- del gaglioffo del faro -
Ma guarda questo. Stavo scattando la mia foto ricordo e mi si è paparazzato davanti. Ma sei proprio un giapponese! Sempre a fare foto voi giapponesi. Ero lassù all’ultimo piano, ci sono salito tre volte là sopra, quando c’era la Bell ’Otero. Stavo facendo i conti: ci ero andato la prima volta con una fidanzata, la seconda con una mamma e la terza con una moglie. Pensavo di più. Mi manca di non esserci andato con una Sophie.
Oh, ma finalmente si è spostato il giapponese, adesso posso fare la mia bella foto ricordo.
Basta souvenir, vado a far shopping per gli amici, per quelli che hanno un lavoro, quelli che però non hanno del tempo da sacrificare a questi scopi, quelli che delegano questo duro compito ad un professionista del dilettevole, il Gaglioffo del Faro, sfaccettatura di personalità assai complessa che quindi si muove con discreta disinvoltura nel centro di una cittadina multietnica come Cannes. Diverso dal flaneur - più pigro e osservatore - il Gaglioffo è attivo e sufficientemente bastardo dentro per andarsi ad infilare con astuzia in situazioni ambigue da cui però farà fatica ad uscirne, contaminato dal margine di pensiero idealista del Guardiano del Faro, ma anche attratto dal voyeurismo del Guardone dal Foro. Pensa di andare in giro da solo, ma è come andare in giro in quattro, con i costi conseguenti.
Andiamo a prendere il formaggio al mercato di Forville e i dolci da Ernst? No, sapete che vi dico, vado dal mitico Maitre Ceneri, uno degli affinatori più famosi di Francia, uno che riceve Champagne in regalo a Natale anche dai topi del quartiere. Il più nobile fornitore dei più prestigiosi ristoranti della costa da almeno venticinque anni. Non un venditore di formaggi, un vero affinatore di formaggi. Peccato che sia chiuso. E’ chiuso per ferie, una settimana, questa settimana. Ernst invece c’è! E su questo punto ci siamo, invece per il formaggio che si fa? Il Gaglioffo ha un idea. Gli altri lo seguono rassegnati.
Non c’è, stai a vedere che no me l’ha raccontata giusta. Chiedo in giro ma pare che nessuno abbia mai visto un italiano che somigli al mio identikit e che giornalmente venga ad occupare uno spazio a Forville per vendere formaggi italiani. Prima volta che lo vengo a cercare e non c’è. Ma ad ascoltare gli altri mercanti di derivati del latte crudo fermier il Gianni qui non si è mai visto. Quando lo rivedo paga da bere al Bar, se no vado in negozio a chiedere di lui. Non c’è, è al mercato di Forville, quante volte glielo dobbiamo dire. Si signora, come no, al Mercato di Forville… Caro il mio venditore di formaggio, glielo dico io alla moglie dove lo vendi il formaggio.
Secondo me lo va a vendere a una qualche Sophie il formaggio.
Definizione di una Sophie: una Sophie, per essere considerata tale deve avere alcune caratteristiche estetiche e caratteriali ben identificabili. Premetto che non sto alludendo alla “nostra” Sophie, la giovane esperta di vini bio che segue questo blog e che alcune volte scrive commenti che già di per se stessi superano per qualità e competenza interi articoli che leggiamo con infinita noia sul web. Anzi, invito la “nostra” Sophie a scrivere qualche post su questo blog, se ne ha il tempo e la voglia; perché potrebbe diventare autrice oltre che commentatrice. Mi espongo individualmente ma credo, anzi, sono convinto che tutti gli armadilli sarebbero felici, però tenete giù le mani!
Chiarito questo punto andiamo alla mia idealizzazione di Sophie, che si può chiamare come vuole, o come ha voluto la sua mamma, ma per me quelle così si devono chiamare Sophie, e sono sempre bionde e dispari. Se poi sono anche dell’Acquario apriti cielo! Capelli lunghi e biondi tendenti al chiaro, verso il platino, e non è truccata, o comunque pochissimo, e mai abbronzata, sempre piuttosto tendente al pallido, faccetta smorta da bambolina con occhietto piccolo e furbo come una volpetta.
In queste condizioni è facile abusare di Champagne e pata negra, e l’aperitivo diventa quasi un menù degustazione con le relative conseguenze per la carta di credito, ma che ci volete fare, quando parte il film, quando leggo tra le righe la trama di un infinito gioco psicologico da portare avanti platonicamente fino allo sfinimento del cerebro, mollando gli ormeggi da quella che dovrebbe chiamarsi realtà non mi tiro mai indietro. Però
-gdf-
Un vero gaglioffo!
RispondiEliminaUno impara una parola e te la rifila per tutto il giorno caro gaglioffo del faro , che poi tanto gaglioffo non mi pari , Gaglioppo in caso A Vita . Comunque Sophie sarà stata buona ma i suoi formaggi di più . I nomi non li ricordo da buon gaglioffo dei caruggi !
RispondiEliminaSancio
Il Gaglioppo del Faro non può farcela senza una Sophie.
RispondiEliminawww.gdf.number.one
RispondiEliminaVa bene tutto, ma anche tromabarne veramente una ogni tanto? fisicamente intendo.
RispondiEliminaF
Faccio già fatica a pensarci
RispondiEliminaSembra un pezzo di piccola pasticceria di Lenotre. Come un Eclair alla crema pasticcera con glassa al cioccolato ebano e guarnizione di foglia d’oro.
RispondiEliminaSono sudato come un cotechino della bassa.....
RispondiEliminaGianchetto
Caro Guardiano,
RispondiEliminaGrazie per la ‘giovane’ esperta dei vini bio però, ahimè, ho superato da un bel po’ la fascia di età del tuo piccolo pezzo di pasticceria, il tipo di gourmandise che fa completamente rincoglionire gli uomini di mezza età... :-)
Grazie anche per l’invito a raggiungervi in qualità di autrice. Non sono certa di essere ‘à la hauteur’, mais pourquoi pas ?
Stai pure tranquillo, gli armadilli sono oramai teneri orsacchiotti inoffensivi o quasi…
Chiuderei concludendo che il bello di certi nomi non risiede tanto nella loro bellezza di per sé ma nella loro capacità di essere un invito al viaggio o un sogno proibito.
Continua a gaglioffare caro Guardiano e a renderci partecipi delle tue esperienze di vita e di quelle altrui :-)
Sophie ('la vostra’)
Infatti...
RispondiEliminaPourquoi pas?
Allora rimaniamo in dolce attesa.
Merci!
gdf
Guardiano mancavo un omaggio musicale...
RispondiEliminaAura Dione - Song For Sophie
http://youtu.be/n1kWvmc-aOA
Lu aggiungiamo subito, qui si lavora, non siamo mica qui ad asciugare il sudore ai cotechini ;-)
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