martedì 29 marzo 2011

Cuochi che sanno scrivere # 1

- gdf 2011 -


Come si dice in questi casi? Riceviamo e con piacere pubblichiamo, e per quel che mi riguarda direttamente anche con una sana invidia verso un cuoco che cucina meglio di me e scrive meglio di me. Pungente e tagliente, come vorrei essere sempre anch'io.

"Non so voi, io sono un po’ seccato dal mondo enogastronomico.

Eventi, programmi televisivi, kermesse, libri, riviste, e le pose, gli atteggiamenti……

Stamattina ho telefonato ad un collega, tra l’altro molto reputato, ho aspettato dieci minuti in attesa con la solita musichetta e dopo mi sono sentito dire che il maestro sarebbe arrivato più tardi , se poteva aiutarmi, avrebbero domandato alla segretaria.

-Va bene, me la passi,- una voce cordiale a chiedermi di cosa avessi bisogno, un’altra attesa e finalmente eccomi il numero dell’addetta agli eventi, colei che valuta e vaglia le esibizioni del maestro….chissà cosa faranno quando chiamano un taxi.

Vabbè, mi rilasso un momento e sfoglio una delle solite guide gastronomiche;

guardando le foto credo di avere sbagliato pubblicazione, sarà Capital, o Class, Velvet o qualche format di quelli di economia e politica manageriale; persone in pose assurde con mano a tenere il mento o dita che sostengono gli occhiali, tutto con sguardo verso il Big Ben. Richiudo la guida e un po’ goffamente mi guardo nello specchio, imito le star appena viste e mi trovo spaesato, spostato in un altro mondo, grembiuli e torcioni non esistono più, arriva un ragazzo con un cucchiaino di porcellana e ti chiede se la “texture” della salsa va bene, un altro ragazzo ti fa vedere un mini termometro e ti chiede se la temperatura è di 63,5 gradi come tu gli avevi chiesto, un altro , invece , ti mostra il pianale di lavoro per farti notare che con il prodotto che gli hai suggerito brilla tutto in maniera straordinaria…..

Stacchi lo sguardo dallo specchio e rilasci le dita dagli occhiali, ti svegli dal torpore mistico e torni sulla terra, ora un po’ di divano e di televisione, giusto per rilassarti.

Bene, il canale di Gambero rosso ti mostra una bella serata a cena nel suo teatro e ….

scopri la meraviglia della telecamera che come un vecchio aio ti trasporta da linguaggio slang di ringhiera a lessico da ateneo, i comportamenti: una volta grezzi, diventano salottieri, sei quasi intontito dalla visioni e ti dai pizzicotti per capire se sei in un sogno o è realtà.

Omoni scafati, mangiafuoco collodiani , sembrano Anthony Hopkins in “quel che resta del giorno” , parole e parole, aggettivi su aggettivi e tu che non sai più chi sei. ti rimetti allo specchio, provi a darti un contegno….ti intervisti come da bambino pensavi di sfondare nel tuo sport, parli, parli e non ti accorgi che tua moglie nell’angolo ti osserva e con modi mediterranei ti riporta alla tua dimensione - Massimo, non fare lo scemo e vieni a dormire….- Beh, meno male che qualcuno da Houston ti segue e ti fa ammarare con delicatezza "

Massimo Viglietti



5 commenti:

  1. Per quel che vale: onore a Massimo Viglietti.
    Chef ed uomo di livello.

    Norbert

    RispondiElimina
  2. Sembrano considerazioni quasi scontate tanto ci siamo abituati al ruolo primario dello chef di cucina che non è più un cuoco, i cuochi sono quelli che lo chef di cucina lascia in cucina a cucinare mentre lui svolge attività diverse dal cucinare. Lo sappiamo, ci siamo quasi assuefatti al cambiamento e quindi è altrettanto importante che arrivi qualcuno a ricordarci che non era così, e per qualcuno non è ancora oggi così che intende un mestiere che dall'artigianato si è spostato al terziario, alla comunicazione e alle pubbliche relazioni. Ci vedremo più in la con il prossimo menù artigianale di Massimo Viglietti ;-)
    A bientot e grazie per il pacato ma mordente intervento .

    RispondiElimina
  3. Uno che nel suo sito mette Tom Waits beh, non puo' che essere un grande, molti non arriverebbero neanche alla Pausini (questione di gusto e cultura..)

    RispondiElimina
  4. qui si vola alto... :-)
    voto 18/20

    RispondiElimina