Mon
Dieu, c’est mon anniversaire, dunque si stappa qualcosa di speciale.
Ti risparmio gli ormai logori luoghi comuni,
circa l’amore smisurato del grande condottiero per questa Maison e, nel particolare, per questa cuvée.
Anche io, molto, ma molto più modestamente,
nutro grandissima ammirazione per questa casa
di champagne, il cui stile è, da sempre, nelle mie corde.
La cuvée
de prestige, solo da vigneti Grand
Cru, è un assemblaggio a dominanza Pinot Nero, con saldo di Chardonnay, le
cui percentuali restano un segreto di famiglia.
Dieci anni di sosta nelle cantine, a 33 metri
di profondità, mi consegnano un tappo in forma smagliante, un calice oro raggiante,
nonchè un perlage finissimo e
“nervosamente” inarrestabile.
Naso freschissimo e molto intenso, inizialmente
più con il passo e le peculiarità della bacca bianca. Candide avvolgenze di
crema pasticcera, biscotto croccante e mandorla grigliata, con generosi inserti
di albicocca, pesca gialla e mango. In seguito, il coté pinotnereggiante si
fa largo, con puntuali tocchi di humus, fragolina, lampone e ribes, impreziosito
da nervature speziate – pepe e zenzero – e affilati spunti minerali.
Un turbine di sensazioni che si rincorrono e
svelano, continuamente, nuove sfaccettature, talora più fresche, talora più evolute.
Bollicina perfetta, per una bocca magistrale
e opulenta, la quale ristabilisce e riconosce il dominio della bacca nera, senza,
peraltro, ne risulti scalfito l’equilibrio generale, davvero di pregio, anche
per quanto attiene il rapporto freschezza-maturità.
Armonica struttura, complessità e cremosa
eleganza, con la timbrica fruttata in forte evidenza, seguita da zafferano e folate
gessose.
Salivante tensione, lunghezza e persistenza (quasi)
interminabili, con elettrici ritorni di zafferano, misti a caffè e tabacco
biondo.
"Mes goûts sont simples, je me contente aisément de
ce qu'il y a de meilleur"
(Sir Winston
Churchill)
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