Visualizzazione post con etichetta 1996. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta 1996. Mostra tutti i post

domenica 7 dicembre 2014

Sassella Rocce Rosse 1996 – AR.PE.PE.

- Fabrizio Nobili -

Sì lo so che si diventa monotoni a parlare e scrivere sempre delle stesse cose, si diventa vecchi e non si cresce. Il motivo però c'è ed è molto semplice, in questi giorni in cantina festeggiano i 30 anni di attività. Cosa c'è di meglio se non si può essere a Sondrio se non quello di stappare questo capolavoro enologico valtellinese?

I giovani Pelizzati Perego hanno deciso di aprire le porte della cantina permettendo così agli appassionati ed ai fans di entrare nel loro mondo produttivo. Un mondo che mantiene ed esalta la strada intrapresa dal padre. Estrarre il meglio dall'unicità che il territorio riesce ad offrire nel rispetto della tradizione elevata alla massima potenza con una visione proiettata al futuro e con l'impegno profuso per farsi conoscere a livello mondiale.

Nell'ultima visita effettuata l'anno scorso sono riuscito a convincere Emanuele a cedermi questa bottiglia del 1996, volevo qualcosa da bere con qualche anno in più rispetto ai comunque già decisamente maturi vini che vengono messi in commercio.

Questo Sassella è di un colore granato trasparente brillante con riflessi aranciati che rispettano gli standard della Chiavennasca. I profumi si evolvono nella direzione del tabacco delle bacche di ginepro ed erbe di montagna. In bocca è sottile, equilibrato tannico ed acido dalla persistenza notevole.



martedì 15 ottobre 2013

Sono solo bottigliette


di Fabrizio Nobili



Mi ricordo che anni fa
di sfuggita a Pibarnon
ho comprato dei flaconi del novanta,

e nei sogni del mio bambino
il bicchiere era una spada,
e chi non ci credeva era un pirata.

E la voglia di assaggiare
e la voglia di degustare
forse mi è venuta proprio all'ora.

Forse è solo una pazzia
però è l'unica maniera
di bere sempre quello che mi va.



Non potrò mai diventare direttore generale
di banche ed assicurazioni,
non potrò mai far carriera
nella rivista di degustazioni
anche perché finirei in galera.

Gli impresari dell'ex partito
mi hanno fatto un altro invito
ed hanno detto che si beve male
perché dovrei andare anch'io al raduno generale
della grande festa nazionale...?




Ma che ci volete fare
forse non sarà normale
ma è il DNA che mi fa degustare.
Senza gioco né finzione
forse non è solo un'illusione
di avere sempre io la ragione.

Per chi è in malafede
sempre a caccia delle streghe;
Dico: non prendetela troppo seria!
e lasciatemi sfogare
e lasciatemi assaggiare
sempre e solo quello che mi va.



Sono solo bottigliette
non mettetemi alla strette
sono solo bottigliette.



Un ottimo sommelier di un importante ristorante pied dans l'eau a non molti chilometri da Pibarnon mi disse che i Bandol maturi possono confrontarsi senza problemi con i vecchi Bordeaux. Me ne convinsi dopo aver assaggiato fianco a fianco un Lafite Rothshild 1979 e un Pibarnon 1996 che vinse senza problemi il confronto. Nel bicchiere il vino si presenta di un bel rosso granato trasparente dai riflessi mattonati, da un lato dichiarandone così l'età ma al contempo anche la struttura mediamente leggera del vino.


Il naso, appena aperta la bottiglia, è poco espressivo, forse perché questo nettare come noi umani dopo una lunga dormita ha il fondamentale bisogno si stiracchiarsi. Con l'ossigenazione arrivano i profumi che spaziano dal classico frutto rosso al goudron ad una bella liquirizia e un po' di fondo bruno passando per una nota di tabacco e cuoio. La bocca è fresca e leggera grazie ad una viva acidità e a un finale di rosmarino.



F.N.