Quel sacchetto di crackers non
l’avevo proprio notato. Mi dice: ma come, ma
non hai visto che quello li era già aperto?!?... e tu perché ne hai dovuto aprire un altro?
No,
quel sacchetto proprio non l’avevo visto, anzi, ad essere sincero si, ma non
avevo associato quel colore al suo contenuto. Se mi metti i crackers all’acqua
dietetici dentro un sacchetto verde pisello potrei anche distrarmi e non
collegare il colore al prodotto. Tra vedere, guardare, notare e prestare attenzione c'è un bella differenza.
Ho capito che vuoi evidenziare il senso dell’acqua, del light e del non grasso, ma forse se fosse stato giallo il sacchetto avrei pensato subito ad un prodotto da forno, però magari condito con olio, invece vedendolo verde pisello quel pacchetto accartocciato di materiale verde opacizzato proprio non mi è venuto naturale collegarlo ad un sacchetto di crackers.
A quel punto potevano anche stamparlo
in azzurro, così che il "non colore"dell’acqua fosse ancora più vicino al senso della
comunicazione esteriore. Per me, verde per verde, dentro a quel sacchetto richiuso a metà ci
poteva essere una tisana, un tè o dei pistacchi, ma non un
prodotto cotto in forno. Invece, fateci caso, sono sempre di più gli alimenti che si vestono di verde, colore che vuol trasmettere un segnale di serenità, di speranza, e perfino un non so che di ecologico... Verde e blu sono anche i due colori degli imballi propri dell'acqua, logicamente stavolta, in totale purezza di intenzioni.
Un sacchetto con dentro un prodotto
da forno lo leverei dall’imbarazzo dello scaffale del supermercato e me lo porterei a casa volentieri, se solo fosse di un colore vicino al contenuto. Il colore del grano, del pane cotto in
forno, dei grissini croccanti. Dal giallo al marrone mi sta bene. Ma verde mela
o verde pisello no; ci metti i piselli surgelati o l'insalata dentro un contenitore verde di
plastica, di cartone o metallico che sia. Giallo e verde stanno andando forte in coppia in caso di alimenti per cani e gatti, quindi occhio perché se poi a casa non ce l'avete il cane...
Se fosse carne di quadrupede ci dovresti mettere del rosso in evidenza, hamburger surgelati compresi, mentre se fosse carne bianca va di nuovo bene un tono tra il giallo, l'arancio e il beige, che fanno tanto cortile, passeggiando sull'aia. Se fosse pesce andrebbe bene l'azzurro, che da un senso di freschezza e di mare, anche se il prodotto è stato congelato sei mesi fa.
Il materiale è relativo e funzionale alla
conservazione, spesso, mentre il colore è fondamentale per farti avvicinare al prodotto con fiducia o con curiosità. Parecchi anni fa
mandavo avanti una piccola azienda di surgelati. Avevo in listino proprio un prodotto bianco in
confezione bianca che si vendeva a parametro uno. Al freddo e al ghiaccio normalmente di associa il bianco o l’azzurro glaciale.
Dopo qualche anno decisi che il
colore di quella confezione dovesse diventare blu. Un tono di blu piuttosto
intenso; puntai il dito sulla gamma di colori che lo stampatore mi propose e
dissi: va bene questo. Andando a cercare oggi su wikipedia quale e come si
chiama quella tonalità trovo analogie forti di fronte ad un quadretto colorato
che viene definito con sicurezza Blu di Persia, ma che si potrebbe confrontare anche con il Blu di Prussia, anche se nel pacchetto c'era della candida trippa Argentina.
Quel che conta, dopo lo spaesamento
geografico, è che quel prodotto che vendeva uno, l’anno dopo vendette sette volte di più, senza nessun cambiamento che non fosse stato il colore dell’involucro, come
molti di noi quando si risistemano il look e si rivendono in maniera diversa.
Stasera mi sono cucinato un risotto
strano. Mi hanno regalato della bottarga di muggine sarda di un bel color
aranciato, e così mentre il Cavaliere di Sterimberg dava la biada al cavallo mi sono messo ad imbrattare la cucina e le pentole.
Nel brodo del risotto ho messo parecchie verdure, dove però volevo
insistesse molto la carota insieme ad un'idea di concentrato di pomodoro che ha contribuito ad aranciare tutto il liquido; mentre la zucca ci è finita dentro in mirepoix a
metà cottura del riso. Una punta di curcuma a far salire di tono della cipolla bionda, ed
infine la bottarga grattugiata a chiudere la gamma cromatica e olfattiva. Era buono? Provate.
Ho mangiato con attenzione questo piatto arancione in pieno
inverno, che è il colore degli agrumi più diffusi, pensando a quella studentessa di rami commerciali che da subito mi aprì gli occhi di fronte ad una realtà cromatica che sembrava
non aver proprio senso, come la nostra storia del resto.
Mi domandava - lei, di tre anni più giovane e molto più curiosa di me- del perché il primo yogurt mai apparso in un negozio di alimentari
italiano fosse stato confezionato o comunque vestito in blu, anzi, in celeste baby.
Si trattava dell'acidissimo Yomo naturale degli anni '60 e '70. E poi ancora perché maila
Perfetti di Lainate avesse scelto di stampare le coperture delle lastrine di chewing gum Brooklyn in celeste per identificare l’eccitante gusto yogurt,
scoprendo nel contempo che l’acidità serve a dare un senso anche ad una cicca molle.(E' il sesto dall'alto in basso).
Si trattava dell'acidissimo Yomo naturale degli anni '60 e '70. E poi ancora perché mai
Non sapevo che cosa
rispondergli mentre stavamo seduti su quella panchina, guardando il plumbeo Lago Maggiore a metà pomeriggio. Davanti alla panchina dove eravamo seduti in quell'estate 1980 si fermò e parcheggiò una nuova vettura Fiat appena presentata al salone di Ginevra. Dopo averla guardata con mal celata ilarità ci domandammo che riscontro avrebbe mai potuto avere sul mercato quella piccola Fiat Panda azzurro yogurt. Ripresi il mio vecchio px non dell'esatto tono di azzurro yogurt che gradiva lei e la riportai a casa pieno di dubbi sul nostro futuro.
In cucina appesa al palo per la lap, ho trovato la maglia di Rensenbrink, era finita la biada e ho dovuto dare i tulipani al cavallo.
RispondiEliminaCds 50%
Io ho sempre pensato che i colori delle vetture fiat anni 70 e 80 e più in generale della scelta cromatica degli italiani per la vettura, si sia riferita più alla moda vestiaria in voga che all'obiettivo di dare alle vetture un colore di riconoscimento fine alla sicurezza tant'è che i colori d'impatto si sono sempre più visti all'estero che da noi. Noi concepivamo le vetture di colore gialle solo per i taxi mentre oggi, che molte case hanno sdoganato il giallo come colore sportivo, i taxi sono bianchi per distinguerli dal grigiore prevalente delle vetture italiane (targate italia anche di marca straniera) in circolazione. Il post mi ha fatto ricordare un risotto al blu di metelene ma forse era curacao, mangiato molti anni fa che era buono finchè non ci ho trovato dentro i capelli di qualcuno....
RispondiEliminaAlba