mercoledì 4 aprile 2018

Capocotta Mid Season



- un pesce fuor d'acqua -


È sempre affascinante la bella Sestri Levante (*), anche quando, a fine Marzo pazzerello, la Primavera si finge Autunno. Tempo da lupi,presagio di cambiamenti. Il vento scompiglia i capelli, infastidisce, e quindi lanciata una rapida e obbligata occhiata alla karmica Baia del Silenzio è subito l’ora (e il caso) di rifugiarsi in caruggio, di infilarsi in Vico Macelli e di fare toc toc a Jorg. Capocotta è aperta, in fermento per l’esodo pasquale imminente e con il menu stagionale nuovo di pacca. Cogliamo l’attimo per un Carpe Diem primaverile, con sentori d’Autunno, menu sartoriale mezzo comandato via trilli notturni online tra il Guardiano del Faro insonne e il cuoco alle prese con i suoi orari, che manco farlo apposta si è rivelato in perfetta armonia con il mood sestrese cupo e tempestoso del giorno.

 Jorg Giubbani lo trovate introdotto e descritto in prima battuta qua (http://armadillobar.blogspot.it/2017/05/due-indizi-bastano-per-fare-una-prova.html) e ri-raccontato qua (http://armadillobar.blogspot.it/2018/01/lo-scrigno-di-sestri.html). Capocotta è ancora quell’osteria con piccola cucina e grandi idee oltre osteria e lui è ancora quel Jorg, fatto alla Jorg, ma in crescita. Scherzando mi piace dire che Jorg è  nato già vecchio, in senso positivo per carità: perché è un giovane saggio, è consapevole e responsabile, sicuro di sè e delle sue scelte consapevolmente azzardate e a vederlo ti trasmette tutta la tenerezza dei marinai d’esperienza che guardando il mare te ne raccontano le storie.

Ha il suo stile, le sue voglie di cucina, la sua mano e non si fa condizionare dalla difficile ligurietà di pensiero e di accettazione del nuovo. Lui che ligure lo è fino al midollo (basta sentirlo parlare), ma che ha fatto qualche giro altrove e si è messo delle idee in testa di come vivere la sua Liguria. E con la forza, l’ingenuità e la caparbietà di un giovane senza freni le tira tutte fuori cianincianin, supportato dal suo team che rassegnato con il sorriso gli dà carta bianca e aspetta di vedere cosa può tirare fuori dal suo cassetto misto dei ricordi e dei desideri.

Può sembrare confuso a prima occhiata, con i suoi menu sono enciclopedici dove i piatti hanno nomi buffi a volte antichi, borghesi, dove mette i puntini sulle i, non lascia intendere e da nomi e cognomi agli ingredienti. Fa orli e non risvolti ai piatti, non è sintetico e neppure analitico. È Jorg: ridondante, cremoso e un filo caramelloso, acido appena appena se serve… ma in Liguria è relativo.

Eppure anche nuotando contro corrente, in direzione ostinata e contraria alla cucina del togliere che avanza, lui riesce ad essere concentrato, preciso e a trasmettere una sensazione sola sommando ingredienti, preparazioni intere, mondi gustativi, mari e monti. La sua cucina non va scomposta, va amalgamata:per capire Jorg devi prenderlo tutto insieme, devi totalizzarlo. È l’antitesi della cucina ligure povera e magra, è ricco e abbondante, pieno di sapori. Come in fondo è la cucina ligure, ma al ligure piace dire che la sua cucina è tanto povera e semplice, solo aromatica.

L’assaggio narrato qui di seguito è un estratto del menu in vigore fino a maggio, circa. Un menu centrato e azzeccato: Jorg è in piena forma, l’occhiale fluo non mente. È anche un menu firmato… vi sfido a identificare il segno distintivo di Jorg in ogni piatto (è facile, salta all’occhio).




Le Entrèe sono due, separate, ma insieme servite: salmone affumicato, piña colada, pisello fresco e ricotta di bufala, un po’ troppo dolcemente dolce da solo, ma tutto cambia se la panissa fritta con polvere di capperi che gli fa compagnia, da sola, diventa la base del diverti-bocca, che diventa anche unico.I panini liguri all’olio e alle olive sono in ottima forma, la focaccia è abbronzata e i grissini croccanti, chi ben comincia…


Sull’onda di una parmigiana, c’è un morbido tataki di Palamita in rosa che surfasu mozzarella di bufala e Grana Padano in compagnia di peperone crusco scottato e di una fetta di melanzana dorata che fa la differenza. Sommare gli ingredienti per ottenere l’effetto parmigiana. Ci credi solo quando ce l’hai in bocca e l’esplosione di un boccone vale una teglia di melanzane alla parmigiana intera.

Il ligurissimo Coniglio in casseruola con i fedeli pinoli, morbido e sapido si contorna di false olive, che sono gnocchetti, di carote alla vaniglia ed erba medica. Che dire, che coniglio alla ligure. La mazzancolla al curry che gli sta sopra adagio è un complemento d’arredo, nulla aggiunge al coniglio se non una variazione di prezzo. E il tocco di Mare-E-Monti che piace a Jorg.


Una coltre di burro affumicato, spuma alla carbonara e caffè arabica nasconde i Ravioli del Plin, di dimensioni importanti per contenere tutto il ripieno di “tuccu” necessario a equilibrare i tantissimi sapori. Spaventano un po’ a vederli sul piatto e a sentirli introdurre, sembrano abbondare di abbondanza, ma poi basta una forchettata e capisci il senso. Il Plin è totale, è ricco ed è pure il protagonista.


Il Pescato rosticciato oggi è una Cernia di Camogli, e diamine se si sente che è pesce pescato! Si approfondisce in umido di salsa bouillabaisse leggermente amara, servita troppo poco calda per rilasciare tutti i suoi profumi di porto di mare alla Cernia e alle pomme noisettes pressochè anonime nascoste da un sottilissimo crostino di pane macchiato di rouille ligure, tanto delicata da svanire via.


Le Crepinette di vitello sono impeccabili. Le polpette vintage da signori, glassate, sono gagliarde, cremose con nota dolce emergente, alla moda “scarpara”, ma il carciofo ubriaco di mojito e la radice di prezzemolo le rinfrescano, le inaspriscono, le elevano di rango con ph acido che supera quello del limone (massima acidità ligure). 


Il Pane , cioccolato & latte, pasquale è un po’ irrisolto, manca di sprint. Si perde nei suoi tanti elementi, o forse gliene manca ancora qualcuno che alla mo’ di Jorg li fa comunicare tutti quanti.


Al contrario è una somma vincente la Crema bruciata con variazione di mela, gelato alla crema ed erbe aromatiche e salsa inglese alla cannella. Dolcissimo, il dolce adatto alle donne, coccoloso.




Le Friandises arrivano nel classico scrigno vintage stile Capocotta. Crostata alla marmellata di albicocche con burro d’alpeggio, Caprese al limone, Quadrestrelli, Brownie al Cioccolato 72% e Biscotto alla mandorla, un assaggio di ognuno non fa male a nessuno.

 Vico Macelli, 8, 16039 Sestri Levante GE

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(*) che rimase impressa anche al Ghiottone Errante, Paolo Monelli, che la definì ‘una delle spiagge più belle del mondo nel libro delizioso che negli anni Trenta inaugura la critica enogastronomica italiana. Nel passo sestrese il Ghiottone rimane affascinato da un Ciupin, la zuppa di pesce sestrese e dal suo contorno. Ora quel Ciupin sembra essersi estinto ma l’incanto marinaro è rimasto immutato.(Pag. 95-101 de “Il Ghiottone Errante”



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