Diane a Bordeaux. C'è tutto a
disposizione, lo spazio multietnico funziona al meglio durante il Ramadan.
Nessuno si ammazza per bere questa roba. Prendo anche una bottiglia di salsa di
pomodoro, di vetro, per la pizza italiana, senza cautela, senza cestello. Resto in coda anch'io a
lungo.
Mi sfugge
una bottiglia, non quella del vino; è il litro di pomodoro che si schianta a
terra in frammenti di mille vetri che colpiscono venti gambe sanguinanti degne della strage di San
Marzano. La sicurezza maghrebina e sengalese interviene, e pulisce il
pavimento.
gdf 7 min
gdf 7 min