del Guardiano del Faro
Riflusso è un termine del linguaggio
giornalistico e politico usato per descrivere un atteggiamento caratterizzato
dal disimpegno politico e sociale e dal ripiegamento nella sfera del privato in
un clima di disillusione e ritorno a valori del passato, ottimamente tracimato in musica da Gaber nel quasi quasi mi faccio uno shampoo. Il Reflusso è
invece una malattia gastro; gastro-esofagea da causa gastro-nomica, quella che provoca rigurgiti e
bruciori di stomaco, che non si cura con un paio di passate di shampoo. Quasi quasi mi faccio uno scampo.
Invece no! Sciacquo! Sciacquo. Le due
situazioni si possono congiungere dopo un tre quarti di vita passata al tavolo del
ristorante, ma non bettole – e questo aggrava i sintomi non avendo alibi - ma in ottimi
ristoranti, che quindi non hanno colpe sulla mia doppia esposizione, mentale e
fisica.
L’altra
settimana alla presentazione della Guida dei ristoranti italiani del Touring Club a Milano ho incrociato non meno di
una sessantina di chef italiani stellati o pluri-stellati, a partire da Antonio
Santini, Massimo Bottura, Enrico Crippa, Antonino Cannavacciuolo, Giancarlo
Perbellini e via a seguire.
Incrociando
Crippa mi sono sorpreso -dopo avergli stretto la mano- a chiedergli se il
mercoledì successivo la “sua” Piola di Alba fosse aperta, così da trovare un
punto di ristoro prima o dopo aver visitato la Fondazione Ferrero che in questo
periodo ospita una mostra di quadri di Casorati, senza rendermi conto della gaffe inconscia che si nascondeva dietro
ad una domanda apparentemente ingenua, ma che – accidenti a me ! – era maledettamente
sincera e non voleva tendere a sminuire il mio gusto per il suo ristorante tre
stelle Michelin del piano di sopra.
Un’altra
domanda sibillina mi arriva alle orecchie pochi giorni fa, da un lettrice di questo blog che
mi fa notare quanto siano cambiate le mie frequentazioni medie, quelle che si
vedono on-line naturalmente … la domanda fu secca e perentoria : in quale
ristorante italiano tre stelle vorresti tornare prima che dagli altri?
Oh my God. Ci
ho dovuto pensare dieci minuti, gettando poi la spugna per mancanza di
certezze. Sarà snobismo, sarà il riflusso, sarà il reflusso, saranno i prezzi,
sarà la deriva di una certa cucina contemporanea, sarà che medita e medita
finisco dentro questo bar per un bicchiere di vino, e che invece si rivela essere anche un’altra cosa.
Forse per
curarmi in questo momento ho bisogno di cose così. Di leggere che sotto al bar
dove mi servono un paio di bicchieri di delizioso Moscato secco piemontese
insieme a fragranti torte salate ... deliziose (sardenaira e farinata alla cipolla
commoventi), dicevo, mentre bevo un bicchiere di Moscato secco leggo una
piccolissima targhetta che indica verso il basso "ristorante" , raggiungibile scendendo un ripida
scala.
Che faccio?
Mangio! Lo stomaco già reagisce meglio. Domando: c’è molto aglio nella
brandade? Si, mi risponde Simone, e gli fa eco Matteo, molto! E aggiunge: c’è anche sul crostino
che l’accompagna, rincarando la dose. E anche l’olio di casa in quest’annata difficoltosa prende
un po’ alla gola, ricordando quei caratteri forti e un po' montanari che fanno fatica a fare
compromessi. E' un indirizzo prezioso questo, e non badate alle piccole porzioni
che vedete, loro normalmente ci vanno giù pesante con le dosi. Queste porzioni le ho richieste io espressamente, prima di guarire dal reflusso,
ma aggravandomi il riflusso.
Il pane nel sacchetto
L'olio di famiglia, che si chiama Cassini, che da queste parti significa qualche cosa
Un "branda" da concorso
Acciughe ripiene
I raviolini maison di preboggion, in porzione assaggino
Ogni piatto è presentato in ceramiche diverse
Qui ci sono gli altri raviolini specialità di Matteo, di pomodori secchi e zucca, poi conditi con ristretto di pomodoro fresco e timo. ;-)
La coscia di coniglio di Apricale confit
Il semifreddo al caramello salato "cristallo", in salsa di caramello morbido
Ne volete ancora? La festa continua, a gusto. Ma solo a pranzo
gdf
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