alla ricerca delle emozioni lungo le strade asfaltate e non: del vino, del cibo e della musica
venerdì 31 ottobre 2008
halloween
You must be daddy's little pumpkin
I can tell by the way you roll
You must be daddy's little pumpkin
I can tell by the way you roll
Why it's quarter past eleven
And you're sleeping on the bedroom floor
I can see the fire burning
Burning right behind your eyes
I can see the fire burning
Burning right behind your eyes
You must of swallowed a candle
Or some other kind of surprise
I'm going down to Memphis
I got three hundred dollars in cash
I'm going down to Memphis
I got three hundred dollars in cash
All the women in Memphis
Want to see how long my money will last
I'm going downtown
I'm gonna to rattle somebody's cage
I'm going downtown
I'm gonna rattle somebody's cage
I'm gonna beat on my guitar
And strut all around the stage
If you see my baby coming
Don't tell her that her daddy's in jail
If you see my baby coming
Don't you tell her that her daddy's in jail
She'd sell her little pumpkin just to raise
Her sweet daddy's bail
You must be daddy's little pumpkin
I can tell by the way you roll
You must be daddy's little pumpkin
I can tell by the way you roll
You never do nothing
To save your doggone soul.
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giovedì 30 ottobre 2008
business dinner
cena di lavoro (per la verità tanto modesta quanto costosa, ma abbiamo anche grattato un po di trifola....) in uno dei centri della così detta (mah) movida milanese, corso como. Ma qui non ci occupiamo di parlare dei ristoranti e passo oltre, a quello che ho bevuto. Per cominciare ho scelto un Barbaresco Martinenga 1990 di Marchesi di Gresy. 90 euro. Legno a go go, eleganza del Nebbiolo non pervenuta, un quarto di bottiglia avanzata e rimbrotti degli altri quattro commensali per la mia scelta, ma la carta dei vini non era un gran che, la classica fotocopia delle guide più rinomate. Lo ammetto, l'ho scelto più per la mia curiosità di poterlo assaggiare, oltretutto a sbaffo eheheheh.
Per cercare di farmi perdonare ho pensato di andare sul sicuro: un Brunello 1998 di Biondi-Santi (euro 110). Apprezzato dai compagni di tavolo ma personalmente piuttosto deluso. Sicuramente un buon Sangiovese ma una volta fatta la bocca su Paradiso di Manfredi, Case Basse di Soldera o anche Poggio di Sotto di Palmucci, beh anche se Biondi-Santi è 'l'inventore' del Brunello e merita grande rispetto, a casa mia bevo molto meglio, più sano e spendo anche meno.
Comincio a credere che sopra un certo numero di bottiglie prodotte, che so 30/40 mila se non meno, sia quasi impossibile trovare dei vini di qualità. O per meglio dire buoni, sani e digeribili.
Che ne dite?
canzone del giorno: Snow di Emiliana Torrini, perchè ascoltata mentre rientravo a casa, pioveva ma ci stava benissimo ugualmente.
wanna tell you something
we last for long
well we've sometimes gone astray
but i can't care for nothing, no way
and i hope again to live this life
just to see you again before i die
yes i hope again to live this life
to see you once more before i die
and see you before i die
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samsoe revue
qualcuno forse si ricorda i dischi della Woodstock Revue. Questo 'Home' della Song Island Revue me li ha fatti tornare in mente.
Qui non siamo nella stato di New York ma in in Danimarca, sull'isola di Samsoe, dove 3 norvegesi, 1 danese e 2 americani si sono ritrovati per un songwriter's workshop e dall'amicizia nata nell'occasione ha fatto seguito questo bel disco, di quelli ideali da ascoltare al calduccio in queste serate piovose. Del gruppo l'unico nome a me conosciuto é quello di Kevin Welch. Gli altri pur a me sconosciuti in realtà si rivelano signor cantautori. Belle voci, composizioni più che valide ('Home', la canzone, avrebbe fatto la sua bella figura su Late for the Sky di Jackson Browne). Un paio di ascolti, le belle voci che si alternano, il garbo e l'eleganza nell'uso degli strumenti mi spingono a parlarne di getto. In particolare a lasciare il segno sono il danese Poul Krebs con la sua vena browniana, pare che nel suo paese sia un'autentica star con oltre 1 milione di dichi venduti, e la voce della norvegese Claudia Scott.
Musica vera e sincera, come il Rouge de Causse di Anne Marie Lavaysse che mi sto gustando questa sera. La straordinaria Anne Marie sarà presente domenica 2 e lunedì 3 novembre a Vini di Vignaioli a Fornovo (Pr), un'occasione per incontrarla da non lasciarsi sfuggire.
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venerdì 24 ottobre 2008
closing time, the last harvest
La musica e' uno di quei settori dove spesso e volentieri la qualita' non viene premiata, anzi, a parte rari casi, pare che il successo sia inversamente proporzionale alla bonta' del prodotto, a volte anche nel mondo del vino succede cosi';
Phil Cody e' un beautiful loser, l'ennesimo di una lunga serie; nel 1996 usciva su Interscope The Song Of Intemperance Offering un fulmine a ciel sereno per critici e appassionati, ricordo che faticavo a togliere il dischetto da mio cd player, non amo fare paragoni ma il ragazzo per ispirazione, liricita' e epicita' dei brani mi ricordava il Van Morrison piu' ispirato di Astral Weeks e pensavo chissa' quante volte avra' ascoltato Madame George.. Tutto cio' non basto' a Phil, e nonostante le buone vendite (quasi 10.000 solo in Italia.. ndr) venne messo alla porta dai suoi discografici, quattro anni di beghe legali per rientrare in possesso del suo materiale e poi dopo lo splendido esordio ecco il "solo bello" Big slow mover autoprodotto (Tiny Head Records) dove tra ottime ed ispirate canzoni brillava anche una bellissima cover del mai abbastanza compianto Townes Van Zandt, "If I Needed You", seguira' un mini cd dal vivo a Los Angeles e poi il silenzio, alcune nuove tracce sul suo myspace e niente piu'. Se il problema fosse l'esaurimento della vena creativa (piuttosto che la cecita' dei discografici) allora e' meglio cosi' piuttosto che una serie di album inutili e poco ispirati (vedi Dirk Hamilton ed altri) almeno ne rimane un bel ricordo.
Giulio Viglione coltiva con passione i suoi 4h di vigneti in quel di Monforte d'Alba zona storica dei grandi Barolo, il suo e' un lavoro intriso di amore e poesia nei confronti di una natura che da' grandissimi vini ma pretende rispetto ed attenzione oltremisura. Viglione e' un vignaiolo "pulito"che lavora senza compromessi il che vuol dire niente chimica di sintesi in vigna, niente lieviti selezionati per la fermentazione e nessun trucco in cantina tipo osmosi inversa, concentratori, gomma arabica e altre diavolerie, pratiche aihme' ormai parecchio diffuse anche in Langa..il suo e'un Barolo austero ed aristocratico dal particolare colore granato chiaro che profuma di cacao, spezie, cuoio e di viole e liquirizia (da leggere il bel libro di Nico Orengo ndr) come dovrebbe sempre essere e non di legno tostato per piacere a Robert Parker e alle guide. E' un vino da "bere" non da "degustare", compagno ideale di un bel piatto di agnolotti del "plin" o di uno stracotto di manzo. Pero'.., c'e' un pero', l'azienda Viglione la conoscono in pochi, colleghi compresi, i giornalisti e le guide non se la filano, puo' forse dar fastidio e destabilizzare il sistema sapere che c'e' ancora qualcuno che lavora cosi'? Probabile, certamente sarebbe una grossa perdita se, come ventilato da alcuni addetti ai lavori, questa dovesse essere una delle ultime vendemmie, perderemmo uno degli ultimi baluardi del Barolo vero.
Phil Cody e' un beautiful loser, l'ennesimo di una lunga serie; nel 1996 usciva su Interscope The Song Of Intemperance Offering un fulmine a ciel sereno per critici e appassionati, ricordo che faticavo a togliere il dischetto da mio cd player, non amo fare paragoni ma il ragazzo per ispirazione, liricita' e epicita' dei brani mi ricordava il Van Morrison piu' ispirato di Astral Weeks e pensavo chissa' quante volte avra' ascoltato Madame George.. Tutto cio' non basto' a Phil, e nonostante le buone vendite (quasi 10.000 solo in Italia.. ndr) venne messo alla porta dai suoi discografici, quattro anni di beghe legali per rientrare in possesso del suo materiale e poi dopo lo splendido esordio ecco il "solo bello" Big slow mover autoprodotto (Tiny Head Records) dove tra ottime ed ispirate canzoni brillava anche una bellissima cover del mai abbastanza compianto Townes Van Zandt, "If I Needed You", seguira' un mini cd dal vivo a Los Angeles e poi il silenzio, alcune nuove tracce sul suo myspace e niente piu'. Se il problema fosse l'esaurimento della vena creativa (piuttosto che la cecita' dei discografici) allora e' meglio cosi' piuttosto che una serie di album inutili e poco ispirati (vedi Dirk Hamilton ed altri) almeno ne rimane un bel ricordo.
Giulio Viglione coltiva con passione i suoi 4h di vigneti in quel di Monforte d'Alba zona storica dei grandi Barolo, il suo e' un lavoro intriso di amore e poesia nei confronti di una natura che da' grandissimi vini ma pretende rispetto ed attenzione oltremisura. Viglione e' un vignaiolo "pulito"che lavora senza compromessi il che vuol dire niente chimica di sintesi in vigna, niente lieviti selezionati per la fermentazione e nessun trucco in cantina tipo osmosi inversa, concentratori, gomma arabica e altre diavolerie, pratiche aihme' ormai parecchio diffuse anche in Langa..il suo e'un Barolo austero ed aristocratico dal particolare colore granato chiaro che profuma di cacao, spezie, cuoio e di viole e liquirizia (da leggere il bel libro di Nico Orengo ndr) come dovrebbe sempre essere e non di legno tostato per piacere a Robert Parker e alle guide. E' un vino da "bere" non da "degustare", compagno ideale di un bel piatto di agnolotti del "plin" o di uno stracotto di manzo. Pero'.., c'e' un pero', l'azienda Viglione la conoscono in pochi, colleghi compresi, i giornalisti e le guide non se la filano, puo' forse dar fastidio e destabilizzare il sistema sapere che c'e' ancora qualcuno che lavora cosi'? Probabile, certamente sarebbe una grossa perdita se, come ventilato da alcuni addetti ai lavori, questa dovesse essere una delle ultime vendemmie, perderemmo uno degli ultimi baluardi del Barolo vero.
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domenica 19 ottobre 2008
dos Americanos
Mi capita a volte di aver bisogno di una vigorosa sferzata rock, sara' che l'autunno porta ad ascoltare dischi introspettivi, soulful e adatti alla stagione, sara' che anche l'armadillo segue questa tendenza sognante carica di poesia e pathos, che ogni tanto sento il bisogno di un po' di sano r'n'r; ultimamente il disco che piu' di ogni altro soddisfa questo mio bisogno e' Worlds and Music del "coguaro" John Mellencamp. E' un doppio cd antologico con 35 canzoni, una piu' bella dell'altra dove il sound secco e diretto si sposa con l'unicità di Mellencamp nel rendere credibile e contemporaneo un rock'n'roll di stretta osservanza stradaiola e mainstream; mentre lo suono a manetta nel mio stereo istintivamente mi viene da pensare che quest'uomo di provincia duro e puro, un po' ribelle dal carattere forte e spigoloso sia l'incarnazione dell' Americano "vero", un tosto working class hero.
I due Americani si abbinano da soli..
Ve la ricordate la Milano da bere? Questa (per fortuna..) e' un'altra storia.
Mauro Vergano con il nipote Pietro e famiglia in quel di Asti coltivano la passione per le cose buone e ne hanno fatto una professione; l' Americano Vergano nasce da uve grignolino coltivate in biologico e comprate da cascina 'Tavijn, con l'aggiunta tramite infusione a freddo di spezie ed erbe aromatiche tutte rigorosamente selezionate da coltivazioni naturali tra cui assenzio, scorza di arancia amara, vaniglia e china, il risultato e' un "aperitivo a base di vino buonissimo, da gustare molto freddo, con ghiaccio o con una spruzzata di seltz che ne esalta il piacevolissimo aroma, da bere come aperitivo o semplicemente da meditazione...L'unico problema e' la esigua reperibilita', con sole 2000 bottiglie prodotte e' difficile soddisfare tutte le richieste, ma all' Armadillo bar c'e' n'e' una piccola scorta..
I due Americani si abbinano da soli..
mercoledì 15 ottobre 2008
black cab sessions
simpatica iniziativa, qualcosa del genere avevano provato a farlo anche da noi Lifegate Radio in collaborazione con la Kia Motors, ma la cosa sfortunatamente non è durata molto. Qui siamo in Inghilterra e le performances si svolgono sul sedile posteriore di un tipico taxi londinese. Alcune sono davvero interessanti. Qui trovate quella dei Fleet Foxes, che a breve suoneranno in Italia. Ma la lista è molto lunga. Tra gli altri:
King Creosote
Brian Wilson
Calexico
Micah P Hinson
Bon Iver
My Morning Jacket
Spoon
Stephen Fretwell
Okkervil River
The Felice Brothers
The Kooks
Lightspeed Champion
The Ravonettes
Scout Niblett
The National
Elvis Perkins
The New Pornographers
Langhorne Slim
Death Cab For Cutie
Bill Callahan
Daniel Johnston
Bon Iver
My Morning Jacket
Spoon
Stephen Fretwell
Okkervil River
The Felice Brothers
The Kooks
Lightspeed Champion
The Ravonettes
Scout Niblett
The National
Elvis Perkins
The New Pornographers
Langhorne Slim
Death Cab For Cutie
Bill Callahan
Daniel Johnston
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martedì 14 ottobre 2008
impossible germany
con citazione dei grandissimi wilco, greetings from germany. Cenato (male) con Barbera Ai Suma 1997 e Barolo Parusso 1996. Mah, piaciuti ai commensali ma io tutto sto legno non lo reggo più, ho voglia di terroir e qui praticamente non si sente. La carta dei vini non offriva nulla di meglio......
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domenica 12 ottobre 2008
il vino della domenica #1
Domenica, e come tutte le domeniche voglio bermi una grande bottiglia; scendo in cantina con l'idea di un Barolo, non so perche' ma quando penso ad un gran vino penso sempre ad un Barolo, sara' che nell'immaginario collettivo era il vino della festa..., entro e...mi cade l'occhio su una cassa di Grand Blanc 2005 di Henry Milan (vigneron-récoltant di Rémy de Provence), forse non l'ho mai bevuto (conosco molto bene il 2004 e alcune annate precedenti) difatti la cassa da sei "bocce" e' intonsa, cambio idea poso il Barolo (G.D. Vajra bricco delle viole 2001) e porto su' il Milan, non me ne vogliano gli interisti e Vajra...il menu' di oggi e' vario e si presta anche ad un bel bianco. Stappo, ovarizzo e dopo poca attesa passo senza troppe cerimonie alla beva, il primo bicchiere lo "tracanno" col sistema GLG (Luca Gargano) in piu' chiudo gli occhi (metodo LA) e aspetto..le sensazioni salmastre e iodate mi ricordano che e' un vino "mediterraneo", credo che la tipicita' dei vitigni e la tracciabilita', una sorta di carta d'identita' genetica del terroir, escano senza indugio da questo vino; un'altro e poi un'altro bicchiere e...cribbio la bottiglia e' finita, sara' che era troppo buono?? Si', era troppo buono, perfetto per questa tiepida domenica autunnale..
La scheda:
TERROIR, IL LAVORO NEL VIGNETO E LA VENDEMMIA Suolo: argillo calcareo su Marna blu. Vitigno: Grenache Blanc 30%, Rolle (Vermentino) 10%, Roussanne 20%, Chardonnay 30%, Muscat petit grain 10%.Estensione del vigneto: 3 ha, lavorati in biologico.Tipo d’impianto: Cordon de Royat doppio.Età media del vigneto: 15 anni.Densità media ceppi per ha: 4400.Produzione media per ettaro: 45 hl.Vendemmia: raccolta manuale 100%.
IN CANTINA Vinificazione: pressatura diretta, vinificazione in barriques con lieviti naturali al 100% e affinamento sulle fecce fini nelle stesse per 12 mesi. Nessuna chiarifica e filtrazione.Solforosa totale (SO2): 60 mg/l.Bottiglie prodotte: 10000
CARATTERISTICHE Vino bianco secco solare, che contrappone la dolcezza del frutto alla salatura della mineralità.
TERROIR, IL LAVORO NEL VIGNETO E LA VENDEMMIA Suolo: argillo calcareo su Marna blu. Vitigno: Grenache Blanc 30%, Rolle (Vermentino) 10%, Roussanne 20%, Chardonnay 30%, Muscat petit grain 10%.Estensione del vigneto: 3 ha, lavorati in biologico.Tipo d’impianto: Cordon de Royat doppio.Età media del vigneto: 15 anni.Densità media ceppi per ha: 4400.Produzione media per ettaro: 45 hl.Vendemmia: raccolta manuale 100%.
IN CANTINA Vinificazione: pressatura diretta, vinificazione in barriques con lieviti naturali al 100% e affinamento sulle fecce fini nelle stesse per 12 mesi. Nessuna chiarifica e filtrazione.Solforosa totale (SO2): 60 mg/l.Bottiglie prodotte: 10000
CARATTERISTICHE Vino bianco secco solare, che contrappone la dolcezza del frutto alla salatura della mineralità.
Disco in abbinamento: Van Morrison - tupelo honey
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mercoledì 8 ottobre 2008
simple beauty
ELEPHANTS
If the elephants have past lives, yet are destined to always remember,
it's no wonder how they scream,
like you and I, they must have some temper.
And I am dreaming of them on the plains, dirtying up their beds,
watching for some kind of rain to cool their hot heads.
And how dare that you send me that card when I'm doing all that I can do.
You are forcing me to remember when all I want is to just forget you.
If the tiger shall protect her young, then tell me how did you slip by.
All my instincts have failed me for once -- I must have somehow slept the whole night.
And I am dreaming of them with their kill, tearing it all apart,
blood dripping from their lips, and teeth sinking in too hard.
And how dare that you say you will call, when you know I need some peace of mind..
If you had to take sides with the animals, won't you do it with one who is kind?
If the hawks in the trees need the dead, if you're living you don't stand a chance.
You can lie there and say you are fed, but there are only two ends to this dance.
You can flee with your wounds just in time, or lie there as he feeds,
watching yourself ripped to shreds and laughing as you bleed.
So for those of you falling in love, keep it kind, keep it good, keep it right.
Throw yourself in the midst of danger, but keep one eye open at night.
Dopo solo un paio di ascolti del nuovo disco di Rachael Yamagata 'Elephants' riesco solo a dire che è splendido e lo sto degnamente accompagnando con il Rosso 2004 di Massa Vecchia, il mio preferito taglio bordolese italiano: sano, naturale, digeribile (senza solfiti aggiunti). Altro che Supertuscans!
'Warner Bros. Records will release Rachael Yamagata: A Record In Two Parts…Elephants and Teeth Sinking Into Heart on October 7th, 2008. The CD, as its title suggests, contains two parts. The first, Elephants, is the darker and more vulnerable of the two. It plays like a film score, with orchestral transitions that expand as the songs progress. The more guitar-driven Teeth Sinking Into Heart is grittier and more defiantly cynical. Underscored by Rachael’s husky alto and expressive piano (and now guitar) playing, the two parts, when taken together, present a snapshot of the emotions that revolve around heartbreak and the inevitable challenges of relationships. Of the album’s 14 tracks, 11 were produced by Nebraska-based Mike Mogis, the multi-instrumentalist and producer known for his work with Bright Eyes, Rilo Kiley and The Faint. Two tracks, “What If I Leave” and “Horizon,” were produced by John Alagia (John Mayer, Dave Matthews Band) who also produced Rachael’s debut album, 2004’s Happenstance. The album also features guest appearances by singer-songwriters Ray Lamontagne and Azure Ray’s Maria Taylor, and Maroon 5 guitarist James Valentine.'
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martedì 7 ottobre 2008
piu' o meno noti in casa Noto...
Bob Noto, raffinato gourmet Torinese e grande "food photographer", ha una bella consuetudine, ogni domenica invita 6 amici a casa per cena; ho avuto il piacere di partecipare all'ultima "puntata" in compagnia di alcuni amici tra cui il grande esperto di enogastronomia Giorgio Grigliatti, il brillante e non meno preparato figlio Gil, il nostro pusher di vini preferito "Jean" Perin e una simpatica signora di professione avvocato.
La tavola era piena di golosita'ricercate con la perizia di chi conosce i prodotti "giusti"e cucinate con la bravura di chi di cucina ne capisce...,
La tavola era piena di golosita'ricercate con la perizia di chi conosce i prodotti "giusti"e cucinate con la bravura di chi di cucina ne capisce...,
le straordinarie frittate di Antonella, simpatica moglie di Bob e il risotto carnaroli Gli Aironi ai funghi porcini della Val Varaita erano solo alcune delle "leccornie" preparateci. Il vino da "tracannare" con gusto e ingordigia era giustamente stato portato dagli ospiti. Solitamente in situazioni cosi' goliardiche gli abbinamenti della rigida ortodossia Ais vanno a farsi benedire e si abbina a caso ma non con meno piacere!
Pronti via si parte con le bollicine di Castello Banfi che non lasciano il segno fra i commensali (sorry Bob...) per passare all'artiglieria pesante con il tosto Uis Blancis 2003 Borc Dodon di Montanar Denis & Alessia un bianco in uvaggio (Tocai friulano 55%, Sauvignon 30%, Pinot Bianco 10%, Verduzzo Friulano 5%) che fa una lunga macerazione sulle bucce e con un'estrazione di colore pazzesca, Bob ironicamente chiede se e' gia' ora del Cognac...passo indietro come struttura ma due in avanti per eleganza e finezza e si stappa un MÂCON-CHAINTRÉ vieilles vignes 2002 di Domaine Vallette , un grande bianco che mi fa pensare se esistano Chardonnay buoni al di fuori della Borgogna! Sotto coi rossi ed il Frappato 2006 di Arianna Occhipinti convince ancora una volta tutti coi suoi toni fruttati, il suo colore "pinoneggiante" ed una bevibilita' disarmante, si passa ai formaggi e come da buona tradizione Piemontese si stappa un "Barolino" e la level entry di Damilano '04 che mi pare si chiami Lecinquevigne si rivela equilibrato, fresco e facile da bere. Bella serata, buona compagnia e vini all'altezza, alla prossima mes amis!
Pronti via si parte con le bollicine di Castello Banfi che non lasciano il segno fra i commensali (sorry Bob...) per passare all'artiglieria pesante con il tosto Uis Blancis 2003 Borc Dodon di Montanar Denis & Alessia un bianco in uvaggio (Tocai friulano 55%, Sauvignon 30%, Pinot Bianco 10%, Verduzzo Friulano 5%) che fa una lunga macerazione sulle bucce e con un'estrazione di colore pazzesca, Bob ironicamente chiede se e' gia' ora del Cognac...passo indietro come struttura ma due in avanti per eleganza e finezza e si stappa un MÂCON-CHAINTRÉ vieilles vignes 2002 di Domaine Vallette , un grande bianco che mi fa pensare se esistano Chardonnay buoni al di fuori della Borgogna! Sotto coi rossi ed il Frappato 2006 di Arianna Occhipinti convince ancora una volta tutti coi suoi toni fruttati, il suo colore "pinoneggiante" ed una bevibilita' disarmante, si passa ai formaggi e come da buona tradizione Piemontese si stappa un "Barolino" e la level entry di Damilano '04 che mi pare si chiami Lecinquevigne si rivela equilibrato, fresco e facile da bere. Bella serata, buona compagnia e vini all'altezza, alla prossima mes amis!
Ps peccato che la foto da me scattata a Bob col suo elegante Kimono, la parrucca e le tette finte non sia venuta....
disco in abbinamento: Tom Waits - the earth of saturday night
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lunedì 6 ottobre 2008
sunday morning music
ora che l'aria comincia ad essere più fresca è bello oziare la domenica mattina. Il giro con il cane, lettura dei quotidiani, cafferone e un dischetto giusto. 'Not For Us Two' dei Lo Fine è perfetto. Loro sono la creatura di Kevin O' Rourke, compone bene, bella voce malinconica, chitarre gentili e si fa accompagnare da quattro più che discreti musicisti, tutti della zona di Cape Cod, Massachusetts. Nell'ozio domenicale non ho fatto moltissima attenzione ai testi, ma in un paio di occasioni ho colto delle liriche interessanti. Musicalmente coinvolgono emotivamente, senza mai alzare i volumi, non serve, con quel poco che usano è più che sufficiente.
Poi arriva quasi l'ora di pranzo, è domenica e mi voglio trattare bene. Stappo e comincio a bere un Rosato 2004 di Massa Vecchia, oramai Fabrizio Niccolaini non sbaglia un colpo, un uvaggio di 45% Cabernet, 45% Malvasia Nera e 10% Aleatico. Un vino veramente unico, che rispecchia pienamente lo spirito del territorio e del viticoltore. Lo avrebbe voluto chiamare Rossato da quanto è un rosso travestito da rosato, ma la legge non vuole. Pochissimissima solforosa aggiunta in questo caso, ma nei suoi rossi non ne mette per niente. La bottiglia non sopravvive al pomeriggio. Occorre cominciare a pensare a qualcosa per stasera.....
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giovedì 2 ottobre 2008
london, tx
'On the Waiting List' di Dave Sutherland è un gran disco. Vent'anni fa ne avremmo letto su tutte le riviste specializzate, Carlini lo avrebbe fatto suonare a Sesto Calende, l'IRD ne avrebbe importato un bel po' di copie e qualche radio lo avrebbe pure trasmesso se non addirittura intervistato. Ma oggi è tutto molto diverso. Chi se lo fila un inglese che scrive 10 bellissime canzoni nel solco di John Prine, Butch Hancock, Townes Van Zandt (di cui fa benissimo 'If I Needed You') e, come 'tutti' peraltro, Bob Dylan? Ma certo noi 50enni, e pochi altri, che ci emozioniamo per le noti lancinanti e sofferte di una pedal steel (Gunnar Frick della band di Ray Davies) e un voce femminile ad accompagnare (Siobhan Parr) che ti fa ricordare Gram and Emmylou. 'When Tomorrow Comes' è veramente un gioiello sia per la musica che il testo, ma dovrei citarle tutte per quanto il disco merita.
Vino del giorno: Macchiona 2000 de La Stoppa, è come Dave: un grande frutto, importante, da dove meno te lo aspetti (i Colli Piacentini). Figlio del gran bel lavoro che svolgono Elena Pantaleoni e Giulio Armani. Bevuto oggi a pranzo e difficile da scordare.
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