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mercoledì 22 agosto 2012

Invito al viaggio | L'Auberge de l'Ill

- gdf 2012 -


Mi sembra che ormai all’appello manchi solo questo tra i più grandi dello scorso millennio e dell’inizio di questo. Questo e qualche altra vecchia volpe spelacchiata sfuggita alla caccia, ma questo è il caso più significativo. Ma non durerà molto questo privilegio, ne sono certo. Il rientro dalle vacanze estive si sta compiendo e sarà quindi necessario solo aspettare pazientemente che le emozioni si siano sedimentate e le fotografie scaricate ed aggiustate, adeguate a scopo web.

Non può rimanere vuoto a lungo lo spazio lasciato all’immaginazione,  osservando solo idealmente dai balconcini di una suite ricavata nel vecchio “sechoir de tabac” il malinconico salice piangente che lacrima nell’Ill, con le più lunghe fronde trascinate dolcemente dalla pacata corrente.
E la maestosa e solenne colazione presa direttamente in barca, cullati da un delicato rollio...

A pranzo, attraversando il rigoglioso giardino, tra ironiche sculture, prima di entrare nel luminoso padiglione vetrato, che di sera prenderà i colori e i riflessi delle luci dell’interno e dell’esterno. Più complessa una serata all’Auberge de L’Ill rispetto ad un pranzo di campagna.

Dove andiamo a cena?
In uno dei primi dieci…
… nei primi dieci di che cosa?
… nei primi dieci del Mondo!

Lo sarà ancora? Secondo me non lo era né dieci anni fa né venti anni fa, per la cucina intendo, tuttavia un luogo come l’Auberge de L’Ill  lascia il segno per diversi motivi oltre che per la sua cucina di radice alsaziana, ma che ormai – anche qui –  strizza un occhio alla mandorla. Forse prima si, ma credo perché l’emozione è bella quando ne sai poco, quando non hai esperienza, quando ti fai incantare anche dalle apparenze oltre che dalla solidità dei contenuti. Quello che potrebbe accadere oggi a chi si avvicini al villaggio dell’ Alto Reno di Illhaeusern ( pronunciarlo giusto al primo colpo è impossibile, provate a confrontarvi con uno degli 800 indigeni…) e rimanere incantato di fronte a tanta struggente e malinconica bellezza. 

Le saumon soufflé al Riesling de L'Auberge o  la mousseline de grenouille Paul Haeberlin non sono piatti molto moderni, ma secondo me non lo sono mai stati, perché sono piatti senza tempo, e quindi non possono essere mai stati moderni, solo contemporanei per un giorno. Testina di vitello e scampi ancor meno, molto coraggiosi gli Haeberlin, anche quando si tratta di accostare trippa e foie gras. Oggi potreste però trovare, a fianco all' Homard Prince Vladimir, anche una ironica boite a sardine e, ahimé, l'onnipresente maccarello, però al caviale Petrossian, tanto per ricordarvi dove state.

State in Rue de Collonges, al numero 2, non ci si può sbagliare, ma mi sorprendo che gli Haeberlin siano rimasti gli ultimi, e non certo per colpa dei prezzi ( menù a 120-160 euro ) o della geografia ( mezzora da Basilea ) e neanche dalla fama ( tre stelle Michelin dal 1967 )

Sarà un caso, sono certo che a breve avremo on-line qualche resoconto che completi il grand tour. Ma poi? Poi che senso avrà proseguire raccontando situazioni che non interessano praticamente a nessuno?

- gdf -