- del Guardiano del Faro -
Dalle parti del Faro (il mio), non ci sono più le quattro stagioni, mentre nei paraggi di questa sponda del mondo marino esistono ancora, probabilmente tutte. C'è persino l'inverno. Lo riconosci -l'inverno- per via del fatto che si è portato via, oltre al sole, anche tutti quelli che vengono giù da queste parti solo quando sono certi che il loro sudore consenta alla sabbia di attaccarsi alla propria pelle. Sostanzialmente una milanese, cucinata a fuoco vivo sul fianco di un ombrellone.
Qui, il mare in inverno è intimo, anche in boxer e senza slip da bagno.
Vista bene quella U nell'insegna? Non è così per caso. Finezza da designer.
Con Stefano Bartolini immagino si possano condividere molte cose, oltre a quel senso di appesantimento che ti provoca lo sport estremo che abbiamo deciso di praticare in questa vita, andando fino in fondo alla questione, senza lasciare nulla intentato.
Bartolini è diventato un nome impegnativo se pratichi l'eno-gastronomia no limits. Accidenti, l'amico Enrico -che non c'entra in questo canale Leonardesco- l'anno scorso ha fatto saltare il banco puntando tutte le sue fiches sul rosso.
Cucina con banco da pescheria e cinque cuochi a lavorarci |
La Buca, prima ancora di essere ristorante è architettura e design, perché Andrea Bartolini è un architetto oltre ad essere un manager aziendale di successo. La Buca, dei cinque ristoranti di famiglia, rappresenta un luogo progettato e costruito in maniera tale da non poterci cadere dentro per caso o per distrazione. Stella Michelin ben difesa.
Quasi dissuasiva -da fuori- La Buca, per come è stata confezionata, mentre a fianco è l'Osteria del Gran Fritto a confortare quelli in crisi di astinenza da comfort food. Di più semplice? Il carretto con i coni da passeggio, riempiti dal fritto di mare per euro 6.50, ma neppure qui -a La Buca- alla fine il conto è offensivo.
Il travolgente e coinvolgente Stefano è ben coadiuvato dal personale di sala, ma per quanto riguarda la carta dei vini ho la sensazione che l'impronta sia sua, talmente è personale la scelta, che culminerà con una bottiglia inesistente, dedicata proprio a lui: un cosa dura e appuntita come la punta di un chiodo arrugginito ma dalla cappella piatta.
Il mare in un panino.
Invece di fare paragoni a tre stelle (qui ne hanno una), preferisco immaginarlo come un altro cibo da passeggio di -probabile- grande successo.
Ancora una volta impeccabile
Quella piccola quota di strutto che qui in Romagna ha un senso compiuto
Uova - sacca di uova - di pesce Moletto fritte e appena pepate al mulinello.
Non le avevo mai mangiate.
L'Adriatico mi stupisce ogni volta.
Fresco e coinvolgente carpaccio marinato di ricciola con salsa tonnata alla mandorla e artemisia. Crunch di riso
Suadente sottobosco di mare in spuma di aglio dolce e frutti di mare gratinati
Irresistibile spaghetto in succo di granseola
Fuori onda ma ben centrato il gambero rosa con sedano confit e sentore di liquirizia
Beh, non fa notizia affermare che Notre Dame du Pinot Noir sappia scegliere anche dei buoni Chardonnay da mettere in bottiglia a suo nome. L'annata si dimostra ancora una volta molto interessante (in bianco), anche in prospettiva futura, una volta smaltito quel sentore di porro verde (oidium), che ne caratterizzò l'infanzia e ormai scomparso.
Mormora in tegame, al sale ...
... e poi nel piatto, servizio al gueridon, contorno fresco, olio Brisighello a condire.
Indovina il piatto?
Arancio, terra di noci e cacao con gelato al fumo di cannella. Stagionale
zucchero filato, bonbon al tiramisù, gelatina rosa e frutto della passione
Questo bisogna guadagnarselo, così come la fiducia e la stima delle persone.
gdf
Spero che tu abbia avuto la possibilità di visitare anche Magnolia, locale piacevolissimo per accoglienza, cibo e cantina, a prezzi più che ragionevoli.
RispondiEliminaCesenatico è una piccola Senigallia, con Buca e Magnolia sulle quali splende la meritata stella. Le più grandi città della Riviera, tipo Rimini, Riccione e Cattolica, non offrono nulla del genere.
Prosit
Sono capitato a cavallo di una due giorni "pescando" il giorno di chiusura dell'amico Alberto Faccani, ormai consolidata realtà da un decennio credo. Ma ci saranno buoni motivi per tornare da quelle parti ...
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