mercoledì 27 luglio 2011

Cornas

- di Fabrizio Nobili & gdf -

Cornas Auguste Clape 1995

“Il colore non rivela l’età, cosi brillante ed intenso su toni di rubino vibrante. Il naso è una fusione di speziature scure, piccoli frutti confit ed aromi di olive nere condite di alloro fresco. Lo spessore in bocca è fuori gamma, dove il residuo del frutto impregna ogni interstizio. La piacevolezza, la tipicità, il carattere, l’armonia e l’autorevolezza ne fanno l’archetipo, anzi, l’apice della denominazione. Persistenza e retrogusto coerente non lasciano uscire facilmente dalla memoria quel mix di sensazioni che incorniciano un grandissimo vino. 19/20”

Cornas Thierry Allemand 2005

“ Questo Cornas si presenta di un brillante rosso scuro profondo tendente al violaceo. Al naso frutti rossi e neri in confettura, la tipicità del sangue e del pepe nero, una fresca balsamicità conclude l'opera olfattiva. In bocca è ben presente la materia, resa piacevole, fresca lieve e bevibile dall'equilibrata acidità, notevole persistenza. Ottimo abbinamento con la costata alla griglia. 17/20 “

Due perle dai caratteri e dagli stili diversi che ci ricordano quanto siano originali e quanto possono gradatamente raggiungere livelli altissimi questi vini, tratti da una denominazione non molto conosciuta, e soprattutto non molto “bevuta” in Italia . Peccato, perché per l’ennesima volta ci sarebbe materiale su cui ragionare, prima di tutto sull’importanza del terroir, marcante sul vitigno, neanche citato sui sacri testi. Prendete in mano una vecchia Guida Hachette per esempio. Non si fa nessun riferimento al vitigno, e non credo per snobismo o superficialità, semplicemente perché è ovvio che si tratta di un unico vitigno da sempre : Syrah . 75 ettari monovitigno piazzati principalmente sulle verticali rocciose del solo comune di Cornas, a pochi chilometri dal famosissimo sperone dell’Hermitage. In questo anfiteatro che beneficia di un clima estremamente caldo la maturazione delle uve anticipa quella del nobile vicino, più esposto a venti e intemperie. Il risultato nel bicchiere può essere abbastanza simile (tra i vini del comune), al netto dello stile e del manico dei vignerons che comunque non potranno nascondere l’evidente carattere più “meridionale” tra le appellation del Nord della Valle del Rodano. Dunque avremo vini scuri, robusti, tannici, severi e quindi bisognosi di alcuni anni di affinamento, almeno cinque, come nel caso del vino di Thierry Allemand, che non disdegna la ricerca di concentrazione e di materia per costruire il suo Cornas. Oppure quando la grande annata e il grande savoir faire sarà atteso quindici anni come nel caso di Clape, che ha sempre avuto il pregio di non spingere troppo sulla concentrazione, cercando più la leggerezza e la finezza, evitando, quando l’annata lo consente, di cadere nella grossolanità.

6 commenti:

  1. Mmh,qua siamo nel gotha del Cornas.
    E' una sciocchezza dire che mi ricordano i migliori montepulciano d'abruzzo?
    Hazel

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  2. Ottimo!
    Altri nomi please!
    Non è che Clape e Allemand si trovino ovunque.
    E complimenti a Fabrizio per avere seguito qui il Guardiano, un altro stile.
    R.

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  3. Altri nomi... ma non è che poi si trovino più facilmente di questi :-)

    Jean Luc Colombo, Yves Cuilleron, Delas, Vincent Paris e il sommo vecchie vigne di Tardieu Laurent.

    Ma si Hazel, alla cieca in certi casi ci si potrebbe trovare in imbarazzo, soprattutto con Allemand, Clape forse si differenzia di più, proprio per la leggerezza che ne definisce lo stile.

    Un altro stile dici? Grazie.

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  4. Anche Pacalet aveva fatto un 2004 da capottarsi
    B.

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  5. Pacalet aveva fatto un 2004, e forse solo quello se non ricordo male, andare su e giù in treno da NSG a Cornas era un po' un casino :-) Era veramente buono, mi piacerebbe rimetterci dentro il naso.
    B- Sottile :-)
    Ma no, non è uno che fa l'amicone in privato e poi ti molla in pubblico .

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