martedì 16 ottobre 2018

HONEYMOON TABLE – parte 1 : California

- Michela Brivio -

Ci sono viaggi che hanno qualcosa di diverso dagli altri e rimarranno per sempre indelebili nei ricordi. Vuoi regalarti solo coccole e desideri sia tutto perfetto, quindi coinvolgi amici per farne parte, non fisicamente ovviamente.

La mia pagina di oggi è naturalmente solo gastronomica. La scrivo per condividere queste tavole meravigliose che ho potuto scoprire grazie ai preziosi consigli ricevuti e che quindi regalo io a voi per goderne se vi capiterà l’occasione di passare da quelle parti, con o senza miele. Partiamo dalla California e sfrecciamo in 10 giorni su tutta la costa, da San Diego a San Francisco.



Divertentissimo, informale, conviviale e soprattutto buonissimo.
Il passaggio dall’oceano al piatto è quasi impercettibile. Di mezzo c’è solo un bancone con tutto il pesce fresco disponibile per l’acquisto o degustazione in loco e dove si trova posto.
Non si può prenotare e alla sera chiude presto quindi consiglio la sosta in pausa pranzo e in orario intelligente. C’è un menù, c’è la lavagna con i piatti del giorno ma soprattutto c’è una collezione di pesce tra cui scegliere: quale e come (sandwich, insalata o piatto). Prezzi abbordabilissimi.
Consiglio il tavolone centrale per condividere il piacere con sconosciuti e inevitabilmente intrattenersi con loro.
Si ordina alla cassa e muniti di segno di riconoscimento ci si accomoda nell’attesa del servizio al tavolo.
Quindi godere.



Hawaiian Ahi Tuna – salad



Esco un attimo dal tema per segnalarvi questo hotel, anche se è riduttivo chiamarlo così.
Ci ho lasciato il cuore e ammetto che è stato difficile “adattarsi” poi al resto, anche se non si può sempre sognare e permetterselo, purtroppo.
Li vale tutti e per tutto: eleganza, comodità, qualità dei servizi. Sin dall’arrivo ti senti il più importante ospite di sempre e come a casa …magari…
Si fa una volta quindi viziatevi. Camera vista oceano. Il bagno è una chicca che non vi racconto se no che gusto c’è.
Degno di nota anche il ristorante 1 Pico, chef Davide Almany, se proprio volete godervelo in tutto e per tutto.




Santa Barbara è una meta di transito per noi.
Ma ovviamente facciamo in modo lo sia nell’orario di pranzo /merenda.
Arriviamo a piedi sulla punta del molo non sapendo della possibilità di parcheggiare direttamente lì e con gratuità per i primi 90 minuti. Dettaglio che però a voi può essere utile.
Si può stare sia all'aria aperta che all'interno del ristorante. In entrambi i casi preparatevi a un po’ di coda, quindi vale la raccomandazione del posto precedente. Segnate il vostro nome sulla lavagnetta e aspettate la chiamata. Alternativa, se presi da una fame irrefrenabile, è la prenotazione "take away" sul lato sinistro.
Locale specializzato in molluschi e crostacei, soprattutto gli enormi granchi pescati direttamente dall’acquario e cucinati a vista come tutto il resto. Raccomando il posto al bancone per goderne.



Cioppino
Crab legs, shrimp, scallops, clams, and mussels in our homemade Cioppino sauce. Served in a bread bowl and topped with parmesan cheese.





Su questo non do’ meriti a nessuno ma a qualcosa. Tappa senza consigli quindi provo ad affidarmi alla Lonely Planet. Wow.
Locale molto bello, con un’angolo dedicato al crudo e sempre posti a sedere intorno per scegliere e degustare.
Ma vista l’occasione e prima cena meritevole ci riservano un posto vista oceano, che però è troppo tardi per ammirare. Qui meglio essere americani e cenare presto, magari al tramonto, per non perdersi lo spettacolo.
Dettaglio che ci è mancato poco vista l’appagante degustazione.
Personale davvero premuroso e professionale. Ci affidiamo a loro ed è puro piacere nel susseguirsi dei piatti, con un forte picco sulla proposta di carne. Già.
Crudi, antipasti, primi, secondo, dolci. Non ci facciamo mancare proprio nulla. E qui come in altri posti se chiedi consiglio ti indirizzano davvero ai migliori piatti del momento e must della cucina dello chef Jared Hurst.


Cevice
Pacific rim style, chef’s choice fresh seasonal fish, yuzu vinaigrette, avocado, cilantro foam, wonton crisps


Tuna tataki
Seared yellowfin tuna, shaved garlic, jalapeño, red onion, radish, garlic ponzu, golden tempura flakes


Black cod
Local sablefish, white miso glaze, turnips, butternut squash noodles, baby mushrooms, pea tendrils, asparagus tips, dashi consommé, green onion salsa, white rice


Brick pork belly
Pan seared salmon creek pork belly, champagne applesauce, candied hazelnuts, shaved granny smith apples, wild micro herbs, rice cracker, maple syrup


Cheesecake

E ora uno stop gastronomico perché è tempo di sognare percorrendo la Pacific Coast Highway e Big Sur. Calcolate il doppio del tempo per tutte le soste che inevitabilmente farete per ammirare ogni singolo angolo e sfumatura. E se avete ancora il cuore pronto non perdetevi quest’altra meraviglia che vale davvero il viaggio: la 17- Miles Drive, una strada romantica e scenografica che vi porterà in un mondo incantevole pieno di scogliere costiere, spiagge incontaminate, foreste mistiche, campi da golf iconici e ville lussose.
E’ gestita da privati (l’accesso per le auto è a pagamento, mentre è gratuito per ciclisti e pedoni) e si snoda tra Pacific Grove and Pebble Beach.
Una volta entrati è difficile volerne uscire, ma i sogni finiscono e la realtà ci riporta a terra e in direzione San Francisco.



Eccoci a San Francisco. Mi sono innamorata di questa città. Tutti mi dicevano che era fredda, sempre nebbiosa. Non ho trovato in tutta la California un cielo così azzurro e un sole così splendente.
Sarà anche stato il battesimo a tavola? Ovviamente sì.
Nello storico Ferry Building di San Francisco, tra una folla di avventori affamati e una vista mozzafiato della baia, troverete questa porta inclinata, che però non si apre se non avete prenotato. Quasi impossibile tentare la fortuna, se non fuori orario.
Adoro questo tipo di locali, vivi e a vista. Forse un po’ troppo chiassoso per una romantica cena ma poi ti piace anche quello. Un lungo bancone ospita posti a sedere vista bar, altro punto di forza della proposta. Pasteggiare con i loro cocktail è un’esperienza da fare.
Preferendo il tavolo, c’è la cucina a vista, e una serie di personale di servizio molto professionale ma anche molto coinvolgente e premuroso.
Capito che ti portano sempre il top se chiedi consiglio, ovviamente nei posti giusti e raccomandati da amici speciali, lasciamo carta bianca. WOW. E’ amore, di quelli che ti travolgono e che vorresti non finissero mai. Tanto che non ti basta una notte di passione, ma vuoi che duri anche il giorno dopo, anche se poi purtroppo devi lasciarti per ovvie motivazioni di proseguimento viaggio e rientro in Italia.
L’indomani capitiamo proprio in zona nell’orario perfetto per uno spuntino. Ci guardiamo negli occhi e sappiamo già quello che vogliamo. Entrare. E con piacere troviamo due posti al banco, così proviamo anche questa posizione. WOW. La passione continua e l’addio è ancor più triste. Ma nel cuore, per sempre.
Lo chef Charles Phan, pioniere della cucina vietnamita contemporanea sa combinare alla perfezione le antiche tradizioni culinarie della sua terra con i sapori californiani, facendo degli ingredienti locali, biologici e sostenibili la stella di ogni piatto.
Imperdibile.


Crispy imperial rolls
Gulf shrimp, pork shoulder, vermicelli noodles, roasted peanut


Slanted door spring rolls
Gulf shrimp, pork, mint, shallot mayonnaise, peanut sauce


Noodles
Cellophane noodles, green onion, dungeness crab, sesame


Grass-fed verde farm shaking beef
Cubed filet mignon, sausalito springs watercress, red onion, lime sauce


Cheesecake



φιλοξενια: l’arte di rendere un estraneo un amico.
Una sensazione provata in tutti i posti che vi sto raccontando e che come sapete mi manda in bodo di giuggiole.
Locale bellissimo, prenotato un po’ last minute quindi non c’era posto nella sala con la cucina a vista. Raccomandazione da segnarvi quando chiamerete, anche se il camino a vista era nella nostra…quindi valutate voi.
Luci soffuse, eleganza e intimità.
Il benvenuto è stato quello che ci mancava e desideravamo: pane e olio. Unica occasione in cui ne abbiamo goduto e quindi ne abbiamo approfittato. Avranno capito che eravamo italiani secondo voi?
Dal titolo deducete l’etnia della cucina. Una delizia l’agnello e infatti ne facciamo ingrediente di degustazione. Ci siamo concentrati molto di più sul pesce in questa prima parte del viaggio, quindi era un desiderio assolutamente da soddisfare.
Altro memorabile viaggio a tavola.


Bread


Arnisia Plevrakia
grilled lamb riblets with lemon & oregano


Arnisia Paidakia
Grilled lamb chops with lemon-oregano vinaigrette & Kokkari potatoes


Garides Skordates
Wood-oven roasted prawns with feta butter & Kalamata olives




Mi consigliano di andare a bere l’Irish Coffee più famoso al mondo. Come non metterlo tra le cose assolutamente da fare? Dall’albergo è anche fisicamente dietro l’angolo quindi a chiusura di non so quanti chilometri turistici e di aver goduto di una spettacolare vista a 360° sulla citta dalla Coit tower (altrettanto imperdibile) eccoci seduti al bancone. Sembra di essere catapultati in un’altra epoca e godersi la preparazione senza sosta di questo cocktail è un vero spettacolo e un pezzo di storia che continua a vivere grazie a realtà come queste.
Adoro.



Mi ero rassegnata purtroppo non trovando posto. Ma poi mi appare una disponibilità e anche se è prestissimo quel posto è mio.
Chiudere e salutare così questo mio nuovo amore di città è stato stupendo. Un ristorante americano contemporaneo divertente, innovativo e coinvolgente. Stuart Brioza & Nicole Krasinski, (marito e moglie – w gli sposi), hanno realizzato un posto davvero unico e inimitabile, anche se consiglierei l’imitazione a qualche mio cuoco del cuore per portare anche qui quest’idea geniale.
Locale molto piccolo, con il solito bancone con cucina a vista e posti a sedere proprio vis a vis con i cuochi e pochi altri tavoli.
Menù alla carta, con le solite raccomandazioni che ovviamente diventano scelte. Tra una portata e l’altra un carosello di preparazioni fatte al momento e di passaggio su un carello con tanto di asticella con il costo, raccontate ad ogni tavolo e se scelte segnate sul proprio menù. Ho perso il conto di quante sono state aggiunte sul nostro. L’approccio iniziale è un po’ timido ma poi quando ci prendi gusto e il gusto è così invasivo vorresti non finissero mai i passaggi e le novità, e anche se non capisci proprio tutto diventa come una droga, anche per i prezzi più che ragionevoli.
Personale strepitoso, una premura e attenzione fuori dal normale per un format del genere.
Una stella e non sentirla, perché questa è una cucina e servizio che va oltre. Memorabile


Chanterelle-yuba ‘all’amatriciana’ with guanciale, pecorino & basil

CA state bird with provisions


Olive oil ice cream sandwich, pepita macaron, pecorino, black pepper & plouts


Continua ….



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