- del Guardiano del Faro -
Prendendo in mano una mappa e unendo i puntini con la punta di una matita come si faceva sulla settimana enigmistica e, quindi collegando idealmente il quadrilatero storto che incornicia un territorio ricco ed evoluto come quello compreso tra Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Fossano, mi rendo conto che un tratteggio di offerta paragonabile a Palazzo Righini non c'è o, non c'è più. Ospitalità, il tema è questo.
Il Palazzo Righini non è questo qui sopra -che è il Castello di Fossano- ma quello accessibile dal portale che vediamo qui sotto. Defilato, sotto traccia, profilo basso, contenuti alti.
Entriamo.
Camere impeccabili, spazi comuni raffinati, bar, bistrot, ristorante gastronomico, sale dedicate, centro convegni e, perfino una chiesa non consacrata ci troverete dentro a Palazzo Righini. Tanta storia ma nulla di vecchio o di stantio.
Un tempo, quando facevo il misclenologo part time e non più a tempo pieno, decidevo comunque che quello che sarebbe stato il mio prossimo affitto a breve termine parigino doveva essere si storico ma non anziano, insomma, quello che la Rossa individuava diverso dai sopravvissuti dalle repubbliche precedenti, applicandogli un simbolo molto semplice (M).
Che voleva dire che in quel vecchio Palazzo potevi vivere la storia approfittando però della tecnologia e della modernità, della pulizia e della conformità con il tempo. Si chiamano recuperi, ristrutturazioni, ammodernamenti; nel rispetto delle strutture esistenti.
Tortora. E' il colore dominante. Pulito, fine, armonico, mai disturbante.
Mi sento a casa, come al faro.
Queste sono le due che mi fanno compagnia alla terrazza del faro, tra un giro di luce e il prossimo.
Ton sur ton, le ritrovo al mio ritorno, le impallino con la Nikon. Mi guardano perfino di traverso dal tempo che manco.
Tutto scorre via in Sweet Harmony, in un'altra 24 ore da grande albergo, ma questa non da Georges Peppard. Qui è tutto più intimo, più vicino, inevitabilmente più provinciale perché confidenziale, anche se gli stranieri non mancano, e si riconoscono subito.
Tutti gli altri si conoscono. Tutti conoscono tutti. Al bar il dialogo va per nomi o per soprannomi. I cognomi sono superflui. Il nome della Banca non serve per intendersi. E' solo la C.R. che per fortuna porta ancora soccorsi e non sofferenze in grembo. C.R. Fossano potrebbe essere una buona idea, in una piccola area sostenuta da nomi/marchi non secondari : Maina, Balocco, Michelin, Agnesi.
Le tortore spalmate alla pareti guidano la visita, partendo e tornando spesso da e verso Il Loggiato, dove troverò un vecchio amico, uno che mi ha conosciuto in un momento diversamente interessante e, che ha conosciuto la vera Sophie, quella piccola mina vagante del mio libro sui vini francesi e che qui ho rischiato di incrociare pericolosamente, di nuovo, 10 anni dopo. Cuneo sembra piccola, figuratevi Fossano.
Si, ma: dove si va a bere e mangiare qualche cosa?
In Chiesa non oserei. Ricordo, fa parte dell'albergo
L'aperitivo a Il Loggiato
Danilo, qui da otto anni, dopo Cuneo. La continuità ritrovata.
Cuneo e dintorni hanno due marchi di riferimento per lo Champagne : Ruinart e Gosset.
Stavolta mi tocca Gosset, per adesso.
Cominciamo a parlare di cucina. Flavio Ghigo, imprenditore, cuoco, chef ... padre e marito, ha negli anni sviluppato questo progetto che si chiama Palazzo Righini, bistrot Il Loggiato e -aspetto più noto ai gourmet- il ristorante gastronomico Antiche Volte.
Umile e intelligente, Flavio ha deciso, con i tempi ed i modi propri a noi piemontesi, di delegare ad una persona di fiducia una parte della sua responsabilità. Ne servisse un altro.
Dicevo, Flavio, non per caso, è sceso a mangiare Alcune Volte alla Locanda dell'Asino ed ha avuto l'illuminazione. Anche il Faro di Capo Mele ne manda di lampi. Due belli secchi e decisi in due anni. Prima Giorgio Servetto e poi Daniele Lunghi, lanciati in orbita.
E' proprio Daniele Lunghi ( Caffè Groppi a Trecate, Antica Osteria del Ponte a Cassinetta di Lugagnano, Locanda Canevari a Volpedo, Locanda del Lupo a Soragna, Locanda dell'Asino ad Alassio), che dopo tre locande ha preso in mano le cucine del miglior albergo di questa zona alternativa alla -comunque- inevitabile Langa
Bistrot, bar, ristorante gastronomico. Tutto parte comunque dal cuore della cucina, dove sono in parecchi quelli che dovranno seguire le pacate indicazioni di Daniele.
Due cose da Il Loggiato e poi scendiamo alle Antiche Volte.
Gran Culaccia di Bettella, torta fritta e giardiniera maison
Conchiglione farcito di baccalà, concentrato di pomodoro
Ben ri-trovato Daniele, scendiamo alle Antiche Volte.
Invecchiando è inevitabile ritrovare luoghi o persone.
Daniele, non Sophie, ma quel tavolo mi ricorda proprio un altro bel pezzo da '90, anche se sera un '09.
Una delle prime recensioni congiunte scritte e documentate con Alberto Cauzzi : Passione Gourmet
Caveau-Cantina da 500 etichette, molto migliorata.
Perfino eccessiva con il mio pensiero di oggi, paragonandola a quella da 1400 dell Antiche Contrade
Daniele si presenta così.
I piatti li conosco quasi tutti. Ad Alassio alcuni potevano spaesare, qui no.
I must della casa non vanno mai allontanati dagli occhi e dal cuore
La carta, allargabile con un click o dilatando indice e pollice
Flavio Ghigo, ama lo Champagne, e lo dimostra con questa selezione.
Il capitolo potrebbe avere anche una seconda pagina
Dove c'è Moon Import all'ingresso si beve sempre bene all'interno. Un albergo così non può lesinare.
E' un 2004. Dinamico ed in evoluzione.
La battuta di fassona, inevitabile, da Fossano ad Alba, come indicato in carta.
Qui si dice da sempre: carne cruda e pesce cotto
Sopra e sotto la terra.
Lo spaghetto al verde con animelle e cavolo nero
Il mitico : il risotto al fondo bruno.
Quel giorno il Cauzzi mi disse sorridendo senza ancora avere i baffi : non ti ho mai visto finire un piatto di risotto. Era questo.
Il tegame di pollo de La Bresse in salsa BBQ, insalate amare
Due parti di salsa e una di carne. Non è Escoffier.
Si, è Escoffier ma è anche Daniele che ha capito il concetto.
La selvaggina è (buonissima e cotta al meglio), ma sono gli elementi vegetali e la salsa ... la salsa ... quella che fa saltare il banco, come nel risotto.
Sui dessert siamo già ben messi Daniele.
Per il resto, differenziare bene bistrot e ristorante sarà importante, così che non si creino equivoci o cannibalismi interni. Non bastasse, per non annoiarsi, è arrivato qui vicino un "competitor" non di poco conto -anzi- che si chiama Balocco, che non è un giocattolo.
Per il momento -ci sono andato- non va oltre al look milanese e a proposte abbastanza ordinarie, modaiole come la grafica, però è da tenere d'occhio.
Dall'accento francese a quello inglese
La colazione al Palazzo, nella Sala delle Feste
Tanto oggi salto il pranzo
Beh, intanto accendiamole le stelle, perché A Volte i sogni ...
gdf