domenica 29 dicembre 2013

PEE PEE ISLAND

Marco 50&50

Ho il respiro corto, non posso tenere questo ritmo, la conquista mi solletica ma mi sta mettendo a dura prova, forse questi sforzi non fanno più per me, il mio respiro è più veloce e profondo, sono quasi in iperventilazione, anche il mio ritmo respiratorio notturno non è più lo stesso, mi sveglio frequentemente con un pensiero fisso, quella quota deve essere mia.

Ma la quota resiste all’assalto, per quanto mi sforzi sono troppo vintage e old fashioned per una lolita fuori quota, il mio respiro è normale, il posto nel letto di fianco al mio è vuoto solo perché la quota rosa si è alzata prima e sta preparando il caffè, ma soprattutto non ci sono lolite a babordo, o forse ho solo il cannocchiale sporco di nebbia che oggi qui al nord ha alzato la voce e il tasso d’umidità.

Comunque, quelli indicati sopra sono solo gli effetti dell’esposizione ad alta quota, normali e fisiologici cambiamenti che avvengono in ogni persona che decida di andare sempre più in alto.

Certo, se qualcuno, nonostante la tisana alla camomilla, dovesse avere la sfortuna di non riuscire a prender sonno con una lolita maggiorenne e maggiorata, si ritroverebbe a passare una notte d’inverno con gli stessi effetti oltre a qualcuno collaterale…

Allora mi chiedo perché fare tutta quella fatica in alta montagna, in mezzo alla neve al freddo, al ghiaccio, mancano più di tre mesi alla primavera e “tre mesi sono lunghi da passare…” così quest’inverno baratto la neve coll’acqua di mare e porto la mia quota a bassa quota anzi proprio sul livello del Mar delle Andamane.




Quando l’aereo fa uno scalo tecnico a Dubai sono preparato, so che il caldo se pur secco colpisce forte, ma non barcollo, poi risalgo “ridecollo” e riatterro in Oriente, qui l’umido mi appanna la vista, ma non è una vacanza condizionata, quindi strizzo gli occhiali da sole allagando l’area controllo passaporto e sopporto.

Evito l’attesa bagaglio ma soprattutto il rischio bagaglio smarrito, ho una sacca a mano di dimensioni ridicole con l’essenziale, un ricambio, pinne maschera e boccaglio, qualche motivo alla quota per litigare bisogna sempre darlo…

Il maremoto nell’Oceano Indiano che ha colpito questa zona nel 2004 deve ancora arrivare e Leonardo Di Caprio non ha ancora girato The Beach, proprio sulla spiaggia ad un passo dalla capanna che abbiamo preso per la notte, un letto un tubo per l’acqua un buco, anche nel senso di foro.



Pee Pee Island è un incanto, non c’è nulla, le giornate sono scandite dal sorgere e dal calare del sole, ci si alza presto, si cena presto, si va a letto presto, la prima volta che sono venuto qui con un amico dopo quasi un mese in Thailandia ho percepito il fascino particolare di questo posto “disconnesso” senza auto, moto, telefono e televisione, così lontano dalle abitudini e dai ritmi occidentali ma anche dal resto dell’Oriente, l’isola, nel nulla, senza nulla, lontani da tutto.

Ma “le cose importanti della vita non sono cose” questo concetto, qui così comprensibile, una volta rientrati in occidente viene tenuto in panchina come una riserva di lusso con pochi minuti nelle gambe, eppure basta poco per cambiare una partita e il senso delle cose. 

Forse oggi, anche qui si saranno adeguati e connettendosi al mondo avranno reso artificiale il Paradiso reale che avevano a portata di sguardo.

Ho fatto immersioni ovunque, nuotate a Maya Bay e a Lo Samah Bay,  mi sono immerso nel nero di una seppia pescata dalla barchetta di un pescatore, ho fatto urlare la quota e il pescatore quando ho detto:Io scendo qui,perché sapevo senza saperlo che così libero e selvaggio non mi sarei più sentito.


Quando a shark point mi sono tuffato dalla barca chiedendo di essere lasciato lì da solo, la spiaggia dalla maschera si vedeva piccolissima, ma aver paura di aver paura di provarci mi ha dato la forza e la calma per farcela.

Il genio si muove nella follia, nel senso che si tiene a galla là dove il demente annega (Paul Valery), non sono certo un genio, forse mezzo matto ma non demente, così mi sono tenuto a galla e la sera a cena, lo squalo l’ho mangiato io, mixando un pizzico di spezie con un pizzico di orgoglio, i miei gusti con i loro.

Ci sono dei posti che rimangono nel cuore, si fermano per un tempo indefinito poi se ne vanno, altri luoghi al cuore non ci arrivano nemmeno, si passa di fretta, come in tangenziale, non rimane nulla. Il nulla di Ko Phi Phi, invece, è qualcosa di immenso che non se ne va, ogni tanto ci penso e sorrido, come nella foto col fiore…






Marco 50&50


7 commenti:

  1. mi ritorna in mente puket e la foto sul comodino della mia quota. ci tornerei domani.

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  2. Mettere questa roba quando qui fa un freddo cane è un po' da bastardi :-))
    Beppe

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  3. L'Inverno sta predisponendo un freddo dell'Occidente, oliate le pinne e attenti al pescecane.
    M 50&50

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