lunedì 24 agosto 2015

Pisellino, Fanghina e Lagunello



gdf 12 minuti

Anche Allegri si sentirà un po' più nero che bianco senza Pirlo. La triglia non ha un bel colore lontano da Livorno. Dopo gli orange wine pensavamo di averne visti do ogni colore al bancone dell'Armadillo Bar, invece ecco una nuova generazione di vini,  quelli evidenziati senza falsa ironia nel titolo, che si rifà ad un grande nome della satira italiana. Sono anche più di tre le nuove tipologie di vino indentificabili nell'immaginario etilico come satir-wine 2015.  Michele Serra , che ho spesso letto pronto alla risata amara o al ghigno cinico condiviso, ce le racconta a modo suo nell'articolo apparso su L'Espresso on line, appunto, come forma di satira preventiva, come dire, mettendo le mani avanti non riuscendo a metterle sulla bocca per nascondere un principio di riso, non trovando proprio modo di auto stimolarsi, neanche con una manciata di chicchi che possano andare oltre ad un sorriso parboiled. Ah, trovare una venus milk machine, anche usata, sai che risate a metterci dentro il Pisellino.

E così il Pisellino diventerebbe l'indispensabile connessione tra una Passerina e una Pecorina, pardon, Pecorino, per non dare adito a illazioni sui gusti e le rispettabilissime tendenze personali. La Fanghina fa da vino di riferimento della Terra dei Fuochi, spegnendo sulle labbra le polemiche sul tema delle falde inquinate, mentre il Lagunello prende forme lipstick e colori contro versi, perché frutto e fruttato da calici lasciati a metà -mah- da crocieristi lagunari tutto compreso, in maniera da poter consentire -allo chef de cave della nave- di creare cuvée sempre diverse, a seconda del rollio e dei giri di stomaco. Le cuvèe potrebbero essere anche numerate e millesimate, Jacquesson insegna. La maglietta più in voga tra i croceristi sopr'aggigliati? : " Ansonica? No grazie. Ma se non ne sai di vino toscano che fai? Un ti capisce nessuno fin che non vai più a fondo."

Vale tutto. In Toscana abbiamo anche il Rotaia, forse amico o parente dl un Regionale Veloce senza controllore, fratello di etichetta del Sassicaia, mentre si sale di tono quando le citazioni arrivano a denominazioni più famose quali il Barolo, che forse a causa del passato luglio, il più caldo dal 2003, sa già di brasato in vigna (questa mi piace perché rivela conoscenza dei problemi in vigna), o rivelandoci che il Franciacorta è già originariamente gassoso in chicco, così come le genti di quelle terre, autori di vini degni di essere abbinati con fatica ad ogni calamaro già ripieno di se stesso.

Gassoso ... già ... viene in mente il noto Terzinho, che potrebbe essere stato un difensore brasiliano fludificante in prestito al Napoli in attesa di dimostrare le sua qualità, peculiarità che potrebbero allargarsi ben oltre l'uso locale; mentre invece è un'altra cosa, dovendo la sua notorietà ai fattori pedo climatici del luogo, alle caratteristiche uniche delle falde su cui è cresciuto. Terroir per ora unico ma che potrebbe essere abbastanza facilmente replicato altrove in Campania.

Terzinho che poi si rivela nel bicchiere per i curiosi toni di colore cangiante, archetti nel bicchiere che si allargano a macchia d'olio. In bocca scorre via veloce, sfuggente, come ai nas meno avveduti, correndo ai limiti del consentito della DOC, rimanendo però coerente al naso e al retrogusto fino all'ultimo sorso possibile, per l'inequivocabile sentore di idrocarburi, così come troveremo in un Riesling irriguardoso, libero di evolversi senza doversi guardare alle spalle.

Bha, forse un decennio di frequentazioni di forum vinicoli come quello del Gambero Rosso, dove si è già detto laqualunque sui temi ilari legati o allegabili al nome dei vini che più si prestano al cazze@@io ci ha un po' esaurito le pile allo zinco carbone, a partire dall'origine del tema : il virile Bricco dell'Uccellone, perché poi da li è stato tutto in discesa, giù dalla collina, di tutto ... un ardente Buttafuoco, un cracchiano Barbacarlo, un pungente Castello di Lispida. L'elenco sarebbe infinito, va bene tutto, si sta scherzando, e quindi perchè non evitare di cadere nel Lacrymare Tristi.

3 commenti:

  1. Se Trapattoni non avesse fatto il diavolo a quattro per spiegare in italiano e in tedesco perchè ce l'aveva con Thomas Strunz non avrei mai scoperto il divertente mondo del calcio...
    Alba

    RispondiElimina
  2. Dai che quest'anno abbiamo -per il gusto femminile- un altro coach portoghese fascinoso quanto un Porto Vintage, meno accigliato ma da subito ben aggigliato

    RispondiElimina
  3. Come puoi dimenticare che Serafini Vidotto ha dedicato alle grandi caratteriste della commedia all'italiana il celebre Phigaia....Saluti agli armadilli Ernesto Boggiani.

    RispondiElimina