Anche quest’anno la Michelin ha dipinto un quadro sulla ristorazione
italiana dai profili molto alti. Da quanto si può rilevare dalla lettura del
comunicato stampa risulta netto e chiaro, che dopo la Francia , l’Italia è il
paese più stellato del Mondo.
L’ottimismo regna dunque sovrano. Ben otto i locali
premiati lungo gli anni con le tre stelle. Mai visti così tanti ristoranti al
vertice in Italia, contemporaneamente. Troppi? Sopravvalutati? Beh, basterebbe
farsi un bel giro nei tre stelle francesi o tedeschi ( per esempio ) per capire
quanto ci vogliono bene i francesi.
Oltre 300 stellati. 329 per la precisione. In piena crisi
economica, di posti di lavoro e di redditività da lavoro o da capitale, la
quantità di locali eccellenti va in controtendenza. Difficile perdere la stella
Michelin negli ultimi anni. Rarissimi i casi dovuti al demerito. Quasi tutte le
perdite sono dovute alla chiusura, al trasferimento o al cambio di registro del
medesimo locale.
gdf |
Io credo quindi che i ristoratori debbano solo
ringraziare per questa grossa mano che arriva da Parigi nei confronti della
loro categoria. Chiaro, anche alla Guida serve avere un bel repertorio aggiornato
di indirizzi da fornire ai milioni di lettori, che in tutto il mondo possono
interpretare stelle o macarons come marchio di qualità ed eccellenza.
Rispetto ai gloriosi anni ’80 e ’90, quando i criteri erano molto
più rigidi e i tempi più lunghi per raggiungere l’ambito traguardo, negli
ultimi anni, e ripeto, nonostante la grande crisi che ha provocato la chiusura
di decine di ristoranti stellati, la Michelin va alla ricerca di locali più o meno
meritevoli ( in paragone a quegli anni affascinanti ) e trova, trova molto di
più che in passato. Forse perché cerca meglio?
Diciamo che oggi le informazioni corrono molto più
velocemente, e per chi collabora con Guide cartacee od on-line è più facile arrivare
sul localino sconosciuto, quasi a colpo sicuro. Ma finché si tratta di una
stella, che è comunque la più bella per un cuoco, si sta comunque al primo
gradino di eccellenza, e un paragone con Francia, Svizzera o Germania in
qualche modo regge. Qualche cosa di più divergente lo si avverte a due o tre
stelle, ma che ci volete fare, loro in fondo ci vogliono molto bene e quindi la
loro pacca sulla spalla è rappresentata da questa inedita pioggia di stelle,
come dire, coraggio, dai, tutto sommato siete bravini anche voi.
In controtendenza anche il ritorno all’anonimato del
Direttore, come un tempo, ma per quanto tempo gli sarà possibile mantenerlo? E questo
dettaglio, questo ritorno al passato è quello che più mi intriga, perché
rimette a posto quell’allure di mistero scomparso negli anni della platealità e
delle pubbliche relazioni fatte direttamente dal piano più alto, che scendeva volentieri a
meeting, convegni e concorsi; svelando volti, gusti e orientamenti.
E’ tornato almeno quello. Il fascino di un aura di
mistero è tornato ad avvolgere il ruolo del Direttore, e questo dettaglio non
secondario mi ha fatto tornare la voglia di andare a riprendere quella bozza
che avevo abbandonato per mancanza di indicazioni. Ma adesso, adesso forse
potrò ripartire nel il mio “ In viaggio con l’Ispettore”
gdf
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