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venerdì 10 aprile 2015

Aoc Champagne Cuvée n° 731 Brut s.a. Jacquesson



Continua la saga della cuvée numerata – anche questa, ormai, di difficilissima reperibilità - dei fratelli Chiquet.

La 731 è vendemmia 2003 – annata molto calda, anche nella Champagne – nella misura del 59% - come per la 729, affidarsi per il 41% ai vins de rèserve, la dice lunga – con i tre vitigni così assemblati: 52 parti di Chardonnay, 31 di Pinot Meunier e 17 di Pinot Nero; il dosaggio è più che mai da extra brut – 2 grammi/litro – con dégorgement nel primo trimestre 2007.
Un’altra bella sfida.

Dopo tutto questo tempo, ha assunto il giallo oro, con perlage assai fine e duraturo.
Al naso c’è la giusta evoluzione, tuttavia si sente che è vivo e in gran forma, chè freschezza e vinosità risultano interpreti di spessore. Il quadro olfattivo si orienta, dapprima, verso un côté burroso, di nocciola e mandorla, che vedrà, in seguito, affiorare pesca, albicocca essiccata e tanti agrumi confits – cedro, limone e arancia – con preziose incisioni gessose.

In bocca scivola fresco e soave, di raffinata tensione gustativa, con un acuto e riuscito amalgama tra aromi canditi, frutta secca e declinazioni minerali.
Sorso di profondità e ampiezza elevate, retto fino all’ultimo da acidità pulsante, con consistenti note marine-rocciose in chiusura.


Un’altra bella sfida, con vittoria finale.

venerdì 28 novembre 2014

Aoc Champagne Cuvée n° 729 Brut s.a. Jacquesson

Sottotitolo: evoluzione, questa sconosciuta.


Quando alcune settimane fa scrissi della 728, terminavo con una considerazione sui tempi di sboccatura e sul fatto che non fosse il caso, giustamente, di attendere lustri prima di aprire un bsa, pena azzardi elevati. Sarà fortuna, con la C maiuscola, tuttavia ecco immediata la smentita.

Questa cuvée è relativa alla vendemmia 2001 per il 58% - essere ricorsi al 42% di vini di riserva illustra, con efficacia e più di tanti bla bla, il millesimo - con i tre vitigni classici, sostanzialmente in parti uguali - 34 Chardonnay, 34 Pinot Nero e 32 Pinot Meunier – dosaggio da extra brut (5 gr/l) e dégorgement nel secondo trimestre 2005 – comunque 9 anni e mezzo, mica cotiche.

Apro con un’ora di anticipo e resto letteralmente stonato da un naso freschissimo, che parla come nove fossero mesi, non anni, di sboccatura. All’inizio sensazioni freschissime, irrequiete e avvolgenti di cipria e lavanda, lavanda e cipria e null’altro. Più tardi molto gesso, pompelmo e cedro, zero note ossidative, niente miele e tutto il bagaglio di aromi confit.

All’assaggio la sua freschezza è ancora più nervosa, impaziente, ma di effervescenza affettuosa e carezzevole. La bocca non si schioda da quanto intercettato al naso: sempre cipria e lavanda, in grande rilievo, con l’aspetto agrumato sì presente, ma defilato. Impressiona la formidabile tensione acida che “obbliga”, senza soluzione di continuità, un sorso via l’altro.

Lentamente, lavanda e cipria cedono campo, a totale beneficio di uno spaccato gessoso, al cui interno si fondono, magicamente, eleganti e copiosi spunti di liquirizia.
Lunghissime, profonde, interminabili emozioni. La 729 la ricorderò così: cipria, lavanda, gesso e liquirizia. Ça suffit.


La progressione numerica continua, vedremo come andrà con la 730.