mercoledì 6 giugno 2012

Leggere e rileggere | Il codice Marchesi


- gdf 2012 -

E’ un libro di rara bellezza quello che mi è ricaduto in mano a distanza di sei anni, ma che sembra scritto ieri. Bello è per i suoi contenuti e bello è il contenitore. Bello l’oggetto, comunque, come potrebbe dire il Maestro: ciò che è bello normalmente è anche buono. Grafica, caratteri e colori: la forma e la sostanza.

Oppure: una copertina solida e una rilegatura degna della qualità della carta usata e un libro sarà pronto per sfidare il tempo, con il sole, con la luna o con la tempesta.

Elegante, colto, raffinato, incisivo, personale ma condivisibile nel pensiero: convincente in un termine. Nel solco del più puro minimalismo non punitivo, quello vero, quello essenziale senza essere inefficace o insufficiente nella misura. Quel senso artistico e culturale che poi vedi nel piatto, quel talento sviluppato a lungo nel tempo, evolvendo con cautela, tecnico ma senza diventare tecnicistico. Senza l'ostentazione  della tecnica. Senza andare oltre il limite del barocco fuori tempo. Tirandoci un po' la giacca verso la convinzione che la cucina possa essere una forma d'arte, che forse non è, ma che lui si può permettere di tentare di convincerci che possa diventarlo attraverso citazioni continue che costruiscono la  teoria della Cucina Totale. Quella che non lascia scampo agli improvvisati o agli "operai" di cucina. Il piatto come tela, il margine come cornice.

Costruito sul buon senso e sul buon gusto, declinato su un decalogo che, per l’appunto, potrebbe essere inteso come un codice personale. Codice di facile decodifica se sintonizzati su queste frequenze armoniche. Indecifrabile invece da chi vive la cucina contemporanea confondendo la modernità con la stravaganza, o pensando che ogni generazione debba per forza essere marcata da un genio. Non tutte le generazioni hanno dovuto combattere delle battaglie per vincere la loro guerra.



- gdf 2012 -

2 commenti:

  1. Grazie Roberto per avermelo ricordato. E' un po' che non me lo sfoglio. Il Maestro è sempre LUI. Una per tutte: LA PASTA che ci mostra una preparazione diversa di qualcosa tanto familiare. A differenza di tanti altri personaggi che popolano il mondo che ci interessa, Gualtiero scrive per il lettore comune e le sue ricette son sempre riproducibili da chiunque.Solo un grande ha questa dote. Bravo per avermelo ricordato. Ciao.
    LAMAX61°

    P.S. Sto aspettando a breve il libro dello chef Alfredo Russo che m'hai consigliato.

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    1. Bene, grazie a te che passi gentilmente da queste parti per far due chiacchiere di tanto in tanto ;-)

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