Non sono né avvocato né
consulente del lavoro e quindi ho interessato un professionista perché possa
tentare di spiegarmi le cose prima di procedere, anche perché non credo ci siano sentenze a riguardo, e
quindi nessun precedente. Ripeto, forse. Ma non ne sono certo, quindi se altri
blogger leggendo qui volessero riportare questo post anche altrove ne sarei
felice; se questo allargare il tema al villaggio globale potesse portare a
chiarimenti sarebbe un bene per tutti.
Quello di cui sono certo è che
migliaia di persone possano essere interessate all’argomento. Perché ci sono
migliaia di individui che hanno prestato la loro opera sul web a beneficio
di migliaia di titolari di blog, senza
aver percepito nulla in cambio.
Il punto da cui è partita la
questione è stato sollevato ieri da un post apparso sul blog di Luciano
Pignataro che riguardava l’uscita di scena del direttore del www.ilmangione.it
Andrea Guolo, e in cui Guolo faceva notare – tra l’altro - che in dieci anni di
lavoro continuativo non ha mai percepito nulla: nessun introito diceva di aver
mai ricavato dal titolare del blog.
Il blog è una forma di comunicazione individuale, il
proprietario è uno, e lo utilizza come meglio crede sotto la sua
responsabilità. Ma se questo affida le chiavi d’accesso ad un’altra persona
perché ci possa lavorare sopra con continuità e a beneficio del proprietario
che succede?
Che poi il proprietario del blog
ne ricavi utili da pubblicità, di immagine, di fama o di puro gusto edonistico
diventa addirittura secondario. Prioritario rimane il fatto che la prestazione
d’opera intellettuale e continuativa da parte di chi è stato incaricato a
lavorarci sopra, provvisto delle chiavi e dei codici d’accesso, credo vada
retribuita.
Perché il soggetto ha comunque
fornito una prestazione d’opera intellettuale continuativa richiesta ( se no le
password non le avrebbe avute), quindi onerosa, e che quindi andrebbe pagata, a
meno che ci sia uno scritto che dimostri il contrario, e cioè che l’individuo
che ci ha lavorato a beneficio del titolare del blog abbia messo nero su bianco
che lo stava facendo gratis quel lavoro, e non il contrario.
E’ successo a molti che leggono
credo, e anche a me. E adesso come la mettiamo?
Se ci sono idee o pareri in
merito vi sarei grato, così come di far girare per il web questo tema.
Passate parola.
Grazie
Presidente.
RispondiEliminaF.
Grazie della solidarietà Fabri.
EliminaPrima di interessare il professionista, spero che tu abbia chiesto se il consiglio te lo darà gratis o a pagamento onde evitare di portare avanti una causa che nel nostro paese è da sprovveduti. Qui da noi si campa o di gloria o di furbizia: una volta scelto di operare per interesse o per diletto, è inutile avere rimpianti quando non si ha avuto fiducia in noi stessi abbastanza da chiedere una qualsiasi forma di compenso per una "prestazione d'opera intellettuale". Per reclamare giustizia bisogna avere le carte da far fagocitare ad avvocati e tribunali ed una salute di ferro per affrontare le conseguenze delle avversità. Il sig. Guolo mi pare che abbia tratto diversi altri benefici dalla sua gratuita collaborazione oltre che aver maturato abbastanza esperienza per farsene uno suo di blog, la domanda è: senza quell'opportunità collaborativa, oggi potremmo discutere del suo accaduto? Quanti conoscerebbero Guolo? Si dia un valore e si venda ora.
RispondiEliminaAlba
Anche a Bosman diedero del visionario,invece...
RispondiEliminaCerto, poi la palla non gliela fece più vedere nessuno, però una certa soddisfazione secondo me vale di più del denaro. E quando non lo fai prioritariamente per denaro c'è sempre qualcuno pronto a giocarsi le tue e le sue carte, senza pensare prioritariamente al denaro. Quello arriverà di conseguenza se si è agito con convinzione e argomenti inattaccabili.
Credo sia la stessa motivazione con cui gli azionisti minoritari di Faceboock stanno cercando di attaccare chi gli ha venduto le azioni senza dirgli che sarebbero state oggetto di speculazione nei primi tre giorni di quotazione in borsa: come vedi c'è chi ha bisogno di dieci anni, chi di uno, chi di tre giorni per realizzare che sopra di noi c'è sempre qualcuno più, diciamo così, addentrato...
EliminaAlba
Guarda, sarà solo e proprio questione di tre giorni.
EliminaAttendo spiegazioni, poi si vedrà.
ci sta, eccome se ci sta a provarci
RispondiEliminaB
Bisogna vedere quale scopo sociale aveva il Blog. Ci sono tanti blogger che tentano di iscriversi come onlus per non dover pagare tributi in quanto sanno dall'inizio che non ricaveranno niente palanche.
RispondiEliminaF.
Si, la onlus non ha scopo di lucro, ma chi guida la loro ambulanza avrà pur diritto ad uno stipendio per tirare avanti
EliminaBeh... il caso eclatante invece esiste. Si chiama Huffington Post. La signora Arianna nel giro di sette anni (grazie ai suoi collaboratori) ha svulippato il blog in una maniera sproporzionata prima di venderlo ad AOL per 315 milioni di dollaroni. Una bella torta che si è messa in tasca tutta per lei. Il suo problema ora è che chi ha contribuito con la sua opera intellettuale a far crescere il blog adesso ne vorrebbe almeno un fettina ;-))
RispondiEliminaM.
M. mi ha tolto le parole di bocca:-))
RispondiEliminaqui c'è un link alla vicenda
http://daily.wired.it/news/internet/2011/04/13/class-action-huffington-post.html
Un saluto
Gabriele
Un saluto e un grazie a voi per il contributo.
EliminaCiao Gabriele, à très bientot, o come si diceva, à bientot les amis, quelli veri
Dunque dunque....
RispondiEliminaPer aggiornamento di tutti quanti, vi propongo di leggere questo
Però la questione rimane molto aperta, e il promotore della class action di cui sopra tramite il suo blog sta provando a radunare blogger da ogni dove per tentare di regolamentare la tematica relativa alla loro possibile/necessaria remunerazione. Eccolo qui
Andrea
Questo passaggio:
Elimina"Stiamo usando la denuncia per dar vita ad un movimento e ad un’organizzazione che punta ad unire i blogger e stabilire uno standard per la loro remunerazione, perché l’idea che i creatori individuali debbano lavorare gratis è come un cancro che si sta diffondendo sempre più”.
E che finisca l'epoca in cui tanti piccoli ingenui facciano grande un furbo.
Sono curioso, Roberto. Che carte hai in mano? Settebello o due di picche? Jolly mi pare dura:-)
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