del Guardiano del Faro
Sembrava una bella giornata, ma che ad un certo mi si è
rivoltata contro, dandomi poche vie di scampo. Mi sentivo stanco. I capelli mi
puzzavano d’aglio, ci sarebbe voluto uno shampoo. Era tempo di lasciare alle
spalle la Tour e
rientrare nella dimora nascosta nella Foresta di Milly, che non è proprietà
privata di una ricca signora scozzese volata in Francia per la dolcezza del suo
clima, ma una libera isola verde e felice nell’Ile de France, dove poter
lasciar volare via lo stress della Capitale; la responsabilità.
Crissy ne ha mangiate troppe di crocchette di patate
all’aglio qui su al secondo piano della Tour Eiffel. Si chiama Jules Verne il
ristorante stellato dove guardare sotto vetro la capitale delle stelle dall’alto
in basso.
Colpa di quel non decoro di Slavik, colmo di nero e trafitto da piccoli faretti alogeni, che ti costringono a concentrarti sul piatto e a mangiare troppe ma irresistibili crocchette all’aglio, insieme a rosee cotolette d’agnello, tentato e combattuto se approfittare o no anche dalle sue tenere gigottine.
Colpa di quel non decoro di Slavik, colmo di nero e trafitto da piccoli faretti alogeni, che ti costringono a concentrarti sul piatto e a mangiare troppe ma irresistibili crocchette all’aglio, insieme a rosee cotolette d’agnello, tentato e combattuto se approfittare o no anche dalle sue tenere gigottine.
Nell’aria si sente, e allora sarà venuta finalmente l'ora di cambiarla quest' aria, o di digerirla a fatica, anche con un finestrino aperto dell’auto, guidando e pensando a
qualche cosa che possa far girare il vento, per sopprimere il comprensibile ma
fastidioso rigurgito di frasi agliate, sperando che nella foresta di Milly queste si disperdano nel verde.
Il rigurgito è diverso da il riflusso, malattia
professionale degli Ispettori delle Guide, o dal reflusso, ondata politica di
ritorno degli anni di Gaber. Non credo di poter placare il rigurgito, il suo,
ma almeno deviarlo o confonderlo si. Il vomito verrebbe subito dopo, non sapendo più gestire un rigurgito, il materiale giornaliero non digerito dallo stomaco che risale verso l'esofago, la faringe, la bocca.
Per cambiare rigurgito ci vorrebbe qualche cosa di ancor
più terrestre dell’agnello con crocchette di patate all’aglio del Jules Verne.
Oppure provocarmene uno anch’io, e pareggiare i conti, andando verso un
colloquio al massacro.
Pescare tra i prodotti nascosti 20.000 leghe sotto i mari
a quel punto. No, fuori luogo, troppo delicati quegli alimenti, quegli elementi, quegli argomenti; e io non sono ancora così profondo, non ancora pronto per l'immersione. Invece, in questo
luogo, nella foresta di Milly, si potrebbe nascondere l’ago nel pagliaio, o
meglio, il chiodo scaccia chiodo.
Il gioco al massacro in una foresta di cinghiali da fare
a pezzetti e cuocere piano piano, pressati in terrina, con erbe e tartufo nero.
Con quel poco di aglio che mi ricordi l’esito del pranzo, prima che partissero
i rigurgiti, con quel poco di aglio che si accorda così bene con i cubetti di
tartufo nero pregiato, che si accorda così bene con i cubetti di carne scura
del cinghiale.
Mi piace questo rigurgito tartufato. Ci fu un buon gourmet e grande scrittore che ne vantava gli effetti pomeridiani. Proprio al rigurgito del tartufo nero alludeva, tartufo nero pregiato, appena governato da una sfumatura d’aglio e da una carne bianca e giovane, dove appoggiarsi con il calice, bevendo un altro bicchiere di Pommard, e continuare a scrivere, in solitudine.
Quello scrittore poteva star comodamente seduto nel grande padiglione vetrato de
Non mi viene proprio in mente chi fosse quello scrittore,
datemi una mano a ricordare, ora, qui, dalle parti di Milly la Foret , precisamente a
Barbizon, più precisamente in questo vecchio ed ex Relais et Chateaux; a L’Hostellerie
du Bas Bréau; qui, dove Robert Louis Stevenson scrisse L’Isola del Tesoro.
Il luogo ispira, e non più consiglia: l’atmosfera mi si
impregna addosso; più tardi mi dovrò lavare di nuovo i capelli, unti e grassi come le setole
di un cinghiale. Ma prima della doccia tiepida e dopo la terrina gelatinata di
cinghiale al tartufo nero ben venga anche una giovane Grouse scozzese chissà
come piovutami nel piatto, dalla foresta di Milly.
Una giovane Grouse glassata, posata su un letto di cereali, con il suo splendido fondo ben tirato , au jus des truffes. Una
Grouse, chissà come caduta qui per motivi di caccia, da accompagnare con questo
vecchio Volnay 1983 e poi a questo Gevrey
1978, così stimolato e inebriato dai vini e dall'aria fresca e frizzante della Foret da poter già immaginare una dolce conclusione verso un Porto sicuro, un Vintage 1961.
Il direttore è italiano: Mr. Fava, e quindi in italiano gli domando: Che cosa ci sarà di
contorno alla giovane Milly? Ma lui in francese mi risponde: Cher monsieur, avec
sa jeune poulette de bruyère écossaise nous servons de champignons sauvages dans la
casserole, et croquettes de pommes de terre à l'ail, bien sure. Forse non ci siamo capiti caro Direttore: Avez vous dit Poulette? Pas Milly? Et avec croquettes de pommes de terre à l'ail ??? à l'ail ?
Confortatemi e non confondetemi : forse
era Alexandre Dumas. Forse fu tra i suoi rigurgiti di tartufo nero che nacque
Il Conte di Montecristo. Lui, il Conte, come mi definirono ironicamente alcuni per il mio stile troppo ostentato di un tempo passato, lui e i suoi diversi travestimenti, spiegati a vela tesa per confondere gli altri e portare a
termine il suo progetto.