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lunedì 10 marzo 2014

A pranzo con lo chef


gdf

Se uno chef mi invita a pranzo fuori, fuori dalla sua cucina, potrebbe significare che ci sia comunque qualche cosa che gli bolle in pentola, oppure che quella stessa cosa gli si è attaccata al fondo della padella. Ma indipendentemente dai contenuti umanistici o culinari, l'incontro prevederà sicuramente la revisione della sua visione del mondo, che per uno chef nel suo giorno di riposo spesso contrasta con quella di ogni essere umano definibile normale. Il tema del giorno? Cake design.


Si, questa è un opera di cake design...
Prima o poi bisognerà decidersi, e finalmente fondare un'associazione che porti avanti la propria battaglia alla luce del sole, democraticamente e senza violenza. Diversamente molti cani sciolti potrebbero prendere iniziative private, che per quanto condivisibili, non sarebbero degne di un paese civile.

Le richieste di tessere sarebbero già superiori alla plastica disponibile, ma in qualche modo ci si arrangerà; l’importante è che tutto rientri nei binari della legge. 

Democratizzare una protesta montante mi sembra comunque meglio di ogni movimento clandestino.

Quindi facciamo in fretta ed apriamo le adesioni all'international CACD. Chef's Against Cake Design. Rimango dell'avviso che non sia l'inglese la lingua universale della cucina, ma in questo caso non si sta parlando di cucina, e quindi mi va bene anche così.

Per scegliere il locale dove definire qualche linea guida dirà : “fai tu”. Questa è la prima trappola da evitare, collocata sulla sua giornata libera, ma che lo è anche per altre centinaia di chef. Ti da la responsabilità di gestire la sua unica giornata di riposo, lontano dai fornelli o dalla famiglia, quindi gli devi trovare un buon ristorante aperto il lunedì, la giornata più gettonata al mondo per la chiusura settimanale. La contraddizione sale già come la schiuma nel brodo.

Come l'olio, vengono infine a galla il lunedì giusto, la zona d’incontro e almeno due o tre indirizzi papabili e aperti di lunedì. Dopo di ciò il tutto andrà sfumato al telefono previo bicchiere di bianco secco, dovendo concordare anche la tipologia del locale in funzione della cucina che propone : stellato moderno contemporaneo, trattoria di campagna, avanguardista modernista.

A fare la domanda a priori significa sentirsi rispondere “ fai tu, sei tu che scrivi di ristoranti...” A questo punto bisognerà prevedere un piano A, un B e un C. Decidendo per lo meno il punto di incontro, che sarà stavolta individuato all’uscita autostradale che sta giusto in mezzo a due laghi: quello di Orta e quello Maggiore. 

Il primo locale che si incontra non potrà lasciare indifferenti, tenuto conto della fragorosa proposta gastronomica visibile in bacheca. Fossimo entrati avrei sicuramente scelto : Torchon di foie gras e cipolla rossa di Tropea, gelato al foie gras con spiedo di ananas caramellato;  cubo d’anatra alle nocciole e frutta disidratata. Questo è un antipasto e non un menù degustazione, mi sembra giusto precisarlo per non fuorviare il lettore.

Come primo, non mi sarebbe sicuramente sfuggito la : Gelosia di raviolo con scorfano, pistacchi e arancia candita; vellutata di gamberi alla curcuma, pomodori Piccadilly appassiti, crudo di gambero rosso, burrata e clorofilla di prezzemolo.

Sul secondo non avrei avuto dubbi, e dall’ampia scelta avrei colto questo che si chiama : Miseria e Nobiltà, e cioè: pollo, maiale, filetto di Fassona, foie gras in salsa al Porto.  E se la scelta fosse caduta sul pesce sicuramente non mi sarei perso le : Mazzancolle brasate all’aglio e peperoncino, passatina di fagioli Solferini,  guanciale croccante  e gocce di peperone rosso affumicato…

Ma purtroppo ho letto negli occhi dello chef un certo disagio e un appannamento di lenti, fuori dal suo brodo; lui , così profondamente tradizionalista e francesista, poco avvezzo a buttarsi allo sbaraglio, e così ho dovuto girare la frittata verso una più confortante trattoria, sapendo però di essermi perso qualche cosa da raccontare.

Comunque, per voi avanguardisti che leggete, è giusto dare le informazioni complete.

Se vorrete quindi provare questa cucina particolarmente intrigante, la troverete, dopo essere usciti dal casello autostradale di Arona, nel primo paesello che si incontra andando appunto in direzione Lago Maggiore.

In località Oleggio Castello, sulla statale, non potrete non scorgere l’ameno ristorante di certum nomen:  “ L’Alchimista”, ma che non è questo.

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Detto questo noi si va in trattoria a far due chiacchiere su quelle graziose cake design e su quegli impavidi avanguardisti in Frazione Campagna, frazione di Arona, in piena campagna, alla Trattoria Campagna, ad affrontare una tranquilla cucina di campagna.

L'unica saletta, che però può contenere anche una cinquantina di clienti

L'ottima selezione di salumi e prosciutti...
Buono

Tagliatelline di pasta fresca con sugo di fegatini di pollo

I ravioli di brasato

Il petto di faraona avvolto nella pancetta e arrostito ...

Il tradizionale Tapulone di Borgomanero ( carne trita equina, verza, cipolla...)

L'orologio di formaggi selezionati da Guffanti di Arona

Una crema bruciata a chiudere senza cake design



gdf