gdf 2014
Tanti piccoli ingenui fanno un
gaudente furbo. Dove il termine furbo non è sinonimo di intelligente, non lo è
mai stato, tranne forse in questa lingua decadente, dove, per i giornalisti,
anche gli evasori fiscali si definiscono tali invece di malviventi.
Una lingua decadente però ben
scritta, ben messa giù nero su bianco da molte brave ragazze e da molti bravi
ragazzi, spesso laureati, colti e preparati, ma anche disoccupati. Non uso il
termine giornalisti per identificarli perché spesso non lo sono, o perché non
si meritano di essere così etichettati.
Persone intercettate su Internet
allo scopo di sfruttare le loro capacità e le loro conoscenze specifiche da
talent scout senza cultura, che non hanno una competenza diversa da quella manageriale;
quella competenza che gli impone di sfruttare la voglia di questi ragazzi di
apparire e magari trovare una piccola fonte di guadagno.
Interlocutore che invece ha in mente solo il proprio beneficio e quello dell’editore
mezzo fallito che gli sta alle spalle.
Raccolgono più materiale
possibile da pubblicare, raccolgono più pubblicità possibile da inserire in
improbabili riviste spesso omaggiate dove capita, fino a quando si renderanno
conto di aver raschiato il fondo su tutta la sua superficie. A quel punto
comunicheranno alle loro fonti di articoli che la crisi ha tolto loro le
risorse pubblicitarie e che quindi tutto il loro lavoro pregresso non potrà
essere remunerato.
Però, ci fosse una nuova
opportunità, tutti quanti gli ingenui collaboratori saranno tenuti in
considerazione, per essere così di nuovo solleticati nel loro ego, e
sollecitati nuovamente a produrre altri articoli per un’altra testata che farà
la stessa fine e che non renderà agli autori neanche un caffè offerto al bar,
perché spesso questi interlocutori non si prendono neppure il tempo di
conoscere gli autori dei pezzi che pubblicano. Tutti gli scambi di messaggi e
di materiale avvengono via e-mail.
E’ una cosa diversa dalla
prestazione d’opera intellettuale al servizio continuativo di un blog o di un
periodico cartaceo. Queste sono operazioni spot, saltuarie, che si legalizzano
con una semplice fattura soggetta a ritenuta d’acconto. Sono situazioni ambigue
in cui ci cascai anch’io qualche anno fa, quando ricevetti una telefonata da un
editor di un’ambiziosa rivista che voleva fare il verso a un “Class” anni ’80,
ma ormai fuori tempo massimo, nel 2008.
Questo mi chiese inizialmente il
permesso di prelevare dal web alcune mie recensioni su ristoranti tristellati di
Francia e Spagna, modificarle in funzione dell’impaginazione e infine
pubblicarle. In cambio mi indicò una cifra da fatturare, che avrebbe coperto un
certo numero di articoli già pronti o ancora da consegnare.
Questi, che erano anche
abbastanza ignoranti sugli argomenti di cui si occupavano, una volta raschiato
il fondo e raccattato tutta la pubblicità possibile, fallirono e probabilmente non
pagarono nessuno, però si scusarono del disagio procurato, e lo fecero tramite
una grottesca mail collettiva inviata ad almeno 30 collaboratori. Alcuni di
questi si dissero dispiaciuti e si misero addirittura a disposizione per
un’altra eventuale collaborazione futura invece di mandarli platealmente a quel
paese come feci io, prendendomi in cambio dell’analfabeta.
So che queste cose stanno di nuovo
accadendo, ma a me non piace dare consigli, mi limiterei come al solito a
fornire solo qualche indicazione; nel senso che se volete continuare a scrivere
a gratis o addirittura perdendo anche il denaro del mancato rimborso spese per
dar sfogo al vostro talento, mettete per lo meno in preventivo che questa
infausta previsione si rivelerà veritiera nel 99% dei casi, su carta, sul digitale mezzo punto in più.
Solo all’uno per cento sarà quotabile la possibilità che arrivi qualcuno a cambiarvi la vita e farvi diventare uno scrittore o un articolista regolarmente ricompensato. Accontentatevi di un blog se vi piace scrivere, ma che sia un blog con un progetto e un obiettivo chiaro e condivisibile, almeno questo, perché se no continuare a impegnare tempo e denaro?
Solo all’uno per cento sarà quotabile la possibilità che arrivi qualcuno a cambiarvi la vita e farvi diventare uno scrittore o un articolista regolarmente ricompensato. Accontentatevi di un blog se vi piace scrivere, ma che sia un blog con un progetto e un obiettivo chiaro e condivisibile, almeno questo, perché se no continuare a impegnare tempo e denaro?
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