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martedì 12 novembre 2013

La Locanda dell'Angelo di Millesimo


del Guardiano del Faro



Onestamente, lo devo ammettere: sarà deformazione mentale e vinicola ma pensavo che gli abitanti di Millesimo si chiamassero Millesimati. Ed essendo si e no poco più di tremila ci potrebbe anche stare. Invece scopro che si chiamano (se vogliono chiamarsi), millesimi.



Il primo di novembre ho mandato una mail a questo ristorante chiedendo di pranzare per il mercoledì successivo. Pare che lo stesso giorno sia arrivata una telefonata speciale al ristorante Locanda dell’Angelo; una telefonata diretta al giovane chef Massimiliano Torterolo.

Dall’altro capo del filo gli dicono: Buongiorno chef: ha da fare martedì, no? ah, è il suo giorno di chiusura? Sa, perché ci sarebbe da venire a Milano per ritirare una giacca da cuoco a suo nome con ricamato un Macaron.



La giacca è questa? Accidenti Massimiliano, ma è sbagliata di misura! Non ci sta dentro Massimiliano in questa giacca. Ce ne vorrà un’altra più ampia. Buon segno dunque, perché l’età sta dalla sua parte e la volontà non gli manca. Quella giacca finirà dietro un vetro o dentro una cornice, come la maglia di un giocatore di calcio, della taglia di uno chef non scarso neppure di fisico e di bella presenza.


Invece di fare il millesimo, stavolta ho fatto il numero 0001 e non il 1000 esimo. Non è la prima volta che mi capita, e speriamo che non sia né il primo né l’ultimo. Con le sue basi, Massimiliano potrà crescere ancora parecchio, fosse anche solo perché lui è un fine e non un grossolano, ed inoltre ha il senso del gusto.


Tra Piemonte e Liguria, guardando un fiume, un castello e un viadotto d’autostrada, che sembra una cosa brutta da vedere, me che potrebbe invece essere un buon motivo per interrompere un viaggio tra Torino e Savona.



Una cucina in bilico tra i due versanti, tra i mille prodotti eccellenti che può trovare di qui e di là dello spartiacque, non facendosi neppure  mancare delle belle passeggiate collinari o prealpine che gli consentono di raccogliere erbe, foglie, tuberi e verdure spontanee, che gli serviranno per completare con un tocco personale ogni piatto.




Arrivo d’autunno, e quindi vince la mano territoriale piemontese stavolta, ma ci saranno altre stagioni a dire cose diverse, da parte di un giovane cuoco ben in grado di interpretare e di cambiare alimenti ed elementi, a seconda del periodo, a seconda delle stagioni, passeggiando sui sentieri pedemontani, camminando e pensando.

Focaccia


Pane sette cereali alla nocciola gentile, o di patate all'olio
Meraviglioso

Cozze croccanti, pelle di pepe rosa, borragine e broccolo

Totanetti al nero, passata di cannellini, rosmarino e guanciale croccante

Uovo morbido, panatura di amaretto, crema di zucca e spinacino

Foie gras al carbone di cipolla. Pera Madernassa

Gnocchetti al latte di baccalà...


Raviolo di coniglio e verdure autunnali, il suo fondo al burro e salvia, nocciole liquide

Ricciola, cavolfiore, emulsione di acciughe, cialde di panissa di ceci

Scamone di fassone, il suo fondo al Marsala, topinambour confit e tartufato



Pane, cioccolato, genzianella, arancio

Piccola pasticceria in corteccia di eucalipto

Il profilo basso

Giuditta ci accompagna in camera




Massimiliano Torterolo e la sua socia, Maria Rosa Lauro

gdf