martedì 25 febbraio 2014

LA K DI NEBBIA ASPIRATA

Marco 50 & 50

Sul monitor l'offerta di una colazione di lavoro all'Antica Osteria Magenes di Barate di Gaggiano, 2 portate proposte a 15 euro e comprensive di acqua caffè e un calice di vino.
Manco da più di un anno, credo sia giunto il momento di riprovare il loro  risotto Giallo Milano 2010, vincitore dell'omonimo premio.
Mi aprono, l'accoglienza è sorridente, troverò disponibilità, garbo e premura (ma nessuna fretta).

Scelgo due bollicine, San Pellegrino e San Venanzio Prosecco Docg.
Il Prosecco si rivelerà adatto ad accompagnarmi in questa colazione di lavoro, bollicine piccole e persistenti, note  piacevolmente amare,  un po' di mela, profumo di lieviti ma forse è il cestino del pane in arrivo.

L’acqua presenta bolle di maggiori dimensioni, lo stato gassoso più marcato, nessuna nota fruttata né floreale, sembra più adatta a dissetare i pellegrini sul cammino…



Interno giorno, coperto a zero euro, uno a zero per loro.





Pane grissini e crackers autoprodotti  di indubbia fragranza, i crackers dai gusti diversi mandano una girandola di sapori accompagnando l’attesa delle portate che si faranno attendere “il giusto”.



L'interessante benvenuto della cucina, finto ciliegino con estratto di brodo vegetale, qualcosa di simile al prosciutto e melone dell’Anteprima, tecnica e gusto.




Il giustamente famoso ed impeccabile risotto per una banconota da dieci, siamo a cavallo ma non scopriamo le carte.




Risotto limone caffè e capperi, la prima delle due proposte ad euro quindici, profumato, ben presentato e mantecato, di piacevole acidità, il limone rinfresca e rompe la monotonia che alcuni risotti possono avere permettendo di giungere agevolmente e soddisfatti a fine piatto, il fondo scala, però, rimane saldo nei chicchi del risotto precedente, le piacevoli note agrumate arrivano ad intermittenza interrompendo piacevoli profumi e sapidità che arrivano dagli altri ingredienti ma in terra lombarda l’oro dello zafferano riceve la medaglia in tinta.


Mondeghili di trota, salsa di caprino e senape, la seconda proposta della colazione di lavoro, apprezzato davvero molto sia per la presentazione che per la temperatura delle polpettine.
Un ottimo piatto, con un'insalata primaverile fresca e tenera potrebbe essere il mio piatto unico, non sono l’unico ad averlo scelto, scelgo di confrontarmi con i vicini di tavolo che concordano.




Dettagli, ma non sono dettagli



Tiramisù strepitoso, un fuori carta davvero fuori quota, soave, cremoso godurioso e corroborante, l’amaro del caffè prevale fortunatamente sul dolce che in questo dessert a volte può rivelarsi stucchevole, grasso non percepito, vedremo la bilancia.




Chiudo con un caffè, caldo forte, ristretto e corroborante (ma oggi non serve) , che verrà servito con un assaggio di piccola pasticceria, mini bignè  di buona fattura e piccole meringhe che non ho assaggiato.




Prima del conto, per tastare il polso del ristoratore, faccio una domanda difficile, anche da fare, senza ritegno chiedo di poter portare a casa quel che rimane dal cestino del pane e dei grissini, mi accontentano con un sorriso di simpatia e con un bel sacchetto di crackers, poi mi viene offerto un bicchierino di liquore al cioccolato forte e denso che non rifiuto.




Servizio puntuale e non invadente in un ambiente curato, accogliente, pulito e confortevole, schietti sorrisi confortanti,  spesa contenuta, esperienza da ripetere in notturna con quota rosa al seguito, il seguito, la seconda parte, è consigliata ad un pubblico immaturo:
Ma che bello 
"quel cielo di Lombardia, così bello quand'è  bello"


Lasciai il cane giallo nel box, non mi servivano tutti quei cavalli per costeggiare il Naviglio in direzione Gaggiano, così ne presi uno solo e lo bardai con lo stemma di un'Antica Contrada  senese, nom sur nom con L'Antica Osteria  dove mi sarei fermato per rifocillarmi.
Il cielo di Lombardia aveva la luce che capita di vedere solo poche volte o nei quadri, il Naviglio sembrava un quadro.
Germogli che sembravano gerfidanzate, stavano mettendo fuori la testa e i guidatori delle scatoline di lamiera misero fuori la loro al rosso del semaforo, per apprezzare alla finestra dal finestrino una rossa niente male che stava attraversando, il cavallo nitrì reclamando la biada, la rossa si girò credendolo un complimento ma il lato A si rivelò inferiore alle aspettative.
La campagna lombarda era un susseguirsi di rogge, fossi e fontanili, in una giornata di nebbia per trovare l’Osteria avrei avuto bisogno del cavallo satellitare perché in Lombardia al limitare del Naviglio la nebbia picchia duro, ma  il cielo di Lombardia aveva un colore pronto a giocarsi il podio con quello del “cielo-mare” del Ponente ligure.
Giunsi all'Osteria con leggero anticipo, in realtà non avevo una tabella e la marcia mal si combinava con un destriero mancino, legai il cavallo all'albero maestro che mi porse una pergamena con una poesia per "acclimatarmi", pensando al libretto del teatro chiesi se ci fossero pianisti, l'albero maestro mi disse "qui le domande le faccio io", così iniziai a leggere:

Le Osterie (Alda Merini)
“A me piacciono gli anfratti bui

delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell’eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello di magico pensiero.
Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
meglio l’acre vapore del vino
indenne,
meglio l’ubriacatura del genio,
meglio sì meglio
l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d’oro.”


Anche a me piacciono le osterie, l'Antica Osteria Magenes mi è piaciuta molto, peccato per il Prosecco, avrei dovuto "vederci" le mele, invece continuo a vederci le pere, chiederò un descrittivo in prestito al Duca, ma sto guarendo, oggi ad esempio non ho visto alcun tacco dodici, ho incrociato un amazzone al bivio per Gaggiano e non l'ho nemmeno radiografata, turchina la veste che indossava, scalza con la coda di cavallo, il cavallo in coda al semaforo del bivio.

Caro Guardiano la luna piena manda un lieve chiarore nella stanza dalla quale ti scrivo con penna e calamaio, la posta ha preso un respiro più regolare, il racconto sull'Osteria Magenes arriverà con calma ma arriverà, ora mi metto sotto e spengo la candela...è San Valentino, cercherò di fare altrettanto.



M 50&50

6 commenti:

  1. Non solo le impressioni sul vino, anche sull'acqua. Stavolta prendo io appunti a zonzo e poi zanzo. Ciao
    Il Duca

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  2. Autorizzato a farlo, giro questo commento, ricevuto in forma privata da Simone:
    Hemingway e le osterie.. Poesia e semplicità. Per chi come me, pensa che nelle piccole cose ci siano le gioie più grandi. Qui poi in realtà abbiamo, sotto un'apparente 'rusticità' anche un certo grado di sofisticazione. Le varianti proposte al classico risotto alla milanese ne sono un esempio efficace. A volte poi siamo distratti o la nebbia copre tutto. Non ci si accorge di quanto Milano abbia in realtà tanto da offrire se osservata con il giusto paio di occhi.
    Simo Mottison
    M 50&50

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  3. Ci sono stato oggi con la mia quota rosa. Abbiamo assaggiato antipasto di salumi con gnocco fritto, gnocchi di zucca con cacao e ricotta affumicata e trota marinata. Tutto veramente buono. Gnocchi sublimi.

    Pallock

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    1. Grazie per il contributo, appena mi libero per pranzo facciamo una colazione di lavoro con o senza quote, se non dovessimo trovare gnocchi troveremo…
      M 50&50

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