gdf
Non è questo il caso,
però in passato quante volte avrò sentito dire : mi ha attraversato la strada una lepre e non sono riuscito a evitarla;
e adesso che facciamo? Avventurose preparazioni casalinghe in quei casi e
in quegli anni -quelli in cui esistevano delle mamme che cucinavano e dei papà
che lavoravano- venivano realizzate in casa partendo dalle ricette della
memoria (della nonna) o estratte da un vecchio ricettario, che normalmente era
l’Artusi, il libro più diffuso in Italia dopo la Bibbia.
Il più delle volte il
risultato era simile ad un civet di coniglio o un salmì di altro animale
selvatico, ma di lepre a la royale ancora non se ne parlava, eppure anche la
ricetta di Antonine Caréme era in giro da qualche secolo. Secoli però bui in
Italia per la cucina, dove erano veramente pochi i cuochi che si impegnavano in
preparazioni di alta cucina classica, regionale italiana o francese.
San Google stavolta
riuscì più di ogni ricettario cartaceo, perché, a mia insaputa, se tu scrivi e
se cerchi su Google : Lepre alla Royale, il primo collegamento, quello lassù in
alto, ti porta da Lucianone Pignataro dentro un articoletto che avevo scritto
tre anni e mezzo fa, e che Luciano pubblicò nel settembre 2010.
Sanguinaccio e cipolle al Sauternes |
Che succede; succede
che dentro a quel post di cui avevo perso la memoria, ci avevo messo dentro
anche tutta la ricetta classica (in francese), dettagliata per ingredienti e
per passaggi. Questo, oltre al ricordo degli assaggi migliori fatti
precedentemente alla data di pubblicazione.
Crepinette di fegatini e spinaci |
In effetti molti ne mancavano
e ne mancano (di assaggi) ma evidentemente avevo preferito citare le migliori,
le più convincenti, mentre altre, come dire, più interpretate che eseguite,
lasciarono un ricordo da rimuovere più che da sottolineare.
Non è più per dare giudizi che mi muovo verso una lepre
alla royale, ma a questo punto per un senso del dovere, perché se ho lanciato
la pietra, e quella pietra, anche a distanza di anni, continua a creare cerchi
nello stagno, qualche responsabilità me la devo prendere, andando ad assaggiare
qualche altra lepre frutto di quel post di tre anni e mezzo fa, perché ogni
volta che un cuoco cerca sul web quella ricetta, la prima che gli viene fuori è
proprio quella, e siccome l’articolo è firmato, la conseguenza potrà essere una
mail o una telefonata.
Tra gli aneddoti più
curiosi, sapendo della mia perversione verso questo piatto, ricordo volentieri
l’arrivo tramite corriere postale proveniente da Varese, di un pacchetto che
conteneva due buste per alimenti in sottovuoto. Dentro ad una c’era un trancio
di lepre disossata già cotta (non abbastanza) e nell’altra la salsa royale.
L’amico chef voleva un parere, e per non dare nulla per scontato scelse un
metodo infallibile, l’assaggio a domicilio invece di un invito a data da
destinarsi.
Questo è solo uno
degli aneddoti che mi sto portando dietro avendo rivelato il mio punto debole,
che però è diventato anche un parametro di valutazione tra chi sa eseguire
invece di interpretare uno dei piatti classici più complessi e difficili della
cucina classica francese.
Lepre alla royale |
Un bravo e un grazie
quindi a Giorgio Servetto per avermi fatto provare il suo primo tentativo di
lepre alla royale. Tentativo riuscito proprio perché “limitatosi” ad eseguire e
non ad interpretare quello che è già perfetto all’origine, e la perfezione non
ammette modifiche. Buona la prima Giorgio. Con o senza salsa, e questo è un plus di bravura, perché mangiare questo petit torchon come fosse un finger food è una delizia rara. Et bon appetit bien sure !
gdf
provata quella di Taglienti a Milano?
RispondiEliminaNo, come la fa?
RispondiEliminaFare un salto al mare può diventare piacevole o pericoloso, a seconda dei punti di vista, proprio come condividere o meno...
RispondiEliminaTi ho mandato un decoder aggiornato.
M 50&50