del Guardiano del Faro
Si narra - ed è certezza - che durante la ristrutturazione di questa grande cascina molto ben piazzata su un'altura dominante Casale Monferrato vennero ritrovati sotto il tetto tre fucili, delle munizioni, ordigni vari e un giornale. L'Uomo Qualunque, giornale politico satirico fondato a Roma nel 1944, a cavallo tra il prima e il dopo.
Per accedere a questa micro polveriera non si poteva fare altro che salire sul tetto e non dai solai. Quei tre fucili sono diventati il logo di Cascina Faletta 1881. Il riferimento è relativo, mentre il recupero è sicuramente importante, per rilevanza di contenuti e di contenitore, che risponde alle più moderne tecniche applicate, in termini di impianti a basso impatto ecologico, di recupero di energia. Domotica, geotermia, pannelli solari e impianti che coinvolgono persino i terreni su cui sono coltivati alcuni vitigni come il Pinot nero, il Syrah, la Barbera e lo Chardonnay.
C'è addirittura "il cappotto" e cioè una definizione confidenziale che individua un isolamento termico -una sorta di coibentazione- che difende l'interno dall'esterno. Basta bussare ai muri per capire che qualche cosa di molto importante è stato fatto per difendere il valore del calore dal freddo, o viceversa.
Nessuna sorpresa, i proprietari ci capiscono abbastanza di queste cose, essendo prima di tutto costruttori leader in Italia -e non solo- di carrozzerie refrigerate e isotermiche. Cold Car, un nome, una garanzia.
Qualche bella camera etichettata con nomi evocativi, spazi comuni ampi e calorosi, una piscina, un piccola ma preziosa produzione di vino e un ristorante che fatica ad autodefinirsi "agriturismo".
L'ingresso al ristorante
Il vigneto di Syrah
I tre fucili
La sala con le volte arcuate di mattoni
La seconda sala, in bianco, e che da sul giardino e la piscina. Aperta l'altro giorno.
La carta dei vini, con -giustamente- ampio spazio descrittivo riservato per i vini della proprietà.
Un assaggio istruttivo e didattico dei vini di Cascina Faletta, assistito dall'ottimo Maitre, Sommelier et Concierge d'hotel Fabrizio Alessio. Qui abbiamo un Metodo Classico a base Pinot Noir vinificato in rosè. L'enologo è di rilievo, di materia ne ha e ne troverà anche nelle prossime annate, volendo cercare più finezza che potenza e consistenza. Buono ma un po' carico come i fucili.
Yess. Fresco, floreale con filamenti di miele tra le trame. Vinificazione in acciaio, buono! Ideale per tutti, clienti da Agriturismo o da ristorante, per rivolgersi ad un'offerta al bicchiere aderente al territorio, senza caricarsi troppo.
Ci sono piatti in carta che potrebbero affiancarsi, come il pollo alla Marengo o la cipolla al Bettelmatt, ma da solo rimane un po' bloccato. Come si dice in gergo, più largo che alto, diversamente dal precedente.
Che bella sorpresa! Syrah e Pinot Noir? Accidenti, la Borgogna e il Rodano si fondono da lontano e si ritrovano bene da vicino. Vino profumato, equilibrato, suadente, femminile ma con carattere. Il mio vino del giorno
L'acidità che ti aspetti, un buon frutto, un naso ambiguo ma una gradazione ed una piacevolezza complessiva adeguata al tema Agriturismo ... ma aspettiamo la cucina ...
Il Pinot Nero.
E' il mio vitigno totem, faccio fatica a immaginarlo così privo di profumi, ma non siamo nè in Borgogna né in Alto Adige
Parliamo finalmente di cucina, strutturalmente ben organizzata e gestita dall'ottimo Paolo Viviano, di origine veneta ma "novaresizzato" da sempre. Un mio ricordo particolare per Trecate (Macrì) e Orta San Giulio (Hotel San Rocco)
Paolo Viviani (chef) e Fabrizio Alessio (Maitre)
Focaccia morbida alle erbe e panini croccanti
Irresistibili grissini al burro
Crema di fagioli, cozze, funghi, caprino e verbena ...
Allora non si sta scherzando
No, anzi. Perché una trota salmonata di questa bontà è assai rara. Bella l'associazione con la compressione di panna cotta salata. Chinotto dolce amaro, cipolla all'agro, gocce di peperone arrostito, olive taggiasche. Qualcosa di può togliere, ma restano quei due elementi di base da far dialogare con chi lo chef deciderà siano i più in sintonia, oppure in contrasto.
Immagine rubata ma utile per capire questa composizione di Fassona e salsiccia di Bra con crema di gorgonzola. Il tutto servito come fossero ravioli aperti e croccanti
Cipolla al forno, crema di Bettelmatt e tartufo bianco.
Ravioli pizzicati di pasta fresca 42 tuorli ( nuovo record credo ), farciti di polenta e funghi all'aglio dolce, tartufo bianco. Chapeau chef.
Da mangiare con il bicchiere caldo in mano ed un cucchiaino. 30 grammi non di caviale ma di risotto alla barbabietola e robiola. Contenuto e contenitore
Il pollo alla Marengo secondo Viviani
Puntine di maiale, pepe, lime et ketchup maison piccante ... purè e bacon.
Molto tex mex e i-like and wow
In Piemonte la definirebbero una "gadanata". Termine facilmente traducibile in diversi dialetti. In Spagna lo definivano "pijama para dos". Dolce omnicomprensivo da condividere. Risalta la crema di zucca con granelli di cioccolato, il bonet in formato boia fauss, il salame di cioccolato, il tartufo bianco, l'immancabile alchechengi ma soprattutto, per me che amo le acidità serie, il ribes rosso nel suo succo ristretto.
Un giro per le camere con Fabrizio. La tecnologia non lo spaventa
Un salotto dove lasciare in tasca lo smartphone e giocare a scacchi
I cimeli : la copia ritrovata nel sottotetto dell'Uomo Qualunque, che già dal '44 pubblicizzava dentifrici oltre che "L'Apologia del buon senso". Notare i colori della comunicazione. Sono sempre quei tre
I Tre fucili dell'Uomo Qualunque
Una delle belle calde e belle camere, in dettaglio. Un'altra con travatura importante a mansardata bassa, finestre basse e velux alti, sarà la prossima mia
E' iniziato il servizio per la colazione
Poi ci potrebbe essere un convegno
Un bicchiere ed una sigaretta conviviale con lo chef
Punti di vista, quasi tutti condivisibili
gdf
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