
Riprendo la presentazione di quest'opera dal sito labucadelvino.com "Ecco un libro degno di figurare nelle biblioteche di ogni appassionato di vino :
Tutto bene, presentazione impeccabile, peccato che invece gli autori possano aver inserito nel sacro testo una presentazione così inesatta , ambigua e disinformante su uno dei Domaine più prestigiosi del pianeta, leggete qui :
LEROY, Domaine
"Azienda vitivinicola borgognona di Meursault, nel dipartimento della Cote d'Or. Eccezionale Maison de Négoce fondata nel 1868, comproprietaria del Domaine de la Romanée Conti dal 1942, dispone di 23 ettari di vigneti, tra i quali spiccano nove prestigiosi grand cru ( tra cui in rosso , Richebourg grand cru AOC e Clos de Vougeot grand cru AOC, e in bianco Corton Charlemagne grand cru AOC ) e otto premier cru, tra i quali si segnala il Meursault Premier Cru AOC Genaivrieres. Il Domaine è diretto dalla vulcanica Lalou Bize Leroy che dal 1989 pratica la coltura biodinamica con risultati qualitativi splendidi. Vini rarissimi e carissimi."
Ora, chi sa come stanno realmente le cose starà già sorridendo, ma non volendo dare nulla per scontato, come pensare che ogni cosa scritta su un libro o sul web sia veritiera, sarà quindi comunque meglio precisare che :
Se si indica nel titolo dell'argomento il Domaine Leroy non si può poi identificarlo come una maison de négoce che è cosa diversa, che in effetti esiste ma si chiama Leroy s.a. e si occupa di altre cose piuttosto che della coltivazione biodinamica dei vigneti di proprietà. Il Domaine ha sede a Vosne Romanée e non a Meursault. A Meursault , anzi, per la precisione a Auxey Duresses si trova la maison de négoce.
Il Domaine de la Romanée Conti non è in comproprietà con il Domaine Leroy, Madame Leroy e la DRC hanno diviso le loro strade da circa 20 anni . E non poteva comunque esserlo, essendo stato fondato nel periodo in cui l'azionariato della famiglia stava uscendo dalla DRC.
Il Domaine possiede in effetti 8 premier cru, tutti in rosso e non certo un Meursault Premier cru Genaivrieres.
Sperando che non ci siano nell'opera altre schede come questa e che il noto curatore del libro, Paolo della Rosa , abbia potuto controllare meglio le migliaia di informazioni fornite fittamente nelle 760 pagine.
-gdf-