lunedì 2 febbraio 2015

Se gli affari vanno male il corpo non ne deve soffrire


gdf


La prospettive sono quelle che sono, e allora perché abbattersi. Meglio ricreare un'atmosfera intima, fin de siècle, come prima di una guerra, dimenticando i problemi e le complicazioni continue, quelle che fanno male all'umore e oscurano i pensieri. Se poi la bufera arriverà e ci spazzerà via che ci possiamo fare, aprire un ombrello? No, a che serve, meglio aprire qualche buona bottiglia in buona compagnia, e con uno chef che ti fa dimenticare le bruttezze e le angherie.

Qualche ora ricreativa fatta di finezza concreta, anche quando si improvvisa ma non ci si improvvisa, ritrovando l'energia per uscire dall'ennesimo cul de sac, sfruttando al meglio i propri talenti, la propria esperienza, anche se proprio non capirò mai che cosa ci sia di bello nell'invecchiare...

Forse migliorerà ancora invecchiando oltre i suoi nove anni, ma perché attendere a cogliere questo ricamo di prezioso chardonnay? Delizioso.

Abbinamento perfetto. Il colore, il colore lo dice: ostriche tiepide con zabaione di porri di Cervere . Forchettina Vermeil 

Finissimi finti ravioli di pescatrice farciti di pomodoro su emulsione di fave, e altre raffinatezze visibili come attraverso una filigrana d'argento.

La testa della pescatrice ... in perfetto stile fin de siècle, boite à caviar e centrino all'uncinetto compresi

Golosità di spuncia fritti, insalatine amare, gocce di barbabietola e di cipolla bruciata, in perfetto clima dolce - amaro.

Intermezzo: prosciutto di Pastorino al coltello

Da non credere che dalle parti del Passo del Sassello si possa produrre un prosciutto di questo livello assoluto. La sopravvivenza haute de gamme è garantita anche tra i boschi dell'Appennino Ligure.

C'è scritto Champagne ma sostanzialmente è come bere una Lambic al lampone, esuberante di spuma e di acidità, acidità anche tartarica. Ti prende allo stomaco, ma non è ancora finita.

Invecchiare troppo non serve a molto. C'è chi pensa che al massimo si possa arrivare a 75 anni ancora riuscendo a dare alla vita un senso logico. Forse perché -chi lo dice- non li ha ancora compiuti. Per questa bottiglia 17 sono già più che sufficienti per sintetizzarsi e sintonizzare il palato su note di liquirizia, tartufo nero e caffè macinato, dimenticando i bei tempi dei vivaci frutti rossi.

Bottiglia che sta sorprendentemente bene con questa varietà di rapa lavorata con miele d'acacia e  polvere di liquirizia. 

Confortanti ravioli di brasato e robiola al tartufo bianco

Capra, crema di fagioli di Pigna, riduzione al Rossese e tartufo nero.
L'entroterra, lontano dal richiamo del mare.

Tutti molto buoni ed originali, da Roccaverano e Castelmagno

Cioccolato, chinotti e carote

Ottimo con il dessert, così come con i formaggi più strong

Due tappi perfetti a suggellare una giornata da ricordare

E grazie mille a Flavio Costa, alla sua maniera, ma sempre su di tono, cucinasse anche con una mano in tasca. 


gdf


7 commenti:

  1. Malinconia dolce amara, nemmeno troppo celata, tra le righe, le foto, i sorsi (OT sono qui)

    21.9 è il numero di maglia (in ventesimi) di un fuori quota che mi manca da troppo

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  2. fuori classe, altro che fuori quota
    Franck

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  3. Adoro l'ironia che sta dietro ai nome delle parcelle in Borgogna soprattutto se si tiene conto dei nomi delle parcelle confinanti o vicine.

    F

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  4. In tempi di crisi conviene investire nel vino (e nel cibo). Nella peggiore delle ipotesi lo si può sempre bere (e mangiare). Noto con piacere che non ti sottrai. Chapeau allo Chef.

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  5. Fuoriclasse,nel mio girovagare tra cuochi noti e meno noti nel web,ritengo che Flavio Costa è uno dei più completi Chef italiani,non per altro è nato il mio stesso giorno ;)

    TMC

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  6. Prenotiamo un pranzo con le giornate più lunghe. Da bere un paio di flaconi li porto io.
    F.

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