mercoledì 12 luglio 2017

Fuori Moda



FUORI MODA
di
GIOVANNI LANDO 

Qualche tempo fa un articolo di Fabio Rizzari analizzava su cosa fosse di moda e cosa non lo fosse nell'ambito dei vini. Fra i vini fuori moda elencava i vitigni internazionali come il merlot, il sauvignon e lo chardonnay. Prendendo spunto da queste righe ho voluto approfondire il vitigno a bacca bianca più conosciuto al mondo il più sfruttato, ma anche il più "sputtanato".

Di origine borgognona, lo chardonnay riesce ad adattarsi molto facilmente a climi e terroir molto diversi. Si trova più a suo agio tra argille, marne e calcare, ma non disdegna altri tipi di terreni. Questa duttilità gli conferisce  un carattere ubiquitario, che gli ha permesso di diffondersi nel mondo intero. Nella sola Francia, il suo successo l'ha portato, in poco più di 50 anni, da 7.300 ettari vitati a oltre 46.400 ettari: una crescita esponenziale affermatasi soprattutto a partire dagli anni Ottanta. Tuttavia lo chardonnay riesce ad esprimersi nel modo più entusiasmante nel quadrante centro-nord-orientale del paese, tra la Borgogna, Côte d'Or, Chablisien e Maconnais, lo Jura e la Champagne. 
Gradisce infatti un clima fresco, mentre soffre il caldo e soprattutto la siccità. Dal punto di vista sanitario, teme in particolare l'oidio e il marciume nella fase terminale della maturazione, piuttosto precoce. I cloni provenienti dalla Borgogna possiedono grappoli di dimensioni ridotte (120-125 grammi), acini piccoli e una buona capacità a equilibrare zuccheri e acidità.

La parte più interessante del lavoro è stata quella di stabilire il criterio per la selezione delle bottiglie. 
Dovevano provenire da terroirs i più disparati possibili, ma nello stesso tempo bisognava riconoscere un certo peso alla regione da cui provengono i migliori campioni, tipologie di substrati geologici diversi, clima (latitudine,  esposizioni ed altezze diverse), metodi di coltivazione dal biodinamico al tradizionale (mancava lo sciamanesimo perché gli sciamani interpellati non sapevano cosa fosse il vino) e con tecniche enologiche dalle più semplici alle più sofisticate. 

Sono state selezionate dunque bottiglie provenienti dalle seguenti denominazioni: Borgogna, Pouilly-Fuissé, Viré-Clessé, Meursault, Chablis, Côte du Jura. Inoltre sono state aggiunte bottiglie provenienti dalla Slovenia , dall’Italia (Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige), da Israele e dalla Nuova Zelanda.

L’altro problema è stato quello, in fase di degustazione e comunque sempre in abbinamento a qualche piatto, di realizzare una scaletta che avesse un senso logico. In un primo tempo avevo pensato di utilizzare i gradi di latitudine da Nord a Sud - tra l'altro, invito a dare un occhio alle carte geografiche, perché riservano delle sorprese - ma poi  ho deciso di seguire l’istinto.
I vini selezionati sono i seguenti, degustati in quest’ordine e rigorosamente alla cieca:

1) Viré-Clessé Guillemot Michel  Quintaine 2015
2) Chablis Domaine De Moor L’Humeur du Temps  2015
3) Bourgogne Sextant di Julien Altaber 2013
4) Pouilly-Fuissé Domaine Valette Tradition 2011
5) Côtes du Jura Domaine Labet Les Varrons 2014
6) Meursault Henry Boillot 2009
7) Dobrovo Movia Lunar 2008
8) Marlborough Cloudy Bay 2013
9) Galilea Golan Heights Winery Yarden 2013
10) Friuli Vie di Romans 2015
11) Piemonte Coppo Monteriolo 2009
12) Trentino AA Cantine Terlano Kreuth 2001 


DATI E NOTE DI DEGUSTAZIONE



Quintaine 2015
Guillemot

Marc Guillemot-Michel
AOC  Viré Clessé (1998) Maconnaise
Clessé  lat 46°41’ N
Suolo limo da degradazione calcarea
Lavorato in biodinamica
Densità media per ettaro 7000/ha
produzione media 49 hl/ha
età vigneto 55 anni
vendemmia manuale 
uva non diraspata
fermentazione alcolica e malolattica in tini di cemento
affinamento per 5 mesi leggera filtrazione 
solforosa totale 29 mg/l

Brillante colore giallo e leggermente dorato, al naso rimandi di frutta gialla matura, agrumi e sensazioni di frutti esotici con piccolissimi accenni di burro.
In bocca, pur avvertendo la grassezza dello Chardonnay, tuttavia rileva una bella verticalità senza apparire citrino e acido, e mineralità che lo rendono equilibrato e molto piacevole da bere. Infatti finisce. Da aperitivo, ma anche gourmand.

L’Humeur du Temps
Chablis 2015
Domaine de Moor 

Alice e Olivier de Moor
Courgis  a sud ovest da Chablis  lat.47°46’ N
 Suolo: Marne argillo-calcaree del Kimmeridgiano
Coltivazione bio dal 2005
Densità media per ettaro 5500
Resa +/- 38hl/ha
Età media vigneto 20 anni
Fermentazione in vecchie pièces di rovere
Lieviti naturali, nessun travaso, né batonnage, né chiarifiche, ne décollaggio per 11 mesi in botti usate
Solforosa totale 27 mg/l
3208 btt prodotte
Certificazioni: bio ecocert 

Mentre il primo ho fatto fatica a individuarlo come uno chardonnay, questo rivela subito al naso e poi in bocca le caratteristiche tipiche del vitigno. Di un bel colore giallo dorato al naso, si presenta con note burrose però con profumi di fiori bianchi e note minerali saline impercettibilmente iodate date dal terreno. In bocca ritrovo ampiezza con note boisées e frutti bianchi. Mi impressiona la persistenza e la bella chiusura in fondo al sorso.

Bourgogne 2013
Sextant

Julien Altaber
Saint Aubin lat.46° 57’N
Cuvée da diverse parcelle: una è a Puligny, un'altra vicino
a Chassagne–Montrachet e un'altra a Montbellet, tra Côte Chalonnaise e il Mâconnaise.

Julien Altaber è cresciuto nella cantina di Dominique Derain e dunque mi aspettavo una declinazione particolare dello Chardonnay. Un colore giallo con riflessi dorati, un naso particolare con aspetti ossidativi ma riconoscibili le note di fiori gialli, agrumi. In bocca, perfetta coerenza con il naso, mineralità. Persistenza e voglia di finire la bottiglia. La Borgogna qui è lontana


Pouilly-Fuissè Tradition 2011
Domaine Valette

Philippe et Cécile Valette
AOC Pouilly-Fuissé (Mâconnaise)
 Chaintré  lat. 46°26’N
Suolo argillo-calcareo
Vigne di 55 anni
Vendemmia manuale diraspata manualmente
Lungo affinamento senza filtrazioni né collaggi né solforosa
Biodinamica dal 1992

Bel colore giallo, richiama al naso la confettura di frutti gialli, mandorle, brioche, con un qualcosa che ricorda un miele alla camomilla, una lieve punta ossidativa. Miscela di spezie e mele al forno. In bocca impressiona per intensità e complessità. Finale lungo


Cotes du Jura Les Varrons 2014
Domaine Labet 

Julien Labet
Revermont  lat. 46°58’N
Vigne del 1932 e 1940
Terreni argillosi provenienti da decalcificazione del Bajociano
esposto ad est e ben ventilato a 280 mt slm
Vinificazione con pressatura soffice
Fermentazione spontanea con lieviti indigeni
Affinamento su fecce fini in barrique vecchie da 228 lt per 19 mesi
Filtrazione per gravità
No solforosa aggiunta
Imbottigliato il 4/5/2016
pH 3.10
solfiti totali 9mg/l
vin ouillé

Proseguiamo anche con questo vino su sentieri inesplorati degli Chardonnay declinati con note ossidate. Un colore giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Al naso si coglie immediatamente il profilo ossidativo con note di brioche burrosa, frutti bianchi, albicocca matura, fieno e un che di fumé. In bocca si presenta pieno con una buona acidità e una discreta mineralità sostenuta da una struttura ricca e equilibrata che rende il finale salivante.

Meursault  2009
Domaine Henry Boillot 

Henry  Boillot
Meursault / Bourgogne Côte d'Or - Francia / France

Inizio Attività 1930
Vitivinicultura Biologica
Ettari 15
Bottiglie prodotte 75.000
Terreno: argilloso e calcareo 
Vendemmia: manuale - smistamento delle uve 
Vinificazione: pressatura pneumatica a temperatura di 10 °C, fermentazione alcolica e malolattica in barrique, infine una leggera filtrazione 
Affinamento: 10 mesi in barrique di legno, 15% nuove e il resto usate una o due volte 
Grado Alcolico: 13% vol

Colore giallo-oro luminoso, naso che richiama pietra focaia, miele, nocciola, agrumi, fiori bianchi (gardenia peonia magnolia), zenzero, con lievissime tracce di rovere e torba sottobosco, che preannunciano un sorso ampio, ricco (probabilmente dovuto ad una annata calda), ma soprattutto una persistenza lunghissima e affilata come una lama di rasoio, precisa, con una mineralità marcata che esalta appieno il terroir. Ci si rende conto immediatamente che siamo di fronte ad un qualcosa di importante. 

Lunar 2008
Movia 

Mirko e Ales Kristancic
Dobrovo  Lat 45°99’N

Terra del Flysch del Collio con strati di marna e arenaria
Estensione vigneto 1,5ha
Lavorato in biologico
Densità media 6000 /ha
Età media vigne 30 anni
Produzione media  34 hl/ha
Raccolta tardiva manuale diraspata a mano
Affinamento sulle bucce per 9 mesi senza aggiunta di solforosa
No chiarifica né filtrazione
Solforosa totale 18mg/l
Bottiglie prodotte 9600

Prima della descrizione organolettica di questo vino vorrei ringraziare Ales e Vesna che ho avuto il piacere di incontrare a Sestri Levante in occasione della presentazione del catalogo Triple A Velier. In seguito alla mia mail dove descrivevo il tema della serata, dopo solo un giorno e mezzo trovavo il loro vino recapitato in studio. Senza parole.

L’avvicinamento a questo tipo di vino non è facile e soprattutto bisogna armarsi di santa pazienza. L’ho portato nel luogo della degustazione due settimane prima della serata. Ho raccomandato di lasciarlo in posizione verticale e una settimana prima l’ho fatto mettere in frigo sempre in verticale.
La sera della degustazione, dopo aver stappato le bottiglie, è stato obbligatorio versarne il contenuto nel decanter con mooooolta calma. Rimaneva nel fondo della bottiglia un contenuto torbido del colore di un caffelatte.
Nei bicchieri invece abbiamo trovato un vino dal colore giallo dorato carico che ricorda il fondo dorato delle icone che sono presenti nelle chiese ortodosse, alcuni riflessi aranciati svelano la persistenza sulle bucce per mesi. Forse il naso non sarà di quelli che ti fulminano, ma ti incuriosisce e non riesci a staccare il bicchiere. Distingui che è chardonnay, ma impressiona per schietta genuinità.

Marlborough 2013
Cloudy Bay

New Zealand
Alcol 12,5%
La fermentazione avviene in botti di rovere francese, per il 18% nuove.
Il vino affina 18 mesi in legno prima della sua commercializzazione.


Un primo testa-coda nella degustazione. Qui ci troviamo agli antipodi e non solo dal punto di vista geografico. D’altronde questa cantina in mano ad un colosso del brand del lusso come LVMH non può che avere questo profilo che rispecchia pienamente il target dei possibili fruitori.
Giallo paglierino brillante rassicurante, naso netto tranquilizzante da lieviti  selezionati dove ritrovi l’elenco dei descrittori olfattivi imparati al corso AIS,cheèinutile cheveliraccontoperchètantolisapetetutti,in bocca ti rimangono sensazioni di un dejà vu che scivolano via nell’attimo in cui lo mandi giù. Vista l’ora che si è fatta inizio a sbadigliare.

Chardonnay 2013
Yarden

Gruppo Golan Heights 
Israele, 
Katzrin. Alture del Golan

La cantina è stata fondata nel 1983
In ossequio alla tradizione, è un vino kosher, vale a dire vini autorizzati dai rabbini e pertanto bevibili anche da ebrei ortodossi. 
I vigneti si trovano su di una superficie che si estende dalle sponde del Mar di Galilea fino ai piedi del Monte Hermon ad un’altezza che varia dai quattrocento ai milleduecento metri.
Il suolo vulcanico e ricco di basalto ed il clima relativamente temperato per la vicinanza al Monte Hermon sono ideali per la coltura della vite.

Se quello precedente è un vino agli antipodi questo invece è una finestra spazio-temporale sugli anni '90. Lo capisci da come (non) scorre nel bicchiere mentre lo versi, denso, quasi oleoso, e già ti fai un film di come sarà in bocca. Colore giallo dorato molto carico, naso dove le note burrose sovrastano le sfumature fruttate di mela pera e ananas. In bocca l’opulenza dello chardonnay in tutta la sua magnificenza con residui vanigliati e spezie dolci. De hoc satis. Rimane nel bicchiere.

Rive Alte 2015
Vie di Romans

Friuli Isonzo Rive Alte , Mariano del Friuli (GO)
Età media degli impianti: 20 anni
Densità d'impianto: 6.000 ceppi/Ha
Superficie vigneto: 8,61 Ha in produzione
Altimetria: 31 m s.l.m.
Esposizione: Nord - Sud e Est - Ovest
Tipologia di terreno: mediamente profondo con scheletro moderato
frazione argillosa di colore rossiccio per la presenza di ossidi di ferro
e alluminio. 
Macerazione pellicolare a freddo: 8 °C
Chiarifica: statica a freddo
Lieviti: selezionati
Fermentazione malolattica: non svolta
Elevage: 9 mesi su lievito in barrique
Illimpidimento: naturale
Affinamento in bottiglia: 8 mesi
Grado alcolico: 13,25 % in vol
Acidità totale: 5,50 g/l
pH: 3,48

Sinceramente mi aspettavo di più. Al netto dei discorsi sulla vendemmia recente che non permette di arricchire le qualità del vino etc, etc, yahwwwnnn, ecco, ho ripreso a sbadigliare... Discorso sovrapponibile al Cloudy Bay.
Oro pallido con uno spettro olfattivo ampio che va dall’ananas maturo alla mandorla fresca. In bocca si presenta ricco morbido salino e un po’ alcolico.

Monteriolo 2008
Cantine Coppo


Costigliole (AT)
Piemonte d.o.c.
terreno:marna argilloso-calcarea con prevalenza limo
200 m s.l.m. sud-sud est
4.500 piante per Ha
Affinamento: 9 mesi in barriques sui lieviti con frequenti bâtonnages
Malolattica parzialmente svolta
Alcol 12,60%
Acidita totale 5,55 gr/lt
pH 3,25

Un bel colore giallo dorato. Al naso fiori di montagna, agrumato,  burro, cedro candito. Il sorso è glicerinoso, morbido e fresco, minerale e infine vanigliato, ma tuttavia chiude amaro.



Kreuth 2001
Cantina Terlano 

Denominazione DOC: Alto Adige Terlano
Varietà: 100% Chardonnay
Alto Adige Altitudine: 250 - 900 m s. l. m
Orientazione: Sud - Sudovest
Storia della varietà: prima annata 1993
Vendemmia e selezione delle uve manuali
Pigiatura delicata a grappolo intero e sfecciatura per sedimentazione naturale.
Fermentazione lenta a temperatura controllata in botti di rovere grandi (30 hl).
Fermentazione malolattica e affinamento per 8 mesi sui lieviti fini nelle botti di legno tradizionali.

Abbiamo avuto la fortuna che il nostro amico Massimo portasse per concludere la serata questa bottiglia recuperata dalla sua fornitissima cantina. La fortuna è stata anche quella di abbinarla a formaggi francesi una Tomme chevre, un Beaufort été 2016 e un Comté stagionato 24 mesi, forniteci per l’occasione dalla Filrouge Formaggi, che hanno amplificato sicuramente le potenzialità del vino.
Colore: giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso si percepiscono componenti di frutta esotica, come la maracuja e gli agrumi, una nota di pietra focaia dai tratti aromatici e minerali. Armonico al palato, morbido e cremoso, una nota fruttata matura. Mineralità e un finale sapido.

CONCLUSIONI

La serata ad alto contenuto didattico, contraddistinta da temperature torride, ha messo a dura prova non solo i partecipanti, ma anche il servizio che ha dovuto correre e parecchio per versare vini e non brodo, utilizzando una grande quantità di ghiaccio.
I vini sono stati degustati al meglio delle loro potenzialità e ai partecipanti (dai diversi gradi di conoscenza enologica, da 0 al top) è stata consegnata una tabella da compilare con un punteggio da uno a cinque.
Non ci vuole una particolare fantasia nell’immaginare a quali vini siano andate le preferenze.
In primis Meursault di Boillot e il Lunar di Movia, e a seguire il Kreuth della cantina Terlano. Un netto distacco tra i francesi (Quintaine di Guillemot e il bianco di Altaber, poi lo Chablis di De Moor, Les Varrons di Labet e il Domaine Valette con il Pouilly-Fuissé) e il resto del mondo. Da notare che qualcuno non ha disdegnato la copertina di Linus del vini neozelandesi o italiani. All’ultimo gradino lo Yarden, scollegato ormai dalla realtà. 
Ancora una volta esce la predominanza del Terroir. Lo chardonnay nasce in Borgogna e lì dà il massimo delle sue potenzialità. Altrove potrebbe raggiungere qualche successo, ma al di là di uno sterile scimmiottamento o di un puro esercizio di trapianto enologico, i traguardi appaiono molto distanti.

I ringraziamenti vanno a Roberta del B&B Rosso di Sera di Novello, magnifica sede delle nostre serate, a Daniela della Enoteca Delizie di Bacco che ha fornito alcune tra le bottiglie presenti, a Massimo con il quale abbiamo messo a fuoco la scelta dei vini e a tutti i partecipanti senza la cui presenza tale serata non si sarebbe mai potuta svolgere.



Bibliografia
Vini e Terre di Borgogna. C.Favaro; G.Gravina Artevino Ed.
Borgogna Cote d’Or, Il territorio


1 commento:

  1. Post carico di passione e competenza,
    il mondo dello chardonnay così variegato, non facile entrare nel merito di una degustazione così complessa...
    bravo Giovanni!
    Yanez

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