sabato 27 agosto 2011

Belfagor

- gdf 2011 -

Un caldo pomeriggio parigino di fine agosto 1979. Rue Rivoli è molto diversa da oggi, i porticati sono sporchi e anneriti di smog, i negozi dimessi e le brasserie hanno ben poco fascino, baguette farcite di patè e kronenbourg è il massimo della libidine, salvo attendere la sera, quando altri locali a coefficiente di libido più alta si alternino a squallidi bar di quartiere fiocamente illuminati. Sotto i portici allora saranno più i clochard che i turisti a riempire archi e androni di bottiglie di pessimo Cote du Rhone da pochi franchi al bottiglione. Si tira tardi, si rientra in camping al Bois di Boulogne. Il mattino seguente c’è tutto il tempo per una colazione a Montmartre, prima di ridiscendere verso il centro: Madeleine, Concorde, Quai des Tuileries ed infine Quai du Louvre.

Parcheggio la vespa px 125 turchese metallizzato a fianco di uno degli ingressi laterali del Louvre. La lego con una catena ad un palo della luce . Nessun flic protesta, era andata diversamente la mattina prima volendola legare al pilone est della Tour Eiffel. La vedo nera Parigi. Entro con il fare di chi sa quello che vuole vedere. Pago il biglietto, incontro un addetto poco distante dallo Scriba, giù in fondo ad una nicchia buia, lui mi anticipa : italiens? Monna Lisa? No, non hai capito, non sono Ivan Graziani, sono un Rosacroce, io voglio vedere Belfagor. Intimorito non sa cosa rispondere. Belfagor, la statua di Belfagor, non il fantasma . Niente, cerca di incrociare lo sguardo con un collega che nicchia, pas de Belfagor . La divinità dell’inganno sta per avere di nuovo la meglio. Come non c’è ! Ce lo avete menato degli anni con quella serie televisiva che mi prendeva un colpo tutte le volte che appariva il fantasma vicino alla statua di Belfagor. Ora si avvicinano in coppia e la mettono giù dura, non c’è nessun Belfagor al Louvre, accontentatevi dello Scriba e qualche vecchia Mummia. Di quelle ce ne sono di più in centro che qui dentro. Niente Belfagor, andiamocene prima di tirare una botta in testa ai custodi, sleghiamo la vespa dal palo e ci dirigiamo nel Marais. Un croque jambon fromage delle 11 in Rue du Temple prima di rintracciare il Conservatoire des Art et Metiers, abbastanza noioso a dire il vero. Qualche sprazzo di atmosfera Rosacroce, questo indubbiamente, però quanti oggetti e oggettini che sanno di poco. Aspetta, e questo cos’è ? Una sala altissima. Un pendolo, bello ! Chi l'ha fatto? Foucault. Chi ??? Mah, Viene voglia di scriverci sopra qualche cosa. Qualche cosa di fantasioso, tipo Belfagor.

Che fame, un ristorante serio ce lo vogliamo permettere? Ho un indirizzo nuovo, me l’ha dato uno che ci capisce di queste cose, non sarà carissimo, ha aperto da poco, o ha avuto da poco un grande riconoscimento, non mi ricordo bene se una o l'altra cosa. Si va, si riattraversa mezza città. Non c’è il solito palo dove legare la vespa? La lasciamo sul marciapiede? Ma si, tanto non c’è mai stato e non ci sarà mai parcheggio in Rue de Varenne angolo Rue Bourgogne. Sembra un posto semplice, si scendono delle scale degne dei meandri più segreti del Louvre, le volte arcuate rosse e le luci rendono l’atmosfera affascinante, la carne di agnello sembra ancora più al sangue sotto queste volte. Ottimo piatto, questo si che sembra un posto per dei Rosacroce, ma cosa significherà Archestrate ?

- gdf -

4 commenti:

  1. eh...eh...eh... ma c'è un nuovo Senderens per i nuovi Rosacroce?

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  2. questo pezzo mi affascina

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  3. mmmhhh...forse ci si potrebbe costruire sopra qualche cosa di originale. Merci !

    Nuovo Senderens? No, ognuno ha il suo tempo.

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  4. L'Archestrate. Nel 1968 Alain Senderens comprò un vecchio ristorantino ed iniziò la sua folgorante carriera parigina. Nato a Hyres negli anni Trenta, cresciuto a Lourdes, aveva poi lavorato in molti grandi alberghi e ristoranti fra i quali Latour d'Argent e Lucas-Carton, nel quale tornerà da proprietatrio al culmine della sua fama. Il nome del ristorante si rifà ad Archestrato di Gela, un poeta siciliano che nel IV sec. a.C., scrisse un poema sulle prelibatezze alimentari del mondo antico. Il successo del ristorante fu immediato e clamoroso: le Stelle si susseguorono rapidamente sino all'arrivo delle "Tre Stelle" nel 1978, che non perse e portò con sè quando nel 1986, assunse le redini dello storico ma un po' appassito Lucas-Carton. Senderens chiuse L'Archestrate, che mise in vendita le mura del ristorante, ma non l'insegna. Il locale fu acquistato da Alain Passard, che col nuovo nome L'Arpege riotterrà le "Tre Stelle" nel 1996.
    A.

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