mercoledì 19 agosto 2015

LA SINDROME SUI CUBI


Peter Pan, 50% sindrome, 50% discoteca

Marco 50&50

Dimmi qualcosa di banale.
Mi piace la Milano deserta, anche se il clima non è desertico, caldo e secco con forti escursioni termiche, quanto piuttosto un clima tropicale, o meglio, da foresta pluviale tropicale.
Mi piace scartare ogni mattina un regalo, quello che mi fanno le tangenziali milanesi nelle prime tre settimane  d’agosto, facendosi trovare mezze nude, mi piace il rumore del pavè pensato per cavalli e carrozze mentre lancio i miei cavalli sul Naviglio alla ricerca di una mozzarella in carrozza.
Mi piacciono i negozi chiusi, i ristoranti chiusi, i telefoni che suonano a vuoto e il vuoto intorno, mi piacciono  i semafori verdi che cambiando colore consentono ai ricordi di bussare piano…

La verità è un’altra e risiede nel senso di andare in vacanza nei ventuno ruggenti.
In tempi relativamente vicini, ma evidentemente così lontani, sarebbe stato semplicemente impensabile rimanere a Milano dall’uno al ventuno Agosto, il resto del mese mancia, oltre tutto sarebbe stato stupido non andare in ferie quando ci vanno tutti nei ventuno ruggenti, che, a ben pensarci potrebbe essere riferito anche all’età, oggi infatti che senso avrebbe andare in vacanza alle Eolie, in un’isola greca, in Sardegna, a Minorca o a Formentera nel periodo più caotico dell’anno, l’alta concentrazione di giovani in vacanza potrebbe garantire maggior divertimento e possibilità d’incontri, ma bisognerebbe essere in grado di tenere il ritmo per non andare fuori tempo, riprovarci servirebbe solo a dimostrare quel che già in fondo sappiamo, c’è un tempo per ogni cosa, anche per le estati senza tempo.
Il traffico inesistente, in realtà, ogni mattina mi fa un regalo di consolazione, perché non dovrei essere qui ma in vacanza, adesso studiamo le partenze intelligenti evitando i giorni da bollino nero, eppure nei ventuno ruggenti che, fortunatamente, ho potuto replicare per qualche lustro, non credo di aver mai pianificato più di tanto le mie partenze, la coda faceva parte del gioco ed era motivo di gioia e se al Peter c’erano solo posti in piedi, tanto meglio, oggi l’alba ha un sapore diverso, adesso le nostre vacanze estive diventano viaggi a primavera inoltrata o d’autunno imminente, oppure scegliamo un “vero” periodo estivo ma una meta di nicchia, scambiando per esclusivo un contesto silenzioso, senza percussioni, senza un pulsante quattro quarti che ci ricorderebbe che siamo ancora vivi.
I posti esclusivi, i viaggi alternativi, mi sono sempre piaciuti ma la fuga dal caos non è mai stata prioritaria, si diventa più orsi ad ogni giro di lancetta, così immagazziniamo grasso e arrediamo la tana in previsione del letargo, invece dovremmo puntare al miele, al succo di vita, ballando sui cubi.
Il numero di persone che, sedute di fianco a noi sulla sabbia, condividono le nostre estati, diminuisce inesorabilmente ed inevitabilmente con l’aumentare dell’età anagrafica, gli anni delle immense compagnie è l’immagine iniziale più nitida che perde protagonisti, luminosità e colore nel tempo, adesso sta rannuvolando, l’estate sta perdendo colpi, il sole non picchia più con costanza mettendoci l’applicazione dovuta, a proposito di applicazione sembra ce ne sia una che consente di trovare con facilità ed immediatezza località, albergo, parcheggio, abbigliamento adeguato, “lontani” di ombrellone, letture consigliate, per una vacanza “autunnale” di fine agosto, vado a scaricarla.



…sbiadisce assieme al verde la speranza, ammonito con un giallo dal semaforo che diventa rosso, transitano sfuggenti ricordi smeraldi che sembrano pietre false, come le carte che farei, per tornare, almeno per un attimo, fuggente, indietro, sulla spiaggia del Pevero

M 50&50

3 commenti:

  1. Con la vespa px, ogni 15 di agosto a Milano, anche facendo 200 km, per vedere l'effetto che fa, senza casco e ghisa

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  2. Solo bei ricordi al Peter di Misano Monte ...

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  3. Quindi eravate voi due, uno con un completo di lino arancione che sfrecciava con l'arancione al semaforo in direzione della Champagneria e l'altro che beveva champagne, in collina, con le cuffie in attesa dell'Alba, adriatica.

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