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mercoledì 5 giugno 2013

La Mora di Valencia

gdf

La Paella, come tutti i piatti realizzati a base di riso, si presta a tantissime varianti. In tutto il mondo esistono migliaia di piatti che si basano sul riso, ma la fantasia degli spagnoli e degli italiani credo vada oltre ogni tentativo fatto in altre nazioni dove il granello è meno diffuso e anche meno coltivato. E’ questo uno dei motivi principali che attraggono un ingrediente di base italiano a quelli di una ricetta spagnola. Tra le più gettonate, quelle tipiche di Valencia.


Quell’estate, sulla spiaggia di Neptuno, a due passi dall’Hotel el Coso, mi ero fatto tentare dalla Mora e l’avrei portata volentieri a La Pepica, ma la ragazza era restia, perché sapeva de La Marcelina. Dunque: insistere per portare la Mora a cena a La Pepica o pensare a La Marcelina? La giornata in quella sucia playa non passava mai. Far arrivare l’ora di cena su una spiaggia di Levante aspettando l’ora del Ponente stava diventando angosciante. L’attesa fu estenuante: eppure a me sembrava semplice portare una-paella-alla-Valenciana. E a chi seno?  Insomma, per farla breve mi rassegnai a La Marcelina, a due passi da El Coso, che gli avrei mostrato però solo dopo.



Nell’intreccio ramificato delle situazioni e dei vini barriccati di Torres, finito il Milmanda mi parve bella come una medusa, quella che se però ti volti più di una volta a guardarla, o ti lascia di pietra, o ti chiede una determinata cifra per proseguire il discorso: pecunia outlet. Ma dopo la seconda bottiglia di Vina Esmeralda, l’anidride solforosa poteva anche fartela sembrare una creatura mostruosa, a seconda dei punti di vista, e dalla quantità di mariscos da cui era stata circondata. La sua perversione intellettuale andava ben oltre la mitologia greca e ogni delirante Vina Sol.



L’aspetto urticante per il momento era tra le contrarietà che meno mi preoccupava, volendo tendere come al solito ad un rapporto planctonico, pur non amando il crudo unicellulare ma conoscendo le sue debolezze di fondale. Difficile darle un’età, questo tipo di medusa è di quelle che ringiovaniscono o invecchiano a tempi alternati. Qualcuno crede che questa tipologia di ragazza sia praticamente immortale: ci sono sempre state e sempre ci saranno. E  comunque sia, non sono assolutamente d’accordo nel definirle degli schifozoi ! Il glossario  non si ingentilisce mai con quelle come lei.

Cara la mia indecifrabile Blonde/Mora, adesso che ti ho dimostrato di poter essere abbastanza surreale da reggerti, adesso possiamo andare a vedere Cosmopolis di Cronenberg. La mia  prostata non è asimmetrica quanto il mio cervello, puoi tranquillamente continuare a risparmiare energia sessuale per dedicarla allo scrivere, quello di cui hai bisogno per diventare una vera poetessa dell'inutile. Cronenberg ha scritto la sceneggiatura in sei giorni, a noi sono bastati sei minuti 


gdf 6 minuti