mercoledì 12 novembre 2014

Neo stella senza neo



MARCO 50&50

Succede, con le lampadine succede.
Fanno meno luce, una luce triste, l'ambiente è freddo, senza calore, cambia l'intensità, sembrano demotivate, poi "saltano" e allora le cambiamo e ci sembra di vedere tutto da una prospettiva diversa...


Con le stelle Micheline è lo stesso, momento migliore per provare l'intensità luminosa di una nuova stella non potevo trovare, passata l'euforia spero di cogliere l'entusiasmo, intravedere determinazione, motivazioni e passione, che unite alle capacità tecniche hanno portato Roberto Proto alla conquista della sua prima stella.
Roberto e  la moglie hanno rilevato e ristrutturato il locale di famiglia del papà dello chef arrivato a Cavernago nel 1976, seguendo la passione, hanno rinunciato al guadagno facile e al forno delle pizze e raddoppiato i metri quadri in cucina che sono passati a quaranta, oggi, a soli cinque minuti dal casello di Seriate, sulla Milano-Venezia brilla la Stella Michelina del Saraceno di Cavernago.
La garbata accoglienza telefonica di Maria alla mia richiesta di informazioni, viene bissata da Roberto all'atto della prenotazione e "trissata" dai loro collaboratori, attenti premurosi&sorridenti durante tutto il corso della serata.
Ambiente, mise en place e distanza tra i tavoli lasciano ben sperare, così come le comode sedute (in effetti Maria, la moglie di Roberto, è laureata in psicologia).



Il panettiere si presenta, cestino diversificato&autoprodotto tranne gli splendidi grissini che, mi viene detto, arrivano da Biella, dalla Franciacorta le bollicine Mosnel

Il cuoco ci porge il benvenuto: gomitolo di gambero, salsa giardiniera e liquirizia.



Tartare di dentice, crudo di carciofi&porcini, in cima il tartufo servito al tavolo da Roberto, grande materia prima, crudo su crudo, un bell'inizio.






Sformatino di scarola, fonduta di mozzarella di bufala e alici: non può non piacere

                                  



Risotto zucca, crostacei e polvere di prosciutto crudo, me lo godo e non m'annoio.





ostrica



Nel pit stop tra il primo e il secondo, invece del cambio gomme, cambiano il cestino del pane e ci portano un cucchiaio, ci vedo abbastanza lungo e mi predispongo all'omaggio (gradito) dello chef, un'ostrica con ristretto di mela verde e cetriolo versato al tavolo con un sorriso. La mela verde toglie il medico di torno ed eventuali cenni di pesantezza, si riparte con una notevole&bollente frittura di calamari, crostacei e verdurine servita su una barchetta di ceramica che non fa acqua da nessuna parte, eppure in men che non si dica il fritto abbandona la nave







Il pre dessert è un giocoso&gustoso chupa chupa di cioccolato bianco e pistacchi





Mi viene gentilmente offerto un calice di passito della stessa azienda che ha prodotto le bollicine franciacortine





Dolce autunno: purea di cachi, spaghetti di castagne e scaglie di gianduia







Il BABÀ, maiuscolo, un omaggio dello chef alle proprie origini amalfitane ed involontario omaggio alle quote rosa in visone&visione...




Prima della piccola pasticceria ben presentata e diversificata, del caffè e del conto, dal tavolo a fianco ho rivisto la scena del giapponese da Uliassi, un signore ha mangiato in un sol boccone una micro salviettina lava mani, forse scambiandola per un cannoncino al cocco e cioccolato bianco



Maria&Roberto hanno avuto per noi molte attenzioni dal momento in cui ci hanno fatto accomodare fino ai titoli di coda, premurosi&disponibili al momento di decidere portate vino e dessert. Nonostante il tutto esaurito, lo chef è riuscito a passare più volte per accertarsi personalmente che tutto stesse andando per il meglio e a fine serata ci siamo fatti quattro chiacchiere senza sigarette e senza filtri, Roberto mi ha raccontato che, inaspettata, la stella caduta ma non cadente, sul suo locale a Cavernago, l'ha fatto piangere di gioia per la soddisfazione di aver raggiunto da autodidatta un traguardo importante, il locale ha sempre "lavorato", from now on, sarà consuetudine avere il tutto esaurito in ogni ordine di posto, è il momento di battere il ferro della padella finchè è caldo. Il telefono, mi dice sorridendo, squilla in continuazione, sto valutando l'opportunità di aggiungere un elemento alla brigata di cucina. Poi, come se stesse parlando ad un affezionato cliente, ad un amico ospite a casa mi confida, è stata una delle emozioni più grandi della mia vita, a casa, da quanti fiori abbiamo ricevuto, sembra di essere a Sanremo...



Centottanta minuti hanno preso il volo, poi, fuori, tutto sembra ancora più buio, il sette Novembre, a Cavernago,  una notte stellata è alquanto improbabile, una serata stellata invece è a portata di mano, basta premere l'interruttore, le lampadine nuove fanno una bella luce, saranno più motivate...






M 50&50

5 commenti:

  1. Uno dei miei posticini del cuore, anche per l'emozione che regala la sua storia e ora stella da autodidatta.
    Complimenti davvero.

    Con affetto e stima,

    Miky

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    1. I "gommisti" hanno avuto l'occhio lungo, portafoglio&pancia felici, lato umano sulle mie frequenze.

      Bentornata frangetta.

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  2. Bellissimo!I cuochi autodidattici che vengono insigniti mi fanno sempre ragionare che questa è una dote che si ha dentro,lo dicono i piatti, la gente che torna, il sold-out.
    Scarola davvero bella,immagino davvero buona,mi ci farei un panino con la brioches salata ;)

    TMC

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    1. Che abbia "il dono" è indubbio, oltre alla tecnica, i tempi di cottura e di "gestione" del tavolo, attese giuste tra una portata e l'altra, grande attenzione alle temperature di servizio, ho fatto bene a lasciarlo fare, percorso netto, prezzo incredibile per uno stellato.
      La scarola non potendo giocare la carta delle diverse consistenze ha vinto la partita sui contrasti, si avvertiva tutto in equilibrio&armonia.

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  3. Sul loro sito web c'è scritto stella Michelin 2014 . Errore o presagio?
    BB

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