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martedì 4 aprile 2017

Osteria Arborina : Andrea Ribaldone


- del Guardiano del Faro -


LA MORRA - Anche se non sono un fotografo professionista, quando ci prendo lo capisco da solo. E' come quando il cuoco esce in sala nel momento fatale, quando al tavolo viene servito un determinato piatto. Più che determinato determinante.

Qui il Ribaldo vorrebbe persino fare l'Ostico. Il menù Ostico è in carta. Aggettivo che avevo concordato a suo tempo con il Masieri. Un Ribaldo ostico mi sembra un po' forzato come concetto, però in mezzo alla furibonda offerta della Langa in qualche modo ti devi tirare fuori dalla mischia, anche se alla fine non serve, perché a fine anno tutti avranno mangiato un gran bel pezzo di torta.

Da mangiare c'è il Confortevole o della Tradizione, oppure l'Ostico e della Innovazione. Vedi che l'Innovazione qui è saggiamente messa nelle mani di clienti che lo devono sapere prima a cosa vanno incontro.


In cucina a vista Andrea Ribaldone coordina: Umberto del Nobile (chef de cuisine), Daniel Zeilinga (sous chef), Marco Mannori (sous chef), per adesso. Il ristorante è aperto da meno di un mese.

Comode, comodissime, leggere, fisse o spostabili su rotelle le poltroncine di Cappellini.
Sono quelle che scorrono se ti alzi o le sposti e, si bloccano quando ti siedi.

Un giro con lo chef, prima che indossi la giacca d'ordinanza

La cantinetta, adeguata a piccoli eventi, meeting o degustazioni. Barolo Xperience



Il sala: Giulia Michetti (FCH manager), Simone Bergo (commis), Davide Canina (sommelier), ruoli coperti per i pochi coperti.

Ricompare con la giacca da chef il Ribaldo

Si, ma: che si mangia?


Arrivano anche le lampade da tavolo di Davide Groppi a dare segnali di luce

Bella e attuale anche la grafica

Pinot noir al femminile.

L'amico Davide Canina, timido quanto competente ha di nuovo messo insieme una bella carta dei vini, arricchita da informazioni non secondarie. Adoro le mappe, le cartine geografiche che ti facciano intendere dove stai con un colpo d'occhio


La bella sequenza di intrattenimenti d'aperitivo, che riportano l'attenzione sull'orto e gli animali da cortile ... dalle zampe di gallina ai fegatini biondi. Frutta e verdure di contrasto.






Impeccabile. Sono felice stia tramontando la moda del micro panino a favore del grande pane conviviale oppure a favore del filoncino da affettare al momento del servizio.

L'orcio arcobaleno di olio pugliese (da cultivar Coratina). Molto intenso.

Il tonno e il vitello, o il contrario.

Le animelle in salsa carpione cremisi ed erbe amare. Grande

Lo spaghetto Milano. Gli è venuto così.
Ci ha pensato per fare bella figura all'Expo 2015, e ci è riuscito.
Consapevole del risultato lo ribadisce qui, con successo garantito.
Spaghetto mantecato con un poco di amido e la crema ricavata da un risotto allo zafferano
Fine ragout di osso buco. Gremolata. Pollice alzato ma presentazione migliorabile.

Volevo fare l'Ostico.
Tajarin di carciofi (di carciofi, non con carciofi ...) gocce di ricci mare e carne cruda.
Avanti, ma con giudizio, o verso Bra


Oggi piatti così, quelli che civilizzano al meglio le verdure sono diventati indispensabili.

Umberto del Nobile. Anche lui, sa uscire al momento giusto.

Baccalà, olive e yogurt. Se ce lo porti giù a Meditaggiasca gli applausi sono garantiti

"Ne mangerei a sazietà" mi dici. Guarda anch'io chef, se non fosse che sono in giro da una sette su sette e, quindi te ne lascio una metà scarsa intonsa, di questo dolcissimo rognone cotto da un fine, legato da un fondo bruno intensissimo e spezzato da un coraggioso carpaccio di gambo di cavolfiore.

Fuori onda: una botta di speziature orientali ci fanno cambiare fuso orario, più che fuso brasato ormai, ma i dessert scalano una marcia e fanno risalire i giri al massimo. A volte può rappresentare un problema quando i dolci non sono così dolci, quando sono entità fini a se stesse, stellari.


Cioccolato e pino mugo, e altro non dichiarato alla dogana, ma passi lo stesso
Semi e radici, antologico

Piccola, poca e minimal, ma siamo in Piemonte, noi non ostentiamo

gdf

lunedì 3 aprile 2017

Arborina Relais : Suite & Spa e poi il ristorante di Andrea Ribaldone


- del Guardiano del Faro -


LA MORRA(CN) - Osteria l'hanno chiamata. Termine snobistico per non dare troppo nell'occhio. I piemontesi sono fatti così, fatti bene. E il resto? Ecco, cominciamo dal resto in questa prima parte del racconto di una giornata speciale. Tutte le giornate sono vive e diverse, alcune però trascurabili, mentre altre difficilmente dimenticabili.

Non si direbbe da fuori, come quando guardi da fuori la casa di un piemontese o, una donna in abiti camouflage. Poi, se ti lascia approfondire, le belle sorprese potrebbero essere più certe dei dubbi. Il parcheggio in effetti non ti consente di capire da fuori cosa c'è dentro. Volutamente credo, ma varcata la soglia un nuovo piccolo mondo di lusso non ostentato si apre alla vista. Siamo fatti così.

Nulla di dispersivo o di troppo grande. Adoro le cose piccole. Diventano un giocattolo ricreativo e costruttivo nelle mani di un bambino giudizioso. Meglio i secondi fini che i primi abbondanti. La vita è già una grassa bugia di suo.


La Morra, ma per la precisione all'Annunziata, parco giochi per gli adulti adoranti del concetto Barolo XXXperience. A metà strada dal centro di Barolo e lassù, a La Morra. Nel mezzo tante cose immorali o che fanno ingrassare, concentrate in mezzo chilometro. Il Camia, Veglio e adesso anche il Ribaldo ci si è messo di mezzo, a rallentare il flusso di auto che saliranno comunque a La Morra, perché qui è tutto degno di essere vissuto indossando un paio di calzoni estensibili.


Ma prima della cucina di Andrea Ribaldone vale sicuramente la pena di conoscere questo concentrato complesso di Ospitalità, con O maiuscola e il profilo basso.  Dunque: che cosa si può fare qui all'Arborina Relais? Intanto intrattenere una conversazione dall'accento francese con una Brigitte alla Receptiòn, con l'accento sulla o.

Poi occupare una delle suite o junior suite. Sono solo una decina e vanno a ruba. Danno sulle colline, direttamente sui vigneti o sulla piscina. Certo, se fa caldo la piscinetta contigua ai vigneti invita, prima a fare una passeggiata nelle vigne e poi a tornarci per un tuffo rinfrescante. L'acqua e il vino. Come per i bicchieri sui tavoli.

Se no c'è la piccola ma deliziosa spa, e poi una cantinetta per le degustazioni, e ancora la terrazza che d'estate sarà un punto di incontro alternativo dal punto di vista gastronomico, dove il crudo incontrerà la griglia. Immagino serate al sangue.

Centrale resta il Ristorante gastronomico di Andrea Ribaldone, che una volta lasciata -in buonissime mani- la cucina de I Due Buoi stellati di Alessandria, arriva qui in Langa, geo-capitale eno gastronomica della Penisola, dove tutti sono felici quando ne arriva un altro, perché anno dopo anno gli affari vanno sempre meglio, per tutti.

Il salotto esterno, davanti al Ricevimento.
Originalità e oggetti di design evoluto valorizzano ogni punto con un punto esclamativo

La piscinetta

Il piano ristorante, nella struttura compatta che nasconde sobriamente la terrazza sul tetto e l'ampia cantinetta ricavata di sotto, al livello del fondo della piscina ... ci mancava una parete vetrata comunicante e poi le avrebbero studiate tutte.

Il vialetto che congiunge tutti i punti di interesse del Relais




Salendo in terrazza, sopra al ristorante.

Scendendo in cantina con lo chef manager

Cantinetta adeguata anche per i piccoli eventi o incontri su vari temi

 La spa




Visitando le suite con l'affascinante ragazza del ricevimento



E adesso andiamo a tavola, a ritrovare la cucina di Andrea Ribaldone, un grande appassionato del quinto quarto: il risultato è da podio.

Ben ritrovato manager chef !
gdf - prima parte