gdf
Quanti ne abbiamo visti di ristoranti aperti con la fanfara e che si sono subito fatti notare per i toni ambiziosi più che per la solidità e la serietà del progetto. Un anno, tre anni, cinque anni. E poi mestamente chiusi o trasformati in una pizzeria al taglio o in un bar mordi e fuggi. E allora quando entri in un locale come questo, che ha superato ampiamente il centenario di vita ti chiedi come sia stato possibile attraversare due secoli non leggeri per i mille eventi che hanno contraddistinto la nostra vita, nel corso delle ultime generazioni. Qui la storia è così lunga che preferisco riferirla tale e quale, per non rischiare di oscurare qualche passaggio, facendo solo notare con le immagini come la modernità ospiti con discrezione la storia, attraverso oggetti che testimoniano tutti i passaggi vitali di questa istituzione della cittdina capitale dell'olio: Oneglia.
Nel 1905, Luigi Salvo, commerciante di vini, in seguito alla grave crisi economica di inizio secolo, ridusse il suo commercio ad una piccola rivendita affacciata su piazza Dante allora fulcro degli scambi commerciali di Oneglia.
Nella piccola trattoria si incontravano venditori e mediatori d’olio che solevano parlare di affari davanti ad un bel piatto di zuppa di fagioli fumante accompagnato dal vino delle vallate .
La moglie Angela, abile commerciante, decise di incrementare gli affari proponendo sempre più piatti agli avventori e ben presto data la bontà della sua cucina la trattoria divenne troppo piccola per soddisfare tutti i palati.
Nel 1919 venne così comprato un grande magazzino di olio ubicato in via Vieusseux allora piazza Umberto1° .
Luigi fece del locale un punto di ritrovo per tutti i cacciatori suoi amici che dopo una giornata in cerca di Pernici, Fagiani, Tordi, Beccacce e Lepri si fermavano a mangiare un piatto caldo; fu così che il locale prese il nome di “Cacciatori”.
Nel 1958 Agostino, uno dei figli di Luigi ed Angela che aveva intrapreso il mestiere di famiglia, portò la trattoria ad un radicale cambiamento strutturale nel quale la Cucina aperta sulla sala diventava il cuore del nuovo locale. Questa mostrava la preparazione dei piatti rendendo la cucina protagonista assoluta del locale.
Da allora, Agostino, grazie soprattutto a sua moglie Enrichetta, superba regina della cucina dei Cacciatori, e alla propria vivissima personalità portò il suo locale ad un prestigio internazionale.
Vero precursore della dieta mediterranea, innamorato dell’ umilissima Cucina ligure valorizzò con costanza e determinazione i prodotti semplici del nostro entroterra e del nostro pescoso golfo.
Personaggi nazionali ed internazionali di spicco come ad esempio il Principe Ranieri di Monaco, Gregory Peck, Dalì, Walter Chiari, Nino Manfredi, Fedele Confalonieri, Enzo Biagi, Gianfranco Fini, Giordano Bruno Guerri, Adriana Asti, Don Baget Bozzo, Antonio Ricci, Remo Girone e molti altri, hanno frequentato e frequentano tutt’ora il ristorante.
Dal 1996 il ristorante e’ gestito direttamente della figlia di Agostino, Angela e dal nipote Enrico che con la stessa determinazione e con lo stesso amore continuano quella che ormai si può definire una tradizione di famiglia.
Dopo cento anni di storia giunti alla quarta generazione i Cacciatori sono sempre nel cuore di Oneglia, fedeli interpreti di una passione forte che si è saputa rinnovare ma senza mai perdere di vista il legame con la propria città, con le proprie origini.
Il locale propone cucina di forte tradizione ligure come l’imbrogliata di carciofi ,il tortino di trombette, la frittata di bianchetti, la zuppa di fagioli di Conio, il pescato del golfo di Oneglia,gli spaghettini alle triglie di scoglio, lo stoccafisso all’Onegliese e nel periodo invernale la selvaggina .
Nella piccola trattoria si incontravano venditori e mediatori d’olio che solevano parlare di affari davanti ad un bel piatto di zuppa di fagioli fumante accompagnato dal vino delle vallate .
La moglie Angela, abile commerciante, decise di incrementare gli affari proponendo sempre più piatti agli avventori e ben presto data la bontà della sua cucina la trattoria divenne troppo piccola per soddisfare tutti i palati.
Nel 1919 venne così comprato un grande magazzino di olio ubicato in via Vieusseux allora piazza Umberto1° .
Luigi fece del locale un punto di ritrovo per tutti i cacciatori suoi amici che dopo una giornata in cerca di Pernici, Fagiani, Tordi, Beccacce e Lepri si fermavano a mangiare un piatto caldo; fu così che il locale prese il nome di “Cacciatori”.
Nel 1958 Agostino, uno dei figli di Luigi ed Angela che aveva intrapreso il mestiere di famiglia, portò la trattoria ad un radicale cambiamento strutturale nel quale la Cucina aperta sulla sala diventava il cuore del nuovo locale. Questa mostrava la preparazione dei piatti rendendo la cucina protagonista assoluta del locale.
Da allora, Agostino, grazie soprattutto a sua moglie Enrichetta, superba regina della cucina dei Cacciatori, e alla propria vivissima personalità portò il suo locale ad un prestigio internazionale.
Vero precursore della dieta mediterranea, innamorato dell’ umilissima Cucina ligure valorizzò con costanza e determinazione i prodotti semplici del nostro entroterra e del nostro pescoso golfo.
Personaggi nazionali ed internazionali di spicco come ad esempio il Principe Ranieri di Monaco, Gregory Peck, Dalì, Walter Chiari, Nino Manfredi, Fedele Confalonieri, Enzo Biagi, Gianfranco Fini, Giordano Bruno Guerri, Adriana Asti, Don Baget Bozzo, Antonio Ricci, Remo Girone e molti altri, hanno frequentato e frequentano tutt’ora il ristorante.
Dal 1996 il ristorante e’ gestito direttamente della figlia di Agostino, Angela e dal nipote Enrico che con la stessa determinazione e con lo stesso amore continuano quella che ormai si può definire una tradizione di famiglia.
Dopo cento anni di storia giunti alla quarta generazione i Cacciatori sono sempre nel cuore di Oneglia, fedeli interpreti di una passione forte che si è saputa rinnovare ma senza mai perdere di vista il legame con la propria città, con le proprie origini.
Il locale propone cucina di forte tradizione ligure come l’imbrogliata di carciofi ,il tortino di trombette, la frittata di bianchetti, la zuppa di fagioli di Conio, il pescato del golfo di Oneglia,gli spaghettini alle triglie di scoglio, lo stoccafisso all’Onegliese e nel periodo invernale la selvaggina .
Una delle due cantinette a vista
Angolo salotto
Quando si pagava il Lire e centesimi
La moderna cucina a vista
La sala interna, con vista sulla cucina
Non poteva mancare una Berkel
E le vecchie foto dei VIP che frequentarono il locale...
La sardenaira è appena stata sfornata
Crocchetta di baccalà su salsa di peperoni arrostiti
Frittino di acquadelle, spunciacurente e bastoncini di verdure...
Zuppetta di riso e cereali con moscardini
Spaghetti alla colatura di alici, briciole di pane tostato e limone
Un grande pagello in crosta di sale al Gin
Cottura precisa... giusta giusta...
Dessert al cioccolato
Che fai, gliela lasci?
Piazza Dante, Oneglia. Dove la storia iniziò 108 anni fa...
gdf
Speriamo che contino altri 100 di questi anni,ottimo il pagello,impeccabile e bellissima la Merkel ehmmm Berkel ;)
RispondiEliminaTMC
Incredibile quella fiamma di gin sul pesce al sale che sembra una piccola bambina!!!
RispondiEliminaBB
Il Gin fa certi effetti...
RispondiEliminaCacciatori e Nannina erano dei punti di riferimento imprescindibili per gli amanti del cibo di" qualche anno fa",quando bastava una cottura al sale impeccabile o uno zemin di ceci ben eseguito a far la differenza ma oggi?Difficile capirlo da queste recensioni stile VG che sembrano promozioni e a cui ormai da troppo tempo ci sta abituando il Guardiano che vorrei più visintiniano.
RispondiEliminaR.
Guarda, un mio ex associato di Passione Gourmet mi definì un misero e patetico VG di Provincia. A quel punto ho deciso di impegnarmi un po' di più e di puntare almeno all'Interregionale.
Eliminaera uno di quelli storici della guida gourmet 2009 o uno di quelli reclutati in seguito?
EliminaF.
Dopo... dopo...
EliminaLo so, lo so, potrei stare zitto, ma lo dico: tutto bello e, sono sicuro, anche buono ma...quell' insalata sul fritto, che ci sta a fare?
RispondiEliminaNo, fai bene, perché hai ragione. In quella posizione e scondita non serve, invece fosse stata posata in un piattino a fianco allora si... chissà perché certi cuochi non ci pensano? Bha.
EliminaInvece il resto andava più che bene, e anche il contorno al buonissimo pesce al sale (che non ho fotografato), fatto con una insalata tiepida di zucchine trombette e pomodorini, quello si, era messo al posto giusto.