Se chiedete di lui ai colleghi, ai suoi o ai miei,
saranno in molti a liquidare il dialogo chiudendolo con un solo aggettivo : ah!
L’antipatico. La superficialità del giudizio, figlio dell’apparenza, provocato da
quella maniera ruvida ma chiara di porsi, una corazza da esibire per proteggere
una sensibilità interiore da difendere e da condividere solo con privilegiati.
Dalla passione per uno sport
competitivo e faticoso come il ciclismo al motore di una cucina, comunque
faticosa da condurre, fino al motore Ferrari, questo da intendere quasi
rilassante, come un dolce suono di fine servizio. Sospensioni indipendenti,
motore centrale, equilibri precari. Passione unite e avvolte in un involucro
fatto di look e immagine degna di un opinion leader, ma che non è così come
appare.
Va così nella storia degli
chef del nostro paese; periodicamente ne viene fuori uno molto bravo, ma anche
caratterialmente difficile da collocare dai commentatori approssimativi o
superficiali.
Il “burbero Vissani”, “
l’indisponente Pierangelini” , “l’accigliato Cannavacciuolo”, “ l’ombroso
Cracco”, “ l’ostico Masieri” , ecc … così, generalizzando senza voler incidere.
Poi li conosci meglio e nove volte su dieci cambi parere.
Ora c'è l’Antipatico Milone a
salire ai vertici di catalogazioni apparentemente negative, ma che invece hanno
fatto la fortuna di chi ha saputo ben gestire un aspetto caratteriale non buono
per tutte le stagioni, non buono per tutti, e quindi molto più originale di
tanti, anche bravi ma troppo unicellulari di pensiero per sfondare nel mondo
della comunicazione.
Ma andiamo oltre il fornello
come diceva il Maestro, andiamo oltre la visione del piatto finito, andiamo
oltre il pass come piace dire a me. Mangiamo ma teniamo alta la testa sul
piatto. Via alle domande.
gdf
L’intervista.
Gdf - Quando ci siamo
conosciuti -cinque anni fa se ben ricordo- tra le affermazioni che più mi
colpirono durante quel primo colloquio ce ne fu una per me rivelatrice. Dicesti
una frase del genere: arrivare secondo
nel ciclismo non serve a nulla. Tanto vale arrivare ultimo se non puoi vincere
o se ti impediscono di vincere. Questa maniera competitiva di vedere le
cose vale anche nel mondo dei grandi cuochi?
Chr – Beh vedi... il ciclismo
era una fonte continua di confronti e sfide... un buon ciclista in media fa
70-80 gare in un anno quindi hai il giudizio immediato del cronometro e delle
classifiche... per noi cuochi le possibilità di sfida sono molto più basse e
poi il gusto non è una scienza esatta... e poi la parola sfida è anche
sbagliata... ognuno racconta la sua
storia e serve la sua cucina... è un mondo da quel punto di vista molto meno
accattivante...
Gdf - Arrivare ad un evento
dove sono presenti centinaia di colleghi e addetti ai lavori con un’automobile
esclusiva, indossando abiti ricercatissimi, accessori, orologio e gioielli di
grande impatto e curando anche il look dei capelli in maniera da tale da non
potere passare inosservato fa parte del tuo libero modo di essere o si tratta di
una copertura di personalità? Come dire.
Guardate pure questo, ricordatevi così di me, ma io sono un altro.
Chr – Arrivo comunque da un
ambiente in cui vigeva la regola morte tua vita mia.. quindi anche il look in
alcune situazione poteva evitare di essere presi di mira ... detto questo è
anche un modo per vincere la mia estrema timidezza... basti pensare che in età
adolescenziale la mia scelta è ricaduta sulla cucina perché mi portava meno a
contatto con la gente rispetto al lavoro di sala...
Gdf - La Ferrari, gran bel
ferro, e l’utilitaria, quella per lavorare tutti i giorni. Il tuo ristorante è
diviso sostanzialmente in questo modo, come un garage di una persona benestante
ed intelligente. La piccola ed esclusiva berlinetta chiamata Gastronavicella invita
a partire per viaggi con la schiena ben attaccata al sedile, mentre la
Trattoria Zappatori tranquillizza il cliente che vuole viaggiare con calma e
tenere la testa libera da pensieri. Nel mercato dell’automobile non è saggio
fare a meno dell’una o dell’altra per coprire diversi segmenti di mercato. Tu,
se dovessi rinunciare a una delle due opzioni, di quale faresti a meno?
Chr – Bella domanda... in
realtà ho trovato il modo di fare convivere tutte e due sotto lo stesso
tetto... da alcuni mesi difatti non esiste più differenzia netta tra l'una e
l'altra, si può scegliere al momento se viaggiare comodi o accelerare con la
Gastronavicella piatto per piatto... tutti vorrebbero una Ferrari comoda come
una Station Wagon... ed è quello che io voglio dare ai miei ospiti...
Gdf - Un libro con un titolo contraddittorio e con un’irriverente foto di spalle. Odio Cucinare. Poi, sfogliandolo, scopriamo che i contenuti non sono così trasgressivi. Ma allora, come si dice in gergo: ci sei o ci fai?
Gdf - Un libro con un titolo contraddittorio e con un’irriverente foto di spalle. Odio Cucinare. Poi, sfogliandolo, scopriamo che i contenuti non sono così trasgressivi. Ma allora, come si dice in gergo: ci sei o ci fai?
Chr – invece è molto trasgressivo...
è la cosa più trasgressiva che io abbia mai fatto nella mia carriera... cercare
di cambiare mentalità e approccio nella cucina di casalinghe e appassionati
portandoli a ragionare e pensare in maniera diversa, sfruttando al meglio le
potenzialità, riducendo gli sprechi e riducendo il tempo trascorso in cucina
migliorando di molto la qualità del cibo ingerito. Questa è una delle
rivoluzioni più grandi che una persona possa affrontare in campo alimentare...
Gdf – Mi hai sempre detto che
non sai fare le salse, non credo sia vero, sicuramente la cucina tradizionale
la sai fare, e anche molto bene alla Trattoria Zappatori, e il pubblico
immagino gradisca, si senta rassicurato e abbia poco da dire se non che ha
mangiato bene, la cosa fondamentale. Che cosa cerchi invece nella proposta più
innovativa della Gastronavicella? Stupore, contestazione, dialogo,
controversia, clamore … o applausi?
Chr – nella Gastronavicella
cerco solo di portare il mio personale punto di vista sul territorio che mi
circonda, sulle esperienze che mi hanno formato e hanno fatto si che la mia
mano sia diversa da quella del mio vicino di casa.. è il mio intelletto
applicato al cibo... non ricerco chissà quale reazione... semplicemente mi
metto a nudo, ecco sono questo... a volte ne esco imbarazzato, a volte
euforico, a volte frastornato. Ma ti posso garantire che ricevo molte meno
tirate di orecchie sulla Gastronavicella rispetto alla Trattoria
hahahahahahahahaha....
Gdf - Diamo per scontato che
la cucina tradizionale piemontese sia tra le migliori in assoluto in Europa.
Quali messaggi cerchi di far passare attraverso la tua personale
interpretazione del classico, per quanto aderente alla storia.
Chr – Il messaggio che cerco
di fare passare é quello di una tradizione moderna... svecchiata da errori...
alleggerita e più rispettosa delle materie prime... filtrata comunque dalle mie
mani ma comunque aderente al gusto tradizionale che le persone si aspettano di
trovare...
Gdf - Il cuoco manager e
consulente tutto fare sembra avere la meglio sull’idealista per poter
sopravvivere ai costi di un solo ristorante gourmet, salvo che i costi di
quest’ultimo non siano già coperto dai fondi di famiglia o da un investitore
mecenate. Tu come ti vedresti nel primo ruolo? Riusciresti a gestire più
situazioni o il tuo carattere rimarrà individualista?
Chr – Penso che avere le
spalle coperte e non dovere lavorare con l'assillo delle scadenze sia il sogno
di ogni mio collega... sarei felice di lavorare in una situazione simile,
sicuramente non avrei distrazioni e renderei al massimo in cucina... se
riuscirei a gestire più situazioni?? lo scopriremo presto, in autunno inverno
partirò con diversi progetti dislocati in più città... se fra qualche anno sarò
ancora in piedi vorrà dire che tanto male non me la cavo... su una cosa però
sono certo... il mio non è e non sarà mai un carattere individualista... io per
il mio passato tendo a fare gruppo a legare piuttosto che ad allontanare... ad
aprirmi e a condividere... ho ben in mente la potenza del "gruppo"... da soli si
può essere forti fin che si vuole ma non si va lontano...
Gdf – Sembra contraddittorio
con la questione posta appena qui sopra, però: ti piace viaggiare, sento di
poterlo affermare, e non è prerogativa di moltissimi tuoi colleghi, che
rinunciano a mille possibilità che offre il mercato estero per performance di
una o più serate. Molti lo fanno per denaro, tu secondo me lo fai perché a
Pinerolo ti annoi quando non accendi i motori della Gastronavicella. Mi
sbaglio?
Chr – no... a Pinerolo non mi
annoio... potrei passare la vita a cuocere bollito... io amo i profumi e i
gesti atavici che mio padre mi ha trasmesso da buon piemontese in silenzio.. in
realtà viaggio perchè spesso mi manca il confronto lo scambio... mi manca
imparare e vedere qualcosa di nuovo da poter far mio e filtrare... questo
mestiere è fantastico perchè se sei un buon osservatore puoi imparare anche
dalle situazioni più assurde e impensabili...
Gdf - … e poi torni in fretta
a casa perché hai nostalgia della tua bella famiglia. Vero?
Chr - Io devo tutto alla mia
famiglia... non sarei dove sono senza di loro... mi hanno permesso di poter
partire passami il paragone in pole position... sta a me far fruttare la
fortuna che mi è stata data... sta a me non finire lungo in una curva e
rovinare tutto... quanti partono in pole position e al primo giro la loro gara
è già terminata... non è mai facile
Gdf - Andiamo più sullo
specifico. Ci sono ingredienti o metodi di cottura a cui sei più affezionato?
Attenzione ai termini, affezionarsi a qualche cosa vuol dire agganciarsi alla
Tradizione.
Chr – Non ho ingredienti o
metodi di cottura a cui sono più affezionato... ma voglio cucinare solo quello
che mi emoziona... non voglio sprecare la mia vita a fare qualcosa che non mi
entusiasma...
Gdf - Quanto contano e a cosa
servono alla Gastronavicella gli oggetti e le originali stoviglie che usi per
supportare il tuo pensiero di cucina quando questo arriva al tavolo?
Chr – In passato contavano
molto... mi aiutavano a dare spessore e credibilità a quello che era la mia
cucina... crescendo e migliorando si capisce che il difficile e la grandezza
sta nella semplicità... semplicità delle forme... semplicità nell'impiatto...
semplicità e pulizia nei gusti... certe cose ora non avrebbero più senso per
me...
Gdf - In una volata a due, da
chi potresti perdere di una ruota senza arrabbiarti? Non necessariamente uno
chef …
Chr – ti dirò il nome di uno
chef... anzi dello CHEF... il mio maestro Enrico Crippa... non mi arrabbierei
se perdessi di una ruota da lui... essere a una ruota da Enrico è tanta tanta
roba...
Gdf - … e chi vorresti rimasse invece indietro di un tubolare? Necessariamente uno chef.
Gdf - … e chi vorresti rimasse invece indietro di un tubolare? Necessariamente uno chef.
Chr – Uno chef straniero... da
Redzepi in giù potrei citarli tutti... ma non per una mia soddisfazione
personale... la vedrei più come la vittoria della cucina italiana... siamo noi
i primi spesso a sottovalutarci quando invece abbiamo una storia e dei valori
che non sono secondi a quelli di nessun altro paese al mondo...
Gdf - Cosa cerchi quando vai a
mangiare dai tuoi colleghi?
Chr – chi va a mangiare dai
colleghi è Christian e non Chef Milone.. cerco quello che cercano tutti i
clienti saggi... di passare ore buone affidandomi a dei professionisti che mi
donano una parte di loro...
Gdf - Ce l’hai una passione
diversa dalla cucina e dai 500 cavalli di una Ferrari sempre e solo rossa?
Chr – ti potrei dire il
mare... o meglio quello che ci sta sotto... sono appassionato di immersioni e
appena posso non me le faccio mancare...
Gdf - “se non emergerò nella fascia alta della ristorazione d’avanguardia
tornerò a rifare solo la cucina da trattoria” Perché? Sarebbe una gara con
pochissimi concorrenti. Non si può diventare il miglior esecutore di un vitello
tonnato? Non credi sia più difficile essere il numero uno in uno sport praticato
da molti piuttosto che fare cose non paragonabili ad altre?
Chr – Il mio era un pensiero
più profondo... non si tratta di diventare il migliore esecutore della
tradizione ma di mettersi in gioco più profondamente per esprimere se stessi …
uno ci prova... se non ci riesce o non ne ha i numeri si pone nuovi
obbiettivi...
Gdf – Si avvicina l’autunno,
la stagione delle piogge e dell’uscita delle Guide. Per la prima settimana di
Novembre hai già preventivato un cambio di gomme marcate Michelin?
Chr – Diciamo che rimango
fedele alle mie Pirelli... le cose più belle sono quelle che arrivano quando
uno non ci pensa neanche più... e diciamo che io oramai sono in quella fase...
sono molto sereno... credo nel mio progetto e nel modo in cui lo affronto da
oramai quasi 10 anni... chi crede in me mi accompagna... ognuno è libero di
esprimere il proprio giudizio... nei limiti del rispetto di chi lavora...
Gdf - Questo è anche un blog
musicale. Ti va di scegliere un pezzo d’autore per chiudere l’intervista?
Gdf - Grazie chef, sei stato molto gentile, disponibile e anche bravo grammaticalmente, cosa non così frequente dalle parti delle giacche con bottoni a strappo. Approfitto per ricordarti quell'appuntamento da confermare a Georges Blanc. Fino a Pinerolo ci vengo io, da lì in poi però vorrei attaccarmi al sedile della Ferrari con i Guns'n Roses a volume idoneo.
Gran Bel Pezzo,e Grande Milone,lo conosco tra le righe dei network,(e stato uno dei primi a cui ho chiesto un consiglio,) e le scorribande nel mondo gastronomico,un buon sprinter e per uno come me che si avvale del mero giudizio dei pixel,ma un giorno spero presto di andare a provare la sua Ferrari!
RispondiEliminaTMC
Complimenti a tutti e due :-))
RispondiEliminaBeppe
Strepitoso dossier sulla navigazione nell'ultimo numero di Focus: le tappe della storia, le nuove tecnologie per consumare e inquinare meno, e i 7 profili semiseri degli italiani, popolo di santi, poeti e... navigatori
RispondiEliminaSembra che l'aria di casa ti faccia bene...mcinquanta
RispondiEliminaSembra sia la giornata di Milone sul web food ... ... ...
RispondiEliminaFranck