martedì 21 luglio 2009

luglio "'francese"'



un luglio all'insegna della Francia. Con il piacere di aver partecipato alla festa per il 14 luglio di Marcel Lapierre a Morgon ed incontrato ed assaggiato vini naturali strepitosi dei tanti bravi produttori produttori presenti. Ma non solo. Questo mese ci sono due dischi d'oltralpe che mi fanno incessante compagnia. Dischi dai toni autunnali ma che mi si abbinano perfettamente a luglio. Luglio è peraltro il mese dove storicamente mi è capitato di bere grandi rossi alla faccia del caldo. Soldera, Conterno, Massa Vecchia, Rinaldi, Cappellano i primi che mi vengono in mente. Sempre alla faccia del caldo questi dischi sono ormai un appuntamento serale immancabile.
'Changin Plans' di St. Augustine è il primo. In realtà lui si chiama Francois-Regis Croisier e mi piace pensare che abbia preso il nome d'arte da 'I Dreamt I Saw St. Augustin'. A dire il vero non si rifà in maniera sfacciata a Dylan. Le sue canzoni sono per lo più delicate ballate, quasi sussurrate, con accompagnamento strumentale essenziale quanto delizioso, con lo spettro musicale che spazia da Nick Drake a Loney, Dear. La deliziosa canzone d'apertura poi guarda caso si chiama '14th of July'. Di lui si trova poco in rete e la migliore fonte anche per ascoltare le sue canzoni è myspace.
Il secondo è l'omonimo disco della Delano Orchestra. Anche qui siamo davanti in realtà all'opera di un cantautore, Alexandre Rochon. Qui soprattutto a livello vocale non si può non pensare a Drake. Il suono specialmente, nel disco in questione, si fa più elaborato come peraltro il suffisso Orchestra lascia presagire, ma rimane comunque abbastanza cupo e sofferto, perfetto anche per questa afa notturna. Secondo disco come Orchestra, forse il primo era leggermente meglio ma con gli ascolti sta crescendo.
I francesi non mi sono mai stati troppo simpatici ma grazie ai vini bevuti, all'incontro con le belle persone che li creano e pure a questi dischi beh, qui da noi in questi due campi abbiamo ancora parecchio da imparare senza nulla togliere ai (pochi) bravi talenti nostrani.


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