lunedì 5 dicembre 2011

Riunione di volpi : strage di galline

Teddy ha trovato una nuova amica, si chiama Foxy, speriamo vadano d'accordo. L'immagine è dedicata alla bambina di Christian Villa della Trattoria Villa Pietro di Fontanegli (GE) che ha di nuovo rischiato del suo ospitando questo branco di volpi fameliche, molto meno rassicuranti della little Foxy. - gdf -

Era facile prevederlo, quando più di quattro volpi si ritrovano nel medesimo posto diventa quasi consequenziale una strage di galline. Lo sappiamo da tempo, del karma del pollo non gliene può fregare di meno a nessun umano, figuriamoci alle volpi. Ogni altro bipede o quadrupede mette tenerezza a vederlo nel piatto, specie se giovane, quando è ancora più tenero. Penso ad agnelli e capretti, cerbiatti e leprotti, coniglietti e fagianelle. Che pena a vederli nel piatto, con una deliziosa salsa e un sano contorno vegetale. Il pentimento sarà poco convinto e il senso di colpa verrà mitigato da opportuno giro di bicchieri adeguatamente colmati, ma un residuo di pensiero angosciato – e annebbiato – non lascerà mai completamente spazio alla gioia.

Il bipede soffre? Sono domande che faticano a trovare una risposta. A volte mi chiedo se camminando sotto la pioggia mi bagno di più o di meno a seconda della velocità del passo. Probabilmente è uguale, ma se invece corro ne prendo di più o di meno di acqua?

Ma il bipede soffre? La risposta è si, pensiamo a noi per esempio, costretti a risolvere la questione della mobilità su soli due arti, tutto il peso su due arti quando ne potremmo usare quattro, caviglie e ginocchia in sofferenza continua mentre spalle e polsi se la ridono. Pensavo fosse più intelligente nonché rivoluzionario tornare ad usare anche gli altri due per meglio distribuire il peso e invece l’uomo ha deciso di diventare erectus, che è una posizione abbastanza scomoda se ci pensiamo bene. Ma oggi no, non ci sono certezze, oggi, dopo i test sotto la pioggia, sono in giro solo con le gambe per via di una infiammazione dolorosissima ad una spalla che mi ha conciato come Bossi. Giro per casa imbottito di "stupefacenti" pastiglie allucinogene urlacchiando parole senza senso come secessione e padania con un braccio a penzoloni lungo il fianco e senza neanche potermi mettere le calze da solo. Altro che rivoluzione, starei ai primi danni invece di giocare con le parole.

Ma quando si parla di pollastre nessuna remora, nessun giro di parole, nessuno sguardo compassionevole, le volpi adorano le pollastre, meglio se della Bresse, ma non disdegnano neppure un cappone se resta appetito.

E allora no? Ma che la festa cominci! I cappelletti emiliani li preferisco in brodo, puliti e precisi, senza effetti speciali che li possano contaminare, grazie Catia, erano buonissimi. Il cappone piemontese bollito, il pollastro Ficatum arrostito, la poularde de Bresse à la creme e l’assortimento di formaggi a latte crudo de la Fromagerie Astor di Cannes. Menù quasi monotematico di cui abusare senza moderazione, perché poi sarà il sacro fiume a purificarci: il Rodano. Che con le sue acque prima tumultuose e poi tranquille, con il suo clima prima alpino, in seguito continentale e poi mediterraneo, consentirà alle vigne che lo costeggiano di attingere il necessario nutrimento; mediatrici tra terra e cielo. Il liquido prescelto sarà quello più chiaro, quello frutto di Roussanne e Marsanne, Viognier e Clairette, Bourboulenc e Grenache blanc. Carni bianche e vini bianchi, entrambi di carattere ma in religioso clima di sobrietà. Il bianco è il colore dei puri di cuore, che quando si rendono conto di aver molto peccato, attraverso il rito del “bianco del sacro fiume”, espieranno con più convinzione.



Una quindicina i vini messi in condizione di essere gustati nelle migliori condizioni. Dico subito che il “mio” vino della giornata è stato Chateau Grillet 1998, che curiosamente è stato anche il primo a terminare, due bottiglie per dodici, e ci sarebbe voluta anche la terza, quindi credo che anche gli altri amici partecipanti possano essere d’accordo su quale sia stata la/le bottiglie di giornata. Un po’ troppo in là Chave 99, parecchio storto il bouquet di uno dei Chevalier di Sterimberg 96, ma neppure l’altra ha entusiasmato. E’ allora guardiamo altrove se anche un altro Hermitage, quello della selezione più raffinata della Cave de Tain ha lasciato in bocca solo sensazioni esotiche. Scendiamo a Condrieu e troviamo due cose giovani e diversamente ottime nei cru di riferimento di Cuilleron, La Petite Cote, profumato ma non troppo ruffiano e, in quello di Georges Vernay, più corposo ed intenso, un vino sopra le righe, ci sono tante cose interessanti in questo Coteau di Vernon, sarà meglio esaminarlo singolarmente per riconoscergli la stoffa e la classe intravista. Arrivano in smoking i due Chateauneuf du Pape di Beaucastel, assemblaggio classico e Roussanne vv, entrambi 2006, entrambi elegantissimi, come facilmente prevedibile fanno la coda di pavone di fronte ai più contenuti nelle espressioni. E in giornata di volpi anche Beaurenard ne è uscito con la sua gallina tra le fauci. Sorprendenti, in senso positivo, le due trovate messe sul tavolo da Christian Bucci de La Cave de Pyrene: si tratta di un territoriale Crozes Hermitage Dard Ribo 2009 e di un succulento Hervé Souhaut 2010, appellation Ardeche, generico, giocato tutto sulla freschezza di frutto maturo e acidità gestita con circospezione. Bravo.

E anche stavolta ne siamo usciti vivi, unici bipedi sopravvissuti alla fame e alle furbizia delle volpi, ancora una volte grazie a tutti e alla prossima.

- gdf -





Trattoria Ristorante

Villa Pietro da Pippo


Salita Superiore alla Chiesa di Fontanegli, 13

Fontanegli

16165 GENOVA

tel.: 010 809351








3 commenti:

  1. stupefacente hendrix, anche lui, COME Franco del resto ;)
    Beppe

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  2. La coscia di quel cappone sarà stata lunga venti centimetri... tutto in proporzione con Franck the big one ;-))

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  3. Lo sapevo che Teddy aveva la volpe sotto l' ascella !!!
    Sancio " Franco " Panza

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