sabato 11 luglio 2015

In carrozza



Marco 50&50

Dovevo partire per un lungo viaggio.
Transiberiana.
L'idea era quella.

Solo ultimamente il viaggio ha assunto un valore diverso e secondario, adesso è il tempo necessario per arrivare in vacanza, condensato e ottimizzato per dilatare quello delle ferie o dei week end, non è sempre stato così, ma, bensì (l'Accademia della Crusca me lo consente) il senso stesso della vacanza, i preparativi, l'emozione fortissima della partenza, le lunghe, intense ore per raggiungere la meta.

Sono sempre stato affascinato dal viaggio in sé, adesso si usa dire di qualcosa che vale il viaggio, ma ci sono viaggi che valgono qualsiasi cosa, col senno di poi il diciannove maggio settantasette avrei dovuto essere su quel treno, ho perso il treno, che collegava Parigi a Istambul, forse sarei riuscito a provare, almeno in minima parte le sensazioni uniche che, negli anni trenta, all'apice del successo di quella linea, avranno certamente provato reali, nobili, diplomatici, ricchi borghesi che, circondati da lusso e confort, hanno attraversato l'Europa a bordo di un mito.


Ho perso il treno, nella fattispecie, l'Orient Express, che ha influenzato l'immaginario collettivo e guidato la penna di Agata Christie, insieme al treno mi sono perso le carrozze notturne con servizio permanente e, soprattutto, le carrozze ristorante, note per la loro raffinata cucina.

Dovevo partire per un lungo viaggio.
Transiberiana.
L'idea era quella.
In effetti, a ben guardare, per la Transiberiana sarei ancora in tempo, devo solo trovare il tempo e salire in carrozza, perché rinunciare ai sogni e accontentarsi...



M 50&50

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