di Fabrizio Nobili
Un riesling casuale
Certe volte le situazioni non programmate possono offrire significative esperienze: se sono piacevoli allora si fa Bingo. Perchè ciò accada è fondamentale che ci siano persone decisamente abili e perchè no professionali. Se cammini nel centro di Milano con l'obiettivo di farti un aperitivo enologico e ad un tratto senti: “il guardiano del faro è venuto a trovarmi”! Quantomeno resti sorpreso.
Ernestino Boggiani , sommelier deja vu al Piccolo Lago di Verbania, all'Ostelliere di Gavi, al Caffè Groppi... e altrove. |
Se a pronunciare le parole è un sommelier che ha lavorato accanto ad un comune amico chef per diverso tempo allora ti senti a casa, abbassi le difese e ti lasci trasportare dalla corrente sapendo che se annegherai sarà solo con roba buona.
Uno Champagne di un recoltant manipulant e qualche stuzzichino sono l'ideale per dare un'occhiata alle bottiglie esposte, a quelle vuote bevute di recente da un gruppo di enosboroni di classe ed alla carta dei vini per trovare qualche chicca magari tra diversi produttori di cui fummo i primi a fornire informazioni in Italia.
Ci sono vini che invece evocano ricordi ogni volta che vengono bevuti, forse è per quello che vengono bevuti: diventano un simbolo, un riferimento, una memoria storica.
“Ci sono molte cose nella vita che catturano lo sguardo ma solo poche che catturano il tuo cuore: segui quelle”. Churchill.
Clos St. Hune di Trimbach può essere forse considerato il miglior Riesling alsaziano per la storia, la continuità e naturalmente la qualità ma per me ha anche una funzione di memoria storica.
Era il 2 Maggio di qualche anno fa quando con il guardiano fummo invitati da un amico a pranzo in un tristellato, unico tavolo occupato in quel metà settimana e con l'acquedotto che per lavori improvvisi chiuse l'acqua per qualche ora mentre noi eravamo ospiti al tavolo migliore e seguiti da uno dei migliori patron-maitre mai esistiti sulla faccia della terra. Quel pranzo il Clos St. Hune ebbe rivali agguerritissimi tra i quali c'era un Haut Brion blanc 1990, un Hermitage di Chave di cui la prima era tappata e se la memoria non mi inganna anche un Meursault di Comte Lafon.
In quella giornata il riesling in questione restò nella memoria svettando tra altri mostri sacri. Nessuno vino riuscì ad avvicinarsi e da allora questo vino è entrato nel mio cuore. Anni dopo nella stessa location ci fu l'occasione per bere lo stesso vino in compagnia della mia dolce metà.
La fantastica professionalità del patron, la sua sottile ironia e capacità di intrattenere gli ospiti concluse l'opera con nella descrizione della ricevuta del pranzo: 3 Menù patatine fritte. Un grande! Ricordi preziosi che affiorano grazie ad una bella ed inattesa serata alla Bottega del Vino.
LA BOTTEGA DEL VINO MILANO
http://www.labottegadelvinomilano.com/
PIAZZA LEGA LOMBARDA 1 | MILANO
RESERVATIONS + 39 0234936128 | +39 349 8716998
APERTO TUTTI I GIORNI DALLE 18:00 ALL'1.30
PIAZZA LEGA LOMBARDA 1 | MILANO
RESERVATIONS + 39 0234936128 | +39 349 8716998
APERTO TUTTI I GIORNI DALLE 18:00 ALL'1.30
Fabrizio Nobili
Il locale emergente di Milano, si mangia anche abbastanza bene.
RispondiEliminaR
Norcineria di prima fascia, senza dubbio.
RispondiEliminaRingrazio per la segnalazione, ma non guardarmi così attraverso il monitor fingendo di pormi un calice…
RispondiEliminaM 50&50
Emilio è un ottimo patron, di grande esperienza e cultura vinicola. Anche stavolta non ha sbagliato.
RispondiEliminaGianni