venerdì 12 settembre 2014

Genova | SanGiorgio


gdf


Per qualcuno l'ora é scoccata. O sta per scoccare. Allora si può fare. Allora, cercando meglio, qualche cosa si riesce a tirare fuori da questa città diventata ormai l’emblema oltre che la capitale di una regione in profonda crisi di proposte gastronomiche, non dico eccelse, ma almeno all’altezza dei propri grandi prodotti, della terra e del mare, ma che sempre più raramente riesce a valorizzarli a tavola.


Qui nel quartiere lo sanno. Almeno, diciamo che al bar a 200 metri lo sanno. Più in là, in un locale appena inaugurato mi marcano picche alla richiesta dell'indirizzo del SanGiorgio, ma si sa, i genovesi sono riservati. Ma qualcuno lo sa, qui mi dicono che si mangi proprio bene. Decido di fidarmi.



Ma nulla arriva per caso, trattandosi anche in questo caso di riscoperta in un contesto diverso e sotto un'insegna diversa di una situazione già nota in passato. Quattro anni dall’apertura ed è già rinnovato il SanGiorgio dei fratelli Scala, e neppure del tutto rifinito al momento di questo buon pranzo di mezza settimana, a due passi dall’ondulato mare, a due passi dalla squadrata Piazza Rossetti.

C'è sempre un rappresentante di vini che arriva prima dell'apertura a menare il belino ...


Fu dapprima Au Fundegu, ad Albissola Superiore, nel savonese stretto, mentre ora è - nel pieno della maturità dei due fratelli, Danilio e Roberto Scala - il SanGiorgio, locale elegantino e conciso, salotto conviviale colmo si di tavoli, ma anche di deliziose e stuzzicanti preparazioni di cucina schietta e diretta. Tavoli troppo ravvicinati? Mah, oggi alla Michelin passano sopra a ben altro. Però c'è baruffa nell'aria quando si frigge o quando l'aglio s'intriga nell'olio. Questo dettaglio si, questo sarebbe più importante curare avendo ambizioni.


L'attenzione al dettaglio che non manca invece a questa pagina. Mi sembra evidente qui, al capitolo zero della carta dei vini, che si fa piacere, indipendentemente dalle scelte e dai gusti personali o condivisibili con il pubblico pagante, messe giù -le etichette- nero su bianco, e anche in immagini.


Il menù mi pare proposto a prezzi onesti, anche tenuto conto della posizione in città, della qualità degli arredi e del tono dell'ambiente, del dove e del come è collocato, e ancora per i modi e le maniere nei momenti del servizio, che va ben ben ben oltre la media regionale quanto a stile e professionalità. 

Prezzi: alla carta si spende ovviamente un pochino di più se mangi tre piatti e dessert, ma se ti va di mangiare due piatti e dessert ne uscirai incolume. Belìn, ho preso un bicchiere di bianco la qualunque benzina in un bar a trecento metri e mi hanno chiesto sei euro ! La bottiglia ne valeva tre.


Dicevo del servizio, dando per scontato che il mestiere Danilo Scala lo conosca bene arrivato a 51 anni, mentre guardate questo che bravo. Non si ferma alle apparenze. Controlla subito. Ti ho beccato, però così si fa, bravo Ivan, lo facevo anch'io, e imparassero altri, sai quanti problemi risolti già prima di cominciare sapendo con chi hai a che fare. Così si impara a personalizzare un servizio mettendosi dalla parte giusta, quella di chi sa come gestire i clienti, chiunque siano, anche i più strani. Nove volte su dieci Google ti aiuterà a sintonizzare il servizio.

Adesso però stappiamo Ivan. 
Ivan Guarino, modenese, ma a volte lo avrete incontrato a Milano, o altrove.

Il centro tavola è un invito

Roberto Scala si presenta e saluta i clienti ad inizio servizio, sfiorando il soffitto.
 A fine servizio mi chiederà se ho mangiato bene.
La risposta è stata: si
Il fritto di acciughe all'aperitivo

I vini del giorno. Godibili ma piuttosto giovani per essere apprezzati al meglio

Il totano ripieno di patate ed erbe, basilico e ristretto di pomodoro

Un ottimo olio

Cozze, vongole e cefalopodi ... alla marinara

Dettaglio di servizio

Deliziosi tagliolini al burro d'acciuga, pinoli, uvetta e maggiorana


Stokko e patate al vapore in intingolo mediterraneo

Semifreddo di gianduja, cioccolato ...

... e salsa di frutti rossi

Cose da uomini duri

La sigarettina filosofica con lo chef, e che chef ! Manco a salire sul gradino ci arrivo

2 commenti:

  1. Piatti molto invitanti e come vino sei sempre davanti a tutti. Maresciallato

    RispondiElimina
  2. Come diceva vinogodi, la borgogna tra i 5 e i 9 anni meglio non berla.

    F.

    RispondiElimina