del Guardiano del Faro
Fernand Point stava seduto su una comoda poltroncina
collocata sotto un grande platano nel giardino del suo ristorante tristellato di Vienne. Si stava facendo fare
la barba mentre leggeva una lettera proveniente da Parigi. Alternava la lettura
e il taglio di barba sorseggiando un calice di Dom Perignon. Leggeva quella
lettera, che non era la prima e non sarebbe stata l’ultima a contenere un
invito a Parigi per il grande cuoco di Vienne.
Una volta ci andò, a Parigi, per dovere verso il suo amore. Ci andò per il suo viaggio di nozze, ma si
rese subito conto che non era nel suo modo di intendere la vita viaggiare. La fatica, il peso, l'altezza, la stanchezza, gli alberghi... Da
una parte gli dispiaceva deludere i suoi amici, colleghi e clienti che
tentavano di precettarlo ed ospitarlo nella Capitale mondiale della Gastronomia,
ma per lui Vienne era ben più di un campanile, perché lui stava bene solo all'ombra della Pyramide.
Quel pomeriggio Madame Mado Point colse sul suo volto il disagio e
avvicinandosi amorevolmente gli disse: Non preoccuparti, se proprio non ti va
di andare in giro per il mondo, tutto il mondo verrà da te. E così fu.
Fernand Point - La Pyramide - Vienne |
Finalmente me l’hanno consegnata. Speriamo funzioni.
Intanto gli ingredienti. Non tutti facili da trovare. E poi il prezzo,
notevole. Però, poi, pensa che bello non doversi più muovere per avere quel che
vuoi a casa, al meglio, sempre che le ricette siano state inserite esatte, codificate in 3d senza errori da
quei furbacchioni di chef, che vorrebbero che la gente andasse ancora fin da loro
per mangiare quei meravigliosi piatti d’autore.
Basta con quella inutile applicazione che ti dice solo
dovresti andare, perché ci devi comunque andare con i tuoi mezzi. Ti
teletrasportasse capirei il senso, ma se mi devi solo dire dove dovrei andare, se ti limiti a comunicarmi un indirizzo gps, allora ti ci mando io.
Invece questa si che è una diavoleria tecnologica davvero
utile. Accidenti, tiene parecchio spazio, bisognerà rivoluzionare un po’ la
cucina, ma vuoi mettere il risparmio? Sono trent’anni che mi faccio decine di
migliaia di chilometri in giro per l’Europa per andare a pranzo o a cena dai
miglior chef europei. Da solo è pesante. Il viaggio sarebbe bello con la compagnia giusta, ma da solo non ne ho più voglia.
E pensate a quelli che prendono addirittura un aereo per qualche
piatto d’autore. Per poi avere un bellissimo ricordo di tante altre cose, su
questo sono d’accordo, ma raccontare un piatto, mi rendo sempre più conto che
abbia poco senso, perché difficilmente quando lo andrò a provare lo troverò
uguale o avrò le stesse sensazioni di chi me lo sta raccontando.
Invece così si, così il piatto è sicuramente come l’ha
pensato lo chef. Come si fa? Beh, il procedimento è di una logica e di una
facilità di esecuzione disarmante. Ci si collega con il p.c. al sito del
ristorante, ovunque esso stia, e si scarica il file di un singolo piatto o di un
intero menù di degustazione previo pagamento del suo prezzo con carta di
credito.
Poi, si accende la stampante 3d, anzi, meglio accenderla
un po’ prima, perché le diverse temperature degli scomparti dovranno
raggiungere i gradi necessari per la preparazione. Che siano positivi o
negativi, ma qualche minuto di attesa è indispensabile per avere a disposizione
il piatto servito alla giusta temperatura.
Invece delle cartucce colori e del nero andranno inserite
altre cartucce, contenenti liquidi e polveri corrispondenti agli ingredienti, negli
appositi contenitori. Vedi quant’era avanti Adrià quando inventò le Texturas? Da Fernand a Ferran, da principio a principio, ma più o meno il principio è quello, e a breve sui siti specializzati saranno in
vendita i liquidi e le polveri liofilizzate di almeno 150 ingredienti, e siamo
solo all’inizio. Fondere e formare due tipi di cioccolato per fare cremini o fondere plastica e formare una statuina non fa molta differenza per una stampante 3d. I cioccolatieri di Parigi spero mettano presto le informazioni necessarie on-line.
Chiaro, se scaricassi qualche piatto estremamente,
complesso, tipo El Bosque Animado di Quique Dacosta di cui parlavo giusto ieri
su Reporter Gourmet dovrei rivolgermi direttamente alla dispensa on-line dello
specifico ristorante, e pagare un po’ di più per avere tutti gli ingredienti
precisi, come solo lo chef può aver selezionato. 70 ingredienti per quel
piatto, accidenti, ci metterà un bel po’ di tempo questa stampante 3d, credo.
Intanto cominciamo con qualche cosa di più semplice: il
dripping di pesce di Marchesi per esempio. Viene preciso preciso il dripping. Potrei
addirittura fare una play list del mio menù degustazione ideale con questo
aggeggio. Fare un Greatest Hits dei migliori dieci piatti dello scorso secolo,
di dieci cuochi diversi, riordinarli in una cartella e poi inviarla alla stampante,
et voilà, ecco il mio menù degustazione in 3d che comincia a uscire. Non potrò avere la versione 3d della brioche de foie gras di Fernand Point, e questo mi lascia comunque infelice, per non essermi alzato/nato abbastanza presto per far colazione con quella brioche, ma che spero di ritrovare nella quarta dimensione.
gdf 12 minuti
Mi sono sempre chiesto come fanno alla Ferrero a fare i Rocher... Eccco! :-)
RispondiEliminaBeppe
Tutti i connazionali che vanno alle Maldive potranno finalmente avere il loro piatto di spaghetti della mamma anche in spiaggia.
RispondiEliminaSembra uno scherzo ma a pensarci bene si tratterebbe di una applicazione di software non complicatissimo da mettere a punto. Volendolo fare sarebbe la fine della ristorazione come la intendiamo comunemente oggi.Giorgio
RispondiEliminaed ecco arrivare su iphone la APPizzoccheri.
RispondiEliminaF.