Per un appassionato borgognofilo come me, sempre alla ricerca dell’eleganza degli Gevrey-Chambertin e della finezza degli Chambolle Musigny sembrava difficile trovare un Amarone equilibrato, senza sovra -estrazioni che impastano la bocca rendendo difficili anche gli abbinamenti a tavola. Aver conosciuto qualche anno addietro Carlo Venturini e sua moglie Alessandra che producono vini con questa filosofia è stato per me una vera fortuna come consumatore e come persona, perché ogni visita alla loro cantina diventa una lunga e piacevolissima disquisizione, animati come sono dalla voglia di migliorare sempre ciò che fanno guardando, ascoltando, interpretando e mettendo in pratica gli accorgimenti dei maestri della biodinamica . Sì perché dapprima biologico, ormai Carlo Venturini si è convertito alla biodinamica seguendone scrupolosamente le metodologie, compreso il calendario di Maria Thun. Altra novità nelle sue tecniche di vinificazione è stata la scelta di introdurre la fermentazione in piccoli tini di rovere, così da poter valutare separatamente i risultati delle varie parcelle e di diverse tempistiche di permanenza, opportunamente predisposti per effettuare tutte le operazioni compreso il travaso a caduta, prima del passaggio in botti più o meno piccole per l’affinamento. Per quest’anno siamo stati informati che lo stato delle vigne è molto buono sebbene la stagione vegetativa è in anticipo di circa 20 giorni di calendario. Si è poi soffermato sul perché del sistema di coltivazione a pergola e della scelta di una ragionata “vendemmia verde”, tutte operazione volte alla ricerca di equilibrio (parola ripetuta diverse volte dallo stesso Carlo) della pianta, che lo ricompensa da così assidue attenzioni con una materia prima di altissima qualità: “perché il vino buono si fa in vigna”. Carlo è anche uno di quei pochi vignaioli italiani che parla di territorio, spiegando come le differenze geologiche tra Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio Valpolicella danno vini con caratteristiche ben precise e riconoscibili fra loro; differenze che si notano poco negli Amarone in conseguenza dell’appassimento ed invece sono facilmente distinguibili nei semplici Valpolicella.
Il suo Valpolicella base che evidenzia una notevole acidità con note di ciliegia e pepe, il Superiore “Camporenzo” (dal nome della parcella da cui si ricava) certamente più complesso con una persistenza rimarchevole e l’Amarone sorprendente ed incantatore, bilanciato ed elegantissimo, con una bevibilità fuori dall’ordinario. Ormai sono conosciuti anche all’estero tanto da ricevere visite anche dal Giappone, come ci è capitato di vedere. Il sito internet è completo ed esaustivo:
Una vera rarità , un Amarone finalmente bevibile a bottiglie e non a bicchiere ;-)
RispondiEliminaconfermo, grande equilibrio, bevibilita' e tipicita' le peculiarita' di questo splendido vino..
RispondiEliminaSE dicevi che ti mandavo io ti facevano lo sconto
RispondiEliminaFrank the one
Frank, devi sapere che Carlo l'ho conosciuto almeno 5 anni fa e non è la prima volta che vado a trovarlo. :)
RispondiEliminaF.
Frank, con il Nobili non ce la puoi fare...
RispondiEliminaGdf, non esagerare però volevo avvisare che un collega amico di Carlo V. del Trentino che anch'esso lavora molto bene è Eugenio Rosi. Ho bevuto domenica l'ESEGESI, un taglio bordolese molto convincente.
RispondiEliminaCarlo Venturini si è convertito alla biodinamica seguendone scrupolosamente le metodologie, compreso il calendario di Maria Thun. Altra novità nelle sue tecniche di vinificazione è stata la scelta di introdurre la fermentazione in piccoli tini di rovere, così da poter valutare separatamente
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