del Guardiano del Faro
Miao. Sarà colpa del clima mite ed emolliente, fatto
sta che tradizionalmente i ristoranti adeguatamente riscaldati in Liguria sono
sempre stati rari, così come i bagni, in inverno inavvicinabili, specialmente
per le signore, dallo sguardo inequivocabile al loro ritorno al tavolo: non mi ci portare mai più in questo posto!
Non hanno neppure il riscaldamento in bagno! Non c’è il riscaldamento e tengono
pure la finestra aperta !!!
Ma dopo il terzo locale trovato in quelle
condizioni nella medesima settimana di vacanza, quella fidanzata piena di
pretese assurde mandò a quel paese me e tutta la Liguria in blocco, trovandosi
qualcuno che la portasse a spasso in Costa Azzurra, dove, nonostante un clima
simile, il riscaldamento, quando occorreva, lo accendevano.
Ma anche in Liguria lo accenderebbero - belìn, dieci
minuti prima del servizio…- solo se lo avessero installato. Ora, dagli ‘80/’90
a oggi le cose sono abbastanza migliorate, e a parte i bagni, che restano una
costante incredibilmente dimenticata, per lo meno la sala principale del locale
tenta di raggiungere i fatidici venti gradi anche fuori stagione.
Però mai mi dimenticherò di aver visto alcune
signore mangiare con il cappotto, ma pure io non mi levai né la giacca di lana
né il maglione pesante durante un pranzo nel mese di gennaio in uno stellato
del savonese, dove, si sa, un pochino più di freschetto c’è normalmente tutto l’anno.
Se non avete il riscaldamento, chiudete a fine
ottobre e riaprite da Pasqua, e che Dio ve la mandi buona, anche se il
riscaldamento del pianeta non è così uniforme come vorrebbero i ristoratori
liguri.
In trent’anni di cose ne cambiano, e sale,
salette e toelette sono alquanto migliorate, almeno da quanto posso osservare
da qualche anno. Soffre ancora la toeletta, argomento sul quale ci sarebbero da
fare delle considerazioni che farebbero rabbrividire non solo le signore
freddolose.
Di ieri e di oggi rimane un’altra costante
negativa, la più difficile da combattere e da sconfiggere: la temperatura dei
piatti portati al tavolo. Molti hanno il mobiletto in acciaio riscaldabile per
portare su la temperatura del piatto vuoto, poi da estrarre e posare sul pass
prima di impiattare, ma si ricordassero anche di accenderlo.
Di pass riscaldati dall'alto, fissi o mobili ne vedo pochissimi, e di lampade
che scendano opportunamente sul piatto per mantenerlo alla giusta temperatura
fino al momento di servirlo non ne ho ancora vista neanche una. Tra le migliori
risposte ricevute da uno chef particolarmente brillante questa: figurati che io servirei tutti i piatti freddi. Beh, anche a non
dirlo, basterebbe mangiarci dentro per rendersene conto.
gdf
Le specialità regionali sono la ricchezza della cucina italiana :-)
RispondiEliminaBep
Colpo basso, però poi se si lamentano sanno anche (uno) dei perché gli va così
RispondiEliminaFranck
Yess. Mi sono rotto di piatti che arrivano al tavolo a temperatura sbagliata
EliminaIo amplificherei l'asserzione: c'è freddo in Italia. E' vergognoso ma le piccole aziende sono costrette a tagliare sui costi d'energia elettrica al pari delle famiglie arrivando a situazioni imbarazzanti in cui staccare il climatizzatore o il carrello dei piatti è necessario per abbassare di un terzo la bolletta. Oltre all'enorme differenza che c'è tra le tariffe europee in cui quelle francesi sono all'incirca la metà delle nostre, a noi tocca pagare l'energia reattiva ovvero un sovrapprezzo dovuto all'erogatore perchè continui a garantirci una certa quantità d'energia anche quando non ne abbiamo bisogno perchè il lavoro è irrimediabilmente calato.
RispondiEliminaPoi se per mantenere una certa dignità vogliamo dire che gli edifici sono da ristrutturare e che l'aspic è il piatto più goloso va bene lo stesso per me, basta che il bagno sia pulito.
Alba
Ecco, per non dir nulla di quei quattro gatti avanguardisti per aspettano il pesce fresco ad un molo non riscaldato, infatti sono tutti impellicciati e accigliati...
EliminaRob
In realtà i gatti sono sempre quattro, ma con un trucchetto di photoshop vorrebbero apparire di più, ma quelli restano, a parlarsi da soli, al limite di un comportamento tipico caratterizzato da una marcata diminuzione dell'integrazione socio-relazionale e della comunicazione con gli altri...
RispondiEliminaIl Vendola del Faro è ancora peggio della foto. Cosa replicare al docente che ti giustifica il tre appioppato con un "sei fuori traccia"? Che col photoshop poteva mettere al centro dei gatti un copertone in fiamme così si capiva meglio lo stato di prostit... ehm di prostrazione di quei gatti affamati e infreddoliti benchè impellicciati e accigliati....
EliminaAlba
Per degustare al meglio, la temperatura dell’ambiente e quella corporea contano, proprio come in occasione di altri tipi di degustazione, certo, saltuariamente l’estrazione a freddo può avere un suo perché, se non altro per l’effetto sorpresa, ma di norma, tornando a parlare di piatti, è inutile che dicano “con il pass e le lampade il piatto si secca”, perché, anche a noi avventori secca se ci viene servito un risotto tiepido o, peggio, un fritto non bollente, in un ambiente a temperatura sotto il livello di guardia.
RispondiEliminaSuccede frequentemente, da Trieste in giù, a pranzo o a cena, a locale pieno ma anche mezzo vuoto, dovremmo farlo presente, come ho visto fare con garbo e fermezza proprio in occasione di un fritto “già seduto”.
M 50&50
Il fritto, se si secca un po' sotto la lampada migliora, e non il contrario. Il risotto non so, proverò a casa, accendendogli un abat jour di sopra
EliminaSecondo me i gatti al porto dei pescatori rappresentano un allegoria: i clienti che vengono da fuori e che accettano comunque ogni condizione, basta che gli dai del pesce ;-)
RispondiEliminaGeorge
;-)
EliminaM 50&50
Inarrivabile, forse per le belle forme a supporto, il miglior racconto dell’antologia “è venerdì dammi il cinque”, su un treno locale in frenata diretto al camping sento descrivere la ricetta della torta pan degli angeli cioccolato e pere coscia ricoperta di glassa, transitano un locale omologo ed un locale casual, al posto dei freni “stridono gli orecchi per intendere”… in tenda sorrido mentre leggo Luca 6,41
RispondiEliminaM 50&50
Io ho un mitico pass attaccato ad un forno dell epoca di colombo :),scalda un sacco, peccato che i piatti non mi riescano però come quelli che vedo qui.Sigh
RispondiEliminaTMC
L'importante è provarci, sempre...
EliminaNon c'è di peggio che mangiare cibi freddi al freddo. Come si fa a gustare il cibo se non si vede l' ora di finire e andarsene?
RispondiEliminaLe lampade ad infrarossi sul pass le ho viste, in un ristorante dove ho lavorato un paio di giorni, ma non ricordo dove...e comunque erano spente