lunedì 11 novembre 2013

Sissi - Andrea Fenoglio | Merano


gdf


C'era una volta un Ristorante Andrea a Merano, premiato suo tempo con una stella Michelin. C'era anche un altro ristorante molto prestigioso a Merano, che si chiamava Villa Mozart; lo chef si chiamava Andrea e di stelle ne ebbe anche due, ma torniamo ad Andrea, questo Andrea.

Si,si, adesso mi ricordo bene: si chiamava Andrea quando arrivai qui un bel po' di tempo fa. Sissi era altrove, ma poco distante da Andrea. Aveva una stella Michelin questo locale quando si chiamava semplicemente Andrea. Poi Andrea (Fenoglio), ha preso la sua Sissi e l'ha portata dentro Andrea. Tutto è bene quel che finisce bene. A Merano, se ti chiami Andrea parti avvantaggiato. Baciato dalle Stelle.



La squadra: sono undici a metterci la faccia, e quindi ancor prima di entrare tutto sarà chiaro agli occhi del pubblico e dei clienti. Menù, condizioni, orari, prezzi. Le regole del gioco sono cristalline e bilingui. Lo chef fa il possibile per essere affabile, già dall'accoglienza, e le ragazze in sala ne hanno colto l'indicazione, che seguono con grazia e discrezione, facendo anche meglio del maestro.

Ordine e rigore, calore e colore.


...alzando la testa dal piatto: ... la sala dal velato fascino liberty rimanda alla vecchia Merano...

Non so se in epoca Liberty si usasse bere abitualmente Kir Royal, però, nel dubbio.

La carta e le possibilità di comporre i menù, su due facce: questa è la tedesca.

Tutto chiarissimo, anche l'antico balzello all'italiana in terra di confine

Bella è sintetica, dai concetti e dai caratteri limpidi.
 Non vastissima, ma sufficiente a soddisfare ogni esigenza.


La zona ludica della mente dello chef, espressa prima con il giochino della pizza liquida e solida nel bicchierino, e poi con un rimando ad un Piemonte (Fenoglio), giocando dentro ad un peperone arrostito, con bagna cauda.


Idrocarburo, si, ma ben raffinato

Tre volte baccalà: dal dorso, dalla testa, dalle interiora

Lingua di vitello salmistrata in salsa verde e cipolle all'agro. Colori naturali

Uovo nell'uovo, carciofi, tartufo e salvia

Gottardi 2009 Mazzon Riserva. Sarà colpa del riscaldamento del pianeta ma un pinot nero a 14.5° sotto stimati va contro natura e fuori giri.

Lo strano caso dei tortellini diversi al sugo d'arrosto

La cucina a colori prosegue con il pomposo Flan Royal di erbe con polenta morbida e  tartufo nero. Il punto più basso della bella giornata.

Gnocchi di patate farciti di funghi: burro, tartufi e parmigiano. Pochi colori ma grande sostanza: il punto più alto della bella giornata

Anche in questo caso, il Trentino Alto Adige da la sensazione di essersi tropicalizzato.

Spalla d'agnello al forno in crosta di pistacchi. Melanzana confit


Cappello del prete brasato in salsa al miele e speziata...

Come uno strudel

Panna cotta con caramello e nocciole

Frutto della passione (cavialato)con orzata (schiuma) e mango (sorbetto)

Limoni, vaniglia, gelato di ricotta, olio d'oliva...

Ogni dettaglio viene onorato fino alla fine.
Complimenti e alla prossima edizione del Wine Festival

Il definitivo di Capovilla: 56 gradi in bianco


gdf

5 commenti:

  1. Guardiano con tutto il rispetto posso dirti che abusi un pò troppo di inquadrature in coltello/oblique che mi creano sempre un pò di giramenti di testa nel guardarle le foto
    adrizza il tiro addrizzalo sto zoom fallo per i tuoi lettori ;-)
    Hansen

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  2. Un menù che mi piace, tutto. Da applausi l' intelligente interpretazione del baccalà (anche se penso che in realtà fosse stoccafisso)

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    1. Ha usato, se non ricordo male, le trippette nel "cappuccino", le guance o sotto gola per il fritto e la polpa per la brandade. All'appello mancano altri due o tre piatti, perché le foto non erano né belle né storte ;-) Sul menù indicava baccalà, ma come ben sappiamo sia in Veneto che altrove, l'inversione dei termini con stoccafisso è possibile.

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  3. E' proprio la presenza delle "trippette" (u belu, scritto così come si pronuncia)) che mi fa pensare allo stoccafisso. Che io ricordi, non ho mai visto trippette di baccalà, quello vero, sotto sale

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