lunedì 17 agosto 2015

Il pubblico profilato


del Guardiano del Faro


Dicevano a Renzo Piano : ma quando lo finite il lavoro ?


Scrivi una pacata recensione su uno dei migliori ristoranti della Penisola, ci aggiungi fattori collaterali ma non secondari come il contesto in cui opera, le persone che ci lavorano, l'indotto che ne può conseguire e i prodotti del mare e della terra che sta rivalutando nella sua cucina, e poi senza che tu lo possa prevedere, quello strumento che si chiama Facebook te lo da in pasto ad un pubblico che voleva altro da masticare.

Descrivi, quel che fa quel ristoratore, e anche quel che riescono a fare altri che operano nella medesima zona con qualche difficoltà di comunicazione, a beneficio non solo proprio ma anche della collettività, essendo il locale l'indiscusso riferimento del luogo, e gli altri comunque validi, e il prodotto di cui si parla, elemento costante e presente ormai in mezzo mondo quando si tratta di alta cucina, .... ma al pubblico "non profilato" interessa un altro aspetto, anche se credo tutti mangino almeno due volte al giorno.



Ci aggiungi una variabile relativa all'attualità, quella che si chiama "notizia" e così ti sembra di aver messo insieme una cosa carina da leggere o da guardare. Ti metti li in attesa del riscontro 2.0 (che arriva sponteneamente da facebook) e ti rendi conto che fatti 1000, sul tema gastronomico non commenta nessuno, mentre sulle olive giganti di ferro si scatena il tiro al tordo di passo, che con le olive ci sta anche piuttosto bene. L'articolo è qui, non ha bisogno di altri click, comunque se ve lo volete guardare non lo nascondo.


Difficile ritracciare tutti i commenti, perché le condivisioni creano non un solo grande fungo atomico ma centinaia di piccole esplosioni che, a catena ne scatenano altre. Un filo comune, come nel film I Mostri dove Tognazzi e la moglie sono al cinema. La scena è quella della fucilazione di Partigiani da parte delle SS. Finita l'esecuzione, Tognazzi, da dietro pesanti lenti e pesantissima montatura si rivolge alla moglie -passiva come un ameba- confidandogli che il muretto della loro villa lui lo vorrebbe così, come quello che finalmente si riesce a vedere meglio dopo che i Partigiani sono caduti a terra sotto i colpi delle SS.



Il disinteresse verso il lato gastronomico è deprimente, mentre le olive di ferro prendono si e no un 25% di Mi piace, e dove invece il 75% degli utenti non profilati sul food and wine ma preparatissimi sulla sterile polemica politica, si scopre avrebbero destinato il denaro -ma sapendo come trovarlo ?- ad "altro". Come dire, qualsiasi cosa, anche un prato secco e un lampione spento in mezzo a quella grande rotonda, ma quelle olive no. Perché no? Ho zappato a lungo per cercare motivazioni degne di una mente evoluta, inutilmente.

Mi viene in aiuto un tecnico informatico, facendomi capire che ogni pubblico sensibile a Facebook ha ormai sviluppato un suo profilo, appunto, un profilo Facebook, che raramente decide di cambiare. la sua inclinazione e di conseguenza il suo interesse può essere prioritariamente rivolto verso ... A: la gnocca; B: i gattini; C: i cagnolini; D: il calcio; E: la politica; F: la cronaca, meglio se nera; G le previsioni del tempo; H: le auto che non si può permettere; I : il cazzeggio; L: la polemica sempre e comunque; M: chi è morto oggi ... food and wine non pervenuti, se è vero che i siti più specializzati sul tema non vanno oltre alle unità di migliaia su ogni pezzo, spesso non arrivando neppure a 2000 click.

Imparino! Invece di ostinarsi di tenere la testa sul piatto provino a parlare nella recensione anche dell'aministrazione locale del paese dove sono andati a mangiare e delle opere che ha messo  o non ha messo in atto quel Sindaco, e quanto sono costate, e come e perché, aggiungendo pettegolezzi, sentito dire, e ancora ponendo domande retoriche, allora si .... allora farete il pieno, anche se non lo vorreste, non in questo modo.

L'assessore Ivan Lombardi, Mauro Olivieri, Vincenzo Genduso ... con Luigi -ovunque- Cremona

Comunque sia, tutta la mia solidarietà - e anche i complimenti sinceri- a Mauro Olivieri, premiatissimo food designer affermato e maitre à penser delle Olive Giganti di ferro di Taggia, al Sindaco Vincenzo Genduso e a tutti quelli che hanno creduto utile questa opera, che farà discutere quanto il Beaubourg, ma che identificherà in maniera indelebile Taggia e il suo prodotto Principe ... hai voglia a spostarle, pure cambiasse l'amministrazione ... e diventerà inevitabilmente un punto d'attrazione, di selfie, meeting point e luogo di partenza per salire in una vallata, alla scoperta di quello che il 75% degli utenti profilati sulla negatività non vorrebbero che si sappia cosa si sta facendo di buono in quella vallata, quelli che probabilmente sono fieri di vantare uno Zampillo come simbolo di una città

gdf


16 commenti:

  1. profilato in ghisa....
    Franck

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  2. Nelle categorie profilate mancano gli economisti in euro greci
    Georges

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  3. Ci vogliono Palle di ferro!

    BB

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  4. Abbiamo toccato qualche animo sensibile dedito solo a cose semplici e molto superficiali ...ma del resto l Italia è piena di persone del genere

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  5. Beh, che dire ... sempre sul pezzo, anche quando è duro o di ferro
    Andrea

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  6. Ironia di grana fine, che come al solito passerà inoservata di fronte alla "sterile polemica"
    Beppe Ciocco

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  7. Ad essere sincero l'ottica di chi da anni lavora nel settore per portare questa vallata al top in questo settore mi mancava ed è oltremodo interessante,peccato che il cittadino medio ,quello della gnocca ,dei gatti e della politica su fbook non ha stipendi a 5 cifre e non è direttamente coinvolto in questo tipo di attvita'.La considero comunque necessaria e fondamentale per portare nel nostro bell'entroterra l'attenzione che merita.L'opera come viene definita sopra starebbe bene in un comune dove tutto il resto è gia' al top,poco importa se dei 120000 euro spesi "solo" 40000 preovengono dalle nostre tasche(io sono cittadino del comune di Taggia).Personalmente quei 40000 li avrei impiegati sempre in promozione turistica e sempre in questo settore,ma non si puo' pretendere che questa scultura diventi il biglietto da visita di un comune alle porte della valle argentina,quando in questo comune le prime cose ,per un turista,che balzano agli occhi sono una gran bella discarica in via di costruzione,una sporcizia urbana dilagante e un 'acqua(si perchè fino a prova contraria da molti anni è sempre stato solo ed esclusivamente il mare a fare turismo)sporca e malsana.Poi i commenti ci stanno tutti ed il mio in questa pagina risultera' scomodo,ignorante e via dicendo,resta il fatto che solo chi vive qui sa come "funzionano" le cose.C'è chi si sa vendere e c'è chi si fa comprare,resta il fatto che chi si lamenta forse ha motivo per farlo ,i social sono anche questo e non per forza la ragione spetta solo ad una elitte ben connotata nel contesto-

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    1. Intanto, è notizia conosciuta che il comune di Taggia sia uno dei più ricicloni della Liguria, e quindi d'Italia, sul resto tutto è opinabile, ma i dati di fatto no

      Francesco

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    2. purtroppo la discarica sara' provinciale,ma inutile infastidirti con argomenti che nulla hanno a che vedere con l'argomento,vieni a farti un giro qui da noi ,assaggerai dell'ottimo olio,ottimi piatti,ottimo vino e poi se andrai oltre vedrai che il resto è oggettivo e poco opinabile.Saluti

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  8. C'è un bar nella piazza dedicata agli alpini sul lungo mare ..... che scandalo dedicare una piazza agorà sul mare agli alpini ... uhhhh ahhh, dove se ti siedi e non c'è nessuno, comunque nessuno viene a darti un bicchiere di birra

    Antonella

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  9. La parte armata di Taggia, le cui acque salate non sono così male, basta avere voglia di spingersi un po’ oltre, mi ha consentito di scoprire bar sprovvisti di senape, un Convento dei Cappuccini, non degli Olivetani stranamente, e una Valle Argentina che non fa per niente ridere, anzi, va presa molto seriamente, ci sono andato alla ricerca di Belen ma ho trovato altro e quasi altrettanto appagante, entroterra incontaminato, o quasi, per il “dopospiaggia” , considerando che la distanza dalle pinne di pescecane al minestrone ligure con olio a km uno è irrisoria, credo di poter affermare che come Belen questa zona merita di essere scoperta anche attraverso o per mezzo di sculture che non entusiasmano.

    Per quanto riguarda invece l’interesse che alcuni post nazional popolari dal profilato non altissimo suscitano, credo si possa dire che il gambero di Sanremo, che solitamente scrive pezzi di nicchia, usando la testa ton sur ton riesce a parlarci di argomenti popolari rendendoli interessanti mentre chi scrive solo pezzi popolari, avendo un altro tipo di testa, difficilmente potrà fare il contrario.

    Il commento più bello sulle olive mi è arrivato in privato da un’oliva di Gaeta che sa essere pungente come un olio toscano e delicata come un’oliva taggiasca…

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  10. facendo implodere i condomini attorno troverebbero un'ampio spazio dove esplodere
    Anonimo

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  11. Ho giudicato orrende queste Olive di Olivieri al primo impatto visivo sul web però Anonimo ha ragione, quelle palazzine intorno stanno alla scultura come le mosche all'oliva: la danneggiano. Volendo cercare qualcosa di argentino oltre alle olive di ferro improvvisamente mi sono accorta che attaccata c'è una foglia.....
    Belin
    Alba

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  12. Per dovere, segnalo anche un commento arrivatomi in pvt, non favorevole, e quindi non da nascondere ...la mail ovviamente è firmata :

    "...orrende, meno allegoriche del dito medio di Cattelan e del fagiolo di Cichago di Kapoor, riescono a rendere ancora più degradato il quartiere. Neanche messe in piedi rendono grazia al frutto."

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  13. L'equazione Belen-Argentina pare che tiri, e magari veniva via a meno di 140.000, tutto compreso
    Sempre l'anonimo pensante

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