martedì 20 dicembre 2011

J'aime Paris



- gdf 2011 -

Qualche dubbio sul gusto di questa foto mi viene: barba lunga, sguardo ammiccante e capelli loschi. E ancora, piatto vuoto di cibo ma con una Tour Eiffel di ferro, bottiglia d'acqua, bicchiere vuoto e sfondo da bistrot di tutti i giorni. Invece poi è bello da tenere in mano, perché nonostante il peso delle 600 pagine (seicento!), la copertina un po’ guascona d’aspetto ha uno spessore e una morbidezza gradevole, quasi gommosa. I contenuti ci sono tutti, tutti quelli che Ducasse ha ritenuto interessanti, e non deve essere stato facile sceglierli all’interno dell’offerta infinita che può proporre ogni giorno la capitale del mondo dell’enogastronomia. Duecento indirizzi brevemente commentati, dal macellaio al panettiere, passando per bistrot, enoteche, ristoranti, pescherie, drogherie, alberghi, pasticcerie e decine di altre eccellenze gastronomiche scovate in ogni angolo della città. Interessante anche il lato umanistico pennellato sui contorni delle bellissime fotografie, e una grafica costruita anche con caratteri di stampa piacevolmente retrò. Come “Guida” decisamente troppo pesante da portare in giro per la città, ma niente paura, celata nell’interno della quarta di copertina c’è una piccola agenda riassuntiva da estrarre dal tomo e da infilare nella tasca di una qualsiasi giacca; peccato manchi di una piccola mappa che aiuti ad individuare al volo dove si trovino gli esercizi, ma una volta raggiunto l’arrondissement basterà infilarsi in qualche bistrot a chiedere informazioni e così forse scoprire altri indirizzi da aggiungere alla lunga lista.

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